Juventus-Venezia 2-1, le pagelle: Bonucci da due torri, Bernardeschi spento

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domenica 1 maggio 2022, 14:31Primo piano
di Matteo Barile

JUVENTUS

Szczęsny 6,5: più che le sue parate, premiamo la sua attenzione e la sua reattività. Sono questi gli “ingredienti” alla base delle opposizioni su Aramu al 16’ e al 67’. Il tasso di colpevolezza è praticamente pari al sotto zero, quando lo stesso fantasista lo castiga al 71’. Quella volée non si prende nemmeno se ci traveste da Superman.

Pellegrini 6,5: ordinato nel mantenimento della posizione, che gli permette di poter recuperare la sfera ogni qualvolta gravita dalle sue parti, si riscopre pericoloso, nel momento in cui deve attaccare, ma non attraverso le sue percussioni lungo linea. Deve rispolverare le sue potenzialità balistiche per mettere paura agli arancioneroverdi. Il sinistro, con cui scheggia la traversa, al 4’ di gioco anticipa un pomeriggio complicatissimo e in salita per gli ospiti, che cadono a causa di Bonucci. (Dal 58’ Alex Sandro s.v.)

Bonucci 7,5: quella di oggi pomeriggio non è certo la sua prima gara da capitano della Juventus. Oggi, però, questa acquisisce galloni di straordinarietà, visto le 35 primavere appena compiute. Vuole farsi un regalo per l’evenienza; regalo che gli viene fornito dalla cooperativa Miretti-de Ligt e che scarta con un colpo di testa degno di un rapace d’area di rigore a inizio gara. Auguratosi un buon compleanno, decide di contraccambiare verso i suoi compagni. È una sua intercettazione di prima intenzione su una ripartenza del Venezia a dare il là all’occasione da goal, non sfruttata da Vlahović. Occasione che il 19 risfrutta al 76', quando insacca in spaccata il goal del 2-1 finale. Sempre sugli sviluppi da corner, sempre su una assistenza aerea.

de Ligt 6,5: il centrale olandese torna a presidiare la sua postazione dopo l’assenza nella sfida contro il Sassuolo. La differenza di rendimento con Rugani appare troppo evidente e pendente verso il numero 4, il quale guida il reparto, dimostrando di essere più efficiente, quando deve rinculare in avanti. Nel momento in cui è chiamato a proteggere la sua porta, mostra un leggero cedimento. La squadra di Soncin si rende pericolosa per la prima volta al 16’: l’ottimo lavoro di protezione e di sponda della sfera da parte di Henry viene semplificato da un abbassamento quasi incomprensibile del numero 4 bianconero, che si preoccupa erroneamente di coprire la porta piuttosto che neutralizzare l’avversario. Peccato, perché avrebbe potuto ambire a un voto più alto, visto che si è reso protagonista dell’assist con cui la Juventus ha sbloccato la contesa.

Danilo 6: ci sono due sfumature da analizzare del Danilo, visto oggi. Nella versione da "jolly lagunare", che si protrae per tutta la prima ora di gioco, il brasiliano assume delle sembianze quasi da mascotte per gli uomini di Soncin: la testata, con cui Henry fa spaventare lo Stadium, nasce da una disattenzione del numero 6, che lascia indisturbato l’attaccante francese. Sfiorato il patatrac, nella parte iniziale della ripresa, riesce a non impattare un cross abbastanza invitante di Rabiot; le due azioni creano i presupposti per lo spendido pareggio di Ampadu. Nell’ultimo quarto d’ora della contesa ha modo di rifarsi, decidendo di tornare a giocare per la Juventus, che riesce a riportarsi in vantaggio grazie alla testa del verdeoro. La sua scelta di tempo e il suo posizionamento sono propedeutici alla doppietta di Bonucci. Croce e delizia.   

Bernardeschi 5,5: nel pomeriggio soleggiato dell’Allianz Stadium, lui è l’unica nota un po’ sbiadita dello spartito della Vecchia Signora è il suo numero 20. L’ex trequartista della Fiorentina completa il grigiore di una catena - quella di destra - che mette quasi mai in difficoltà i dirimpettai arancioneroverdi. Il classe 1994 non trova mai lo spunto determinante per saltare Haps e creare situazioni pericolose per i suoi compagni d’attacco. Le uniche giocate, che testimoniano la presenza nella gara, sono dei traversoni fiacchi. Come il suo Juventus-Venezia. (Dal 58’ Dybala 6: grazie alla sua tecnica individuale fa il suo: nascondere la palla ai giocatori del Venezia.)

Miretti 6,5: alla sua prima da titolare con la Juventus in Serie A, incide come fosse un cliente abituale di ordinari match della massima categoria. Il classe 2003 pennella calcio con delle giocate semplici, ma non per questo poco illuminanti e funzionali. L’arco che, al 7’, disegna per innescare la giocata aerea di de Ligt, sprizza di decisività. Quella decisività non presente al momento del sinistro “strozzato”, mediante cui, dieci minuti più tardi, sfiora il palo alla sinistra di Mäenpää. Il primo esame si può considerare ampiamente superato. (Dal 79’ Arthur s.v.)

Zakaria 6: gli inserimenti dello svizzero sono sempre proverbiali e si rivelano una costante spina nel fianco per la difesa del Venezia, che rischia di capitolare poco dopo il fischio d’inizio della partita. Il suo scatto bruciante gli permette di impossessarsi di un pallone vagante al limite dell’area veneta. Da rivedere solo la conclusione. Con una completezza di finalizzazione avrebbe potuto ambire senz’altro a qualcosa di più nel giudizio contrassegnante questa sua prima domenica di maggio.  

Rabiot 7: “Il vero Rabiot probabilmente l’avete visto, ma forse è mancata la continuità”. Ecco; sta tutta in questa frase la valutazione connotante la perfomance, garantita in questo pomeriggio dal francese. Il vero Rabiot lo si è visto nelle sortite con le quali ara costantemente il versante di centro sinistra. Spesso queste sue uscite culminano con cross interessanti, indirizzati soprattutto verso la scarsa verve di un furente Vlahović. Ma ciò che impressione è l’intelligenza tattica nel leggere le transazioni attive degli ospiti. La sua capacità di frapporsi tra palla e avversario lo rende utile ed elegante nei recuperi di possesso. Queste giocate gli regalano gli applausi dei tifosi. Proprio quelli applausi, la cui continuità è mancata.

Vlahović 6-: del serbo premiamo il grande impegno e la rabbia agonistica, con cui prova a cercare il goal e a mettersi a disposizione della squadra. Premiamo un po’ meno le scelte tecniche, attraverso le quali ha provato a realizzare i suoi intenti, praticamente sempre sconclusionati. (Dal 79’ Chiellini s.v.)

Morata 5,5: lo spagnolo si muove abbastanza male in campo e tende ad essere troppo scontroso con i suoi diretti avversari. La combo, che ne viene fuori, produce una partita deludente. (Dal 69’ Kean 6: la sua energia rivitalizza un attacco opaco.)

Allegri 6

VENEZIA

Mäenpää 6; Mateju 6 (Dall’86’ Okereke s.v.), Caldara 5,5, Ceccaroni 6, Haps 6 (Dall’86’ Ullmann s.v.); Crnigoj 6- (Dal 64’ Peretz 6,5), Vacca 6 (Dal 36’ Fiordilino 5,5), Ampadu 5,5; Aramu 7, Henry 6,5, Cuisance 5,5 (Dal 46’ Kiyine 5,5); Soncin 6.