Gazzetta - Buffon: "Conte leader feroce, Allegri leggerezza e concretezza”

Ci sono allenatori che ti passano accanto come il vento di marzo: li senti, ma non ti cambiano. E poi ci sono quelli che, volente o nolente, ti restano sotto pelle per sempre. Gigi Buffon, che di panchine ne ha viste tante, racconta così Antonio Conte e Massimiliano Allegri, due uomini diversi come il giorno e la notte, ma capaci di scrivere pagine bianconere con la stessa inchiostro: quello della vittoria.
“Conte? Era feroce”, dice Buffon. Lo conobbe prima da compagno, poi da condottiero. “Determinazione unica, chiarezza assoluta. Una volta ci disse: ‘Se non vi spiego qualcosa, vi sto prendendo in giro. Ma questo non accadrà mai’”. Con lui la Juventus risalì dopo due settimi posti. Sudore, allenamenti estivi massacranti, il ritorno di un DNA vincente che pareva smarrito. Buffon ricorda ancora una frase del 2006, detta dopo Siena-Juve: “O lo rinchiudono o diventa uno dei più grandi allenatori della storia”. È stata la seconda.
Allegri arrivò nel 2014, quasi di soppiatto, e fu un’altra musica. “Ha portato leggerezza”, racconta Buffon. Non superficialità, ma la calma che serve nei momenti che bruciano. Primo esempio? Malmö in Champions: 0-0 all’intervallo, squadra bloccata. “Ci disse di stare sereni, che avremmo vinto con due o tre gol di scarto. E così fu”. Nella stagione 2015-16, con la Juve a -11 dopo dieci giornate, Allegri non si perse. Tenacia, sorriso, calma: il risultato fu uno scudetto insperato. “Entrambi sanno gestire il gruppo e costruire squadre solide. Conte col fuoco, Allegri col ghiaccio. Due opposti, ma lo stesso destino: vincere”.
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