Iuliano a BN: "Questa Juve non si può nascondere. Motta come Lippi? È presto. E su Danilo dico che..."
Oggi ricomincia il campionato dopo la prima sosta per le Nazionali. La Juventus va di scena al Computer Gross Arena di Empoli per affrontare l’Empoli alle ore 18:00. L’obiettivo dei bianconeri è chiaro: confermare l’ottimo avvio di stagione avuto sotto il nuovo corso tecnico di Thiago Motta, che tanto piace a Mark Iuliano. È con lui che la redazione di Bianconera News ha approfondito i vari temi all’ordine del giorno riguardante Madama. Che sia lo scoppiettante mercato estivo eseguito da Cristiano Giuntoli, che sia la solidità di una difesa impenetrabile o che sia il valore assoluto dell’allenatore italo-brasiliano l’entusiasmo non manca. Così come, però, non può mancare una consapevolezza: la Vecchia Signora non può nascondersi e dovrà lottare per vincere, giocando bene. Questo è il messaggio proposto dall’ex difensore della Juventus, la cui intervista in ESCLUSIVA viene proposta integralmente di seguito.
Analizziamo un po’ il primissimo scorcio di stagione affrontato dalla Juventus. Come l'hai vista e che impressione ti ha dato?
“L'ho vista molto bene, l'ho vista solida, l’ho vista concreta e con idee. Mi piace l'idea di gioco, Mi piace che gli attaccanti facciano gli attaccanti. In generale, c'è da dire che questa è ancora una squadra a mezzo servizio, perché mancano i nuovi acquisti a centrocampo. Però, come tutti tifosi bianconeri, sono soddisfatto dell'operato della Juventus a livello di società. Le premesse sono molto buone. Adesso tocca allo staff tecnico realizzare ciò che la società ha fatto”.
Il capo tecnico di questo nuovo progetto molto promettente è Thiago Motta. Ritieni che la scelta della Juventus sia stata azzeccata o servirà del tempo e serviranno test più probanti per dire che poi la Juventus effettivamente ha scelto bene?
“La Juventus ha la fortuna di avere a capo dell’area tecnica un dirigente come Giuntoli, che conosco molto bene e so come lavora. È un top e l'ha fatto vedere in sede di mercato. La scelta di Thiago Motta è stata valutata e ponderata sia per come lavora con i giovani e come li migliora sia per come vengono valorizzati i giocatori d'esperienza. Abbiamo visto pochissime partite, però vedere la squadra unita e con la stessa unità di intenti è già un inizio. È logico che dobbiamo aspettare per vedere una Juve ben definita: con gli europei e la Copa America la preparazione non è avvenuta in maniera omogenea. Tuttavia, ad esempio, ho visto molto nell'ultima partita (contro la Roma, ndr), ho visto molto bene Douglas Luiz: nelle ultime due partite era un po’ tentennante e molto in ritardo di condizione. Un altro giocatore che mi è piaciuto molto e Conceição. Inoltre, va considerata anche la solidità difensiva, che è una nota molto positiva”.
Hai appena accennato il fattore legato alla fase difensiva juventina, che non ha registrato reti e ha incassato appena due tiri in tre gare. Qual è il segreto del funzionamento della fase difensiva e qual è il giocatore che ti ha impressionato maggiormente?
“L’assenza di goal al passivo dipende al fatto che gli avversari arrivano a tirare pochissimo in porta. Questo deriva dal fatto che la difesa della Juve gioca più alta e accetta di più l'uno contro uno. Essere più alti consente di attuare una fase difensiva più densa all'interno del campo. Gli avversari fanno molta fatica a palleggiare tra le linee e ad attaccare la porta. Questo è il fattore che balza di più agli occhi. Qual è il giocatore simbolo di questa fase difensiva? Non ce n'è uno, perché stanno giocando tutti bene: bene: da Cambiaso, che sta giocando anche come terzino, a Cabal, che sta giocando molto bene. Poi ci sono i due centrali, che stanno facendo benissimo, e il portiere (Di Gregorio, ndr) che trasmette molta sicurezza: bene: anche se è stato impegnato in poche occasioni, si è sempre comportato bene. Poi, dobbiamo essere sinceri: anche Locatelli si è comportato bene, perché ha saputo bloccare ottimamente le linee di passaggio. È la concezione del difendere da squadra che va esaltata”.
Tra le tantissime note liete, c’è un giocatore che sta incontrando una crescita molto importante: parliamo di Federico Gatti. Secondo te, quanto ha influito l’investitura da capitano che Thiago Motta gli ha concesso?
“Penso che per lui avere la fascia di capitano in una squadra come la Juventus sia un onore grandissimo. Il ragazzo sta dimostrando di poterla portare, facendo delle ottime prestazioni. Gatti è arrivato a questo punto grazie a Thiago Motta. Lui fa giocare chi se lo merita, chi è avanti con la preparazione, chi ha dimostrato di avere minutaggio in questa Juve. Questo allenatore sta dimostrando di coinvolgere tutti e tale fattore unisce ancora di più il gruppo. Tutti sanno che possono giocare, se sono in perfette condizioni psicofisiche e atletiche”.
Passiamo a una delle note poco liete di questo inizio di stagione. Fino all’anno scorso sembrava un punto fermo, ma in questa stagione sta incontrando poco spazio. Credi che ci possa essere opportunità di rivalsa per lui? Può essere un jolly a stagione in corso oppure pensi che queste prime “bocciature” possano essere l’anticamera di una stagione in panchina per il brasiliano?
“Non penso che Danilo rimarrà in panchina per tutta la stagione. Lui non ha giocato le prime partite della stagione, perché non era in condizione. Veniva da un infortunio. Chi l’ha sostituito, però, ha dimostrato di meritarsi anche la conferma. Penso che Danilo stia aspettando la sua occasione per riprendersi la maglia da titolare. Il brasiliano è un valore aggiunto per la squadra. Però, Danilo o un altro giocatore della rosa sanno che dovranno stare bene per giocare nella Juve, perché la rosa è molto ampia”.
Fino a questo momento il posto di Danilo viene coperto da Nicolò Savona, ennesimo prodotto della Juventus Next Gen? Il suo profilo ti ricorda uno dei giocatori che ha condiviso con te il percorso in bianconero?
“I paragoni fanno sempre un po’ sorridere. Non ho mai creduto ai paragoni. In questo caso il parallelismo non è giusto, perché si gioca un calcio diverso in un'epoca diversa. Oggi un giocatore vorrebbe essere l'idolo di sé stesso. Quello che posso dire è che siamo fortunati ad avere ottimi giovani quest'anno. Savona è uno di questi: sta dimostrando di essere all'altezza della Juve, giocando benissimo. Siamo penso tutti contenti di avere questi giovani che saranno il futuro di questa squadra”.
Hai detto che conosci molto bene Giuntoli. Che giudizio dai al mercato da lui svolto? Qual è stato il colpo di mercato più importante che ha potuto mettere a segno tra quelli effettuati?
“Io penso che ogni colpo che ha fatto la Juve sia stato eccezionale. Poi sarà il campo a dare ragione o torto alla campagna acquisti. Penso che abbiamo centrato gli obiettivi prefissati, spendendo molto e bene. La Juventus è la squadra che si è mossa meglio. Ha preso Koopmeiners, che ha fatto una stagione straordinaria e che farebbe bene in qualsiasi squadra. Il suo acquisto ha contribuito a rivoluzionare uno dei reparti più in difficoltà nelle stagioni precedenti: il centrocampo. Da super juventino, sono molto contento. Giuntoli ha centrato tutti gli obiettivi. Anzi, dirò di più. Avrebbe potuto regalarci anche qualche ciliegina sulla torta, ma penso la riserverà per il futuro…”.
Secondo te, il mercato fatto da Giuntoli può permettere alla Juventus di lottare per vincere lo scudetto e di essere sin da subito competitiva anche in Europa?
“La Juventus deve essere sempre competitiva. È la storia che parla per la Juve. L'obiettivo non è partecipare, ma vincere, come richiede il DNA di questa società. Quindi deve essere competitiva prima di subito per l'Italia e anche in Europa. Non ho la sfera di cristallo, ma sono sicuro di una cosa: la Juve è forte e quest'anno non ci possiamo nascondere. La società ha fatto degli investimenti per vincere. L'anno scorso c'è stata una squadra che ha stravinto meritatamente il campionato (l’Inter, ndr). Quest'anno parte favorita, però io non la vedo così superiore alla Juve”.
L’anno scorso si poteva fare qualcosa di più per rimanere in scia rispetto all’Inter, evitando distacchi siderali?
“Abbiamo visto tutti quello che è successo l'anno scorso. A un certo punto c'è stato un blackout. Dopo la partita contro l'Empoli in casa, ci è successo di tutto. La Juve non ha giocato un gran calcio, però l'obiettivo dei bianconeri era tornare in Champions e cercare di portare a casa un trofeo. E così è successo”.
Alla Juventus hai avuto un grandissimo allenatore che si chiama Marcello Lippi. In molti accostano Thiago Motta all’allenatore viareggino per il proposito di portare una mentalità di calcio innovativa in un contesto tecnico e societario nuovo. Vedi qualcosa di simile tra questi due allenatori e le situazioni in cui entrambi sono arrivati in bianconero?
“La storia di Marcello Lippi è grandiosa. Io penso che Thiago Motta voglia costruire la sua carriera, in cui raggiungere gli obiettivi di grandi uomini come Lippi. Per me è troppo presto dire se Thiago Motta è paragonabile a grandi allenatori come Marcello. Un’eredità del genere è pesante. Facciamogli fare la sua strada alla Juve e non carichiamogli le spalle di troppe responsabilità. Paragoni del genere affonderebbero anche il Titanic. C’è già una pressione non indifferente alla Juve e io penso che lui abbia l’obiettivo primario di divertirsi e divertire con il suo calcio. Questa è la cosa che conta di più per lui. Tuttavia, non dobbiamo dimenticare che Motta ha giocato bene e ha ottenuto risultati a Bologna. Nove volte su dieci si vince, facendo un ottimo calcio. È proprio un connubio. Giocando male, si può vincere qualche partita, ma non si può vincere sempre. C’è da dire che, quando si hanno giocatori bravi, è molto più facile giocare bene. Quando l’allenatore dà degli input al gruppo e i giocatori sanno come disporsi in campo con e senza la palla, si apre un ventaglio di scelte, che permette al campione di fare la differenza. Questo è il segreto per diventare grandi allenatori, che non devono stressare troppo i propri giocatori tatticamente e fisicamente”.
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