Moggi a RBN: "Calciopoli? Voglio raccontare la verità che non è ancora emersa. Questo scandalo era già organizzato"

Luciano Moggi non ha dimenticato ciò che gli è successo in Calciopoli. L'ex dg della Juventus intende battersi per mostrare la sua estraneità ai fatti, accaduti nel 2006. Si basa su questo argomento scottante la parte finale della trasmissione di "Cose di Calcio". Ospitato da direttore Antonio Paolino, Moggi ha annunciato l'uscita di una docuserie, caratterizzata da tre episodi. Questa contributo sarà visibile sul sito avvocati.it e si intitola: "Calciopoli - la verità degli avvocati". La mini-trilogia serve a capire il punto di vista degli avvocati su una vicenda, su cui Moggi rivela alcuni particolari inediti:
"Con la serie su Calciopoli il punto di vista inedito è raccontare la verità, che ancora non è stata raccontata da chi ha raccontato solo novelle del processo. E La Gazzetta dello Sport è una di queste. Raccontare una verità è un fatto inedito, che può essere conferito soltanto dalle intercettazioni. Faremo ascoltare delle intercettazioni, che sono quelle delle 2006. Tra queste c'è quella di Gian Felice Facchetti, che mi querela, perchè io ho detto che il papà faceva comunella con gli arbitri. Presentando le intercettazioni del presidente Facchetti e di altri personaggi, è venuta fuori una sentenza diversa: s, econdo la sentenza 2166 della Corte di Milano, Facchetti faceva lobby con gli arbitri e non solo. In quella sentenza si legge che il procuratore della Federcalcio, Palazzi ha scritto che l'Inter aveva più problemi di tutti per via del comportamento illegale del suo presidente. Facchetti sosteneva nel 2004, che, tempo due anni, sarebbero successe cose clamorose nel calcio italiano. Era tutto preparato. Telecom stava agendo nella maniera migliore. E racconto un'altra cosa: io ho un'edizione del Corriere dello Sport, in cui c'è scritto: "Alt! Versione diversa di Calciopoli", perchè un maresciallo va in tv e dice che questo processo poteva essere evitato tranquillamente. E quando parla del caso di Paparesta, che fu rinchiuso nello spogliatoio di Reggio Calabria, lo descrive come un fatto estetico e di puro colore. Quest'avvenimento è stato trasformato in un sequestro di persona".
"Enzo Biagi aveva già individuato quello che era successo. Ha detto: "Ma vuoi vedere che in quella sentenza hanno preso Moggi come capro espriatorio per coprire sentenze ben più gravi di quelle?". Questi ha fatto un elenco di casi ben peggiori di questi. Una decina precisamente. Dico un'altra cosa: l'avvocato Giuseppe Benedetto, nominato della FIGC, quando si è accorto di questi imbrogli, è andato da Guido Rossi e gli ha detto: "Siccome io, voglio andare a letto con la coscienza pulita, mi dimetto da questo incarico irrevocabilmente". Questo è per dire cosa facevano le persone oneste. Ma c'è ancora di più: a quei tempi lì c'era qualcuno, che stava nell'Under 21 e che adesso sta comandando il calcio, che diceva: "Ti stanno facendo una cosa bruttissima. Mi dispiace"".
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