Ecco perché la rinuncia alla Superlega e il ritorno nell'Eca può essere una strategia vincente e conservativa per la Juventus

Ecco perché la rinuncia alla Superlega e il ritorno nell'Eca può essere una strategia vincente e conservativa per la JuventusTUTTOmercatoWEB.com
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lunedì 3 giugno 2024, 14:20Primo piano
di Vincenzo Marangio

Con l'addio alla SuperLega e il ritorno all'Eca la nuova gestione Juventus butta giù le ultime pareti dell'impero di Andrea Agnelli che si conclude con l'annuncio di un licenziamento per giusta causa di Massimiliano Allegri amico e fortemente voluto dall'ex presidente bianconero. L'impero dei dieci anni ricchi di successi e dei nove scudetti di fila è stato ufficialmente buttato giù. Tutto questo ha destato, anche logicamente, tanta perplessità nel tifo soprattutto perché sembra che non ci sia una logica giusta dietro questa situazione. Ma una logica, in realtà, potrebbe esserci. Bisognava, magari, mandare il messaggio a qualcuno che il club ha riconosciuto errori di gestione, e provveduto. Una carezza ai nemici, insomma. 

Se è vero che l'impero di Andrea è stato il più vincente e che ha fatto godere di più i tifosi bianconeri, avendo, nei primi anni, anche un impatto a bilancio significativo (passando dal bilancio 2009/2010 con fatturato di circa 220 milioni di euro a quello del 30 giugno 2019 con un importo di 621 milioni [dati sole24ore]), è altrettanto vero che negli ultimi anni, coperti comunque di gloria, degli errori sono stati commessi. Alzate troppo le spese, per accorciare le distanze dai top club europei, e bilancio bruciato con perdite complessive nell'ultimo quinquennio di Agnelli che ammontano a 612,9 milioni con circa 700 milioni di cassa bruciata. Insomma tanta gloria ma a un costo esorbitante. Questo per quanto riguarda le casse a cui ha messo mano Elkann che ha dimostrato da che parte sta a suo modo, un modo decisamente non irrilevante. E passiamo alla SuperLega.

Lunedì 19 aprile Andrea Agnelli lascia, a sorpresa, la presidenza del'Eca e a mezzanotte e mezza arriva l'annuncio, con un comunicato congiunto che parte dai tre club fondatori (Real Madrid, Barcellona e Juventus), della nascita della Superlega. L'effetto sorpresa riesce appieno, ma la confusione è tantissima: un comunicato su file normale senza neanche un'intestazione, senza una società di riferimento, senza tanti dettagli e la sensazione di tantissima approssimazione. La risposta dell'Uefa, ancora in netta posizione dominante, non si lascia attendere. Pubblicamente la nascita della nuova Lega viene ridicolizzata e bloccata in un amen, a combattere restano i club fondatori con tutti gli altri che tornano nelle retrovie a vedere cosa succede.

Le "ritorsioni" sono tante da parte dell'Uefa con Ceferin che, ad un certo punto, sceglie il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, come vice presidente dell'Uefa. Real, Barcellona e Juventus finiscono nell'occhio del ciclone anche e soprattutto perché credono nel progetto SuperLega e non mollano l'osso. Tra i tre club, quello ad avere le spalle maggiormente coperte è il Real che continua a collezionare successi nazionali e internazionali con Champions vinte a raffica; il Barcellona, dopo il provvedimento del presidente della Liga, Tebas, finisce nella morsa dei tetti salariali è costretto a cedere Messi e a razionalizzare i conti che ancora oggi non tornano. La Juventus viene perseguitata da stampa e una giustizia sportiva particolarmente solerte che brucia i tempi per non farsi rallentare dai tempi di quella ordinaria, tutto il contrario di quanto accade oggi per altri club. Una serie di indagini mettono nel mirino i conti della Juventus costretta a patteggiare in un'annata terribile al termine della quale, dopo le dimissioni del CdA e quindi del presidente Agnelli, comunica l'intenzione di uscire dalla SuperLega. 

Il rapido riassunto delle puntate precedenti era necessario per capire. E veniamo ai giorni nostri. Come potete leggere dal documento ufficiale in foto 1, John Elkann, dopo esserne stato vice presidente fino a poco tempo fa, è ancora nell' International Council della J.P. Morgan principale finanziatore della Superlega. Domanda per i più assennati: un uomo d'affari, proprietario della Juventus, che ha interessi nel principale fondo finanziatore della SuperLega può mai avere interesse a non farvi partecipare la sua Juventus? Vedere una quantità enorme di capitali divisi tra tanti club e non alla Juventus per abbracciare l'ormai battuta Uefa e superata Eca? La risposta è fin troppo facile. Per di più ricordiamo che la sentenza del 21 dicembre scorso della CGUE (Corte di Giustizia dell'Unione Europea) ha condannato l' abuso di posizione dominante da parte Fifa e Uefa che non possono impedire la nascita della SuperLega nè, tantomeno, osteggiare chi vuole farne parte. Messaggio recepito, in ritardo, anche dalla FIGC del presidente Gabriele Gravina nonché vice presidente UEFA quando, il 24 maggio scorso, dispone (foto 2 e 3) che vengano sospesi provvedimenti (che da sentenza CGUE sarebbero illegittimi) verso i club che interessati a partecipare ad un'altra competizione europea. E allora per quale motivo, in questo scenario, dopo aver lottato la Juventus abbandona la SuperLega e torna nell'Eca quando avrebbe la strada spianata? Pura strategia.

Proprio in virtù di quello che accadde dopo l'uscita di Agnelli dall'Eca e la nascita della SuperLega che gettò la Juventus nell'occhio del ciclone, John Elkann dopo aver ripulito i conti con sostanziose ricapitalizzazioni e con un CdA tutto tecnico intraprende una strada diversa, strategicamente più valida: viaggio a fari spenti in entrambi i sentieri. Da una parte (SuperLega) continua il lavoro di Andrea Agnelli (nel ruolo di poliziotto cattivo) che però probabilmente agisce ma senza rappresentare più la Juventus; dall'altro, il proprietario John Elkann (poliziotto buono) appoggia Uefa, Fifa ed Eca per allontanando la Juventus da possibili nuove ritorsioni, e mettendosi nelle retrovie come tutti gli altri. In posizione di sicurezza, posizione che tra l'altro sta assumendo anche Laporta vista la situazione delicata del Barcellona. Lo facevano anche gli schieramenti delle legioni di Giulio Cesare durante la conquista della Gallia come strategia militare. Lontano da ritorsioni fino a quando non si potrà scegliere liberamente dove andare, fino a quando Florentino e l'organizzazione dell'A22 Sports non chiuderà il cerchio dichiarando aperta la SuperLega. Avanti chi è armato nel modo giusto, insomma.

A quel punto ogni decisione sarà legittima ma senza passare per le Forche Caudine di chi ha governato il calcio fino ad ora.