Vlahovic: una pubalgia che lo tormenta da tanto tempo, come risolvere?

Massimiliano Allegri, in conferenza stampa, non si è sbilanciato sulla presenza di Dusan Vlahovic nel derby d’Italia contro l’Inter, anche se nei giorni precedenti era parso abbastanza ottimista. Il tecnico livornese ha parlato di questa “infiammazione pubalgica” che lo tormenta e che lo ha costretto a saltare diversi allenamenti. Una situazione che mio malgrado conosco bene essendone stato condizionato per alcuni anni da calciatore dilettante e posso assicurare che si tratta di un fastidio particolarmente noioso e limitante.
Lo stesso Dusan ha rivelato a luglio scorso di essere arrivato alla Juventus già con questa forma di pubalgia, che alla Fiorentina sembrava condizionarlo meno a giudicare da risultati personali e prestazioni. Nel finale della passata stagione, però, il fastidio è stato tale che in estate il centravanti serbo si è sottoposto a dei trattamenti (un intervento chirurgico del quale si sa molto poco e che è rimasto segreto per un bel po’), seguiti da un programma di rientro personalizzato. Se dopo qualche mese, però, il ragazzo è punto e a capo, qualcosa evidentemente ancora non va.
Il percorso fatto con il suo preparatore personale in Serbia gli ha consentito di presentarsi alla preparazione estiva in buone condizioni, ma con il passare delle settimane il fastidio è tornato fino a fermarlo dopo la gara di Champions League contro il Benfica. Una delle caratteristiche della pubalgia è questa altalena, un vai e vieni che a volte illude sulla guarigione, per poi ripresentarsi puntualmente. In questi giorni lo staff medico bianconero ha inevitabilmente sottoposto il centravanti a terapie conservative, il cui obiettivo è quello di far tornare Vlahovic in campo il più presto possibile. Si tratta per lo più di esercizi di stretching e di rafforzamento dei muscoli direttamente coinvolti, in primis quelli addominali.
Premesso che con le infiammazioni di natura pubalgica ci vuole molta pazienza e che i rimedi quanto più veloci sono tanto meno possono avere effetto duraturo nel tempo, nei casi più gravi si deve ricorrere all’intervento specifico e che ha tempi di rientro più o meno lunghi. Ne sanno qualcosa Icardi, Cuadrado, Balotelli e Verratti, che hanno risolto definitivamente sotto i ferri il problema. Di solito, in questi casi la ripresa all’attività non avviene prima di 30 giorni di stop e terapie, cui segue un altro mesetto o due circa di riatletizzazione. Insomma, un totale di circa 3 mesi che non sembra coincidere con il percorso medico fatto in estate dal centravanti della Juventus, per il quale rimane un alone di mistero.
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