Caro Comolli, la Juventus deve continuare a essere... la Juve: in vetta, sempre

Caro Comolli, la Juventus deve continuare a essere... la Juve: in vetta, sempreTUTTOmercatoWEB.com
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di Massimo Reina
La Juve non è un’azienda, non si misura soltanto in utili o perdite: è amore, passione, vittorie, notti europee che accendono il cuore dei tifosi.

Damien Comolli parla con una chiarezza che sorprende chi, da tempo, aveva perso l’abitudine di ascoltare parole così nette dalla Juventus. “Sono ossessionato dalla vittoria”, dice. E non sembra retorica, ma una dichiarazione di intenti che mette subito ordine tra le aspettative dei tifosi e le sfide concrete della società. Perché la Juve non è un'azienda, non può permettersi di vivacchiare, di ridursi a comparsa. Non è in gioco solo un bilancio o un aumento di capitale: è la storia stessa del calcio italiano e mondiale che reclama rispetto.

Ogni decisione, dal mercato ai rinnovi, dal ruolo del nuovo AD alla gestione del fair play finanziario, deve avere come faro la vittoria. Non esiste un piano B per chi siede sulla panchina bianconera. Comolli lo sa e lo ripete: il club deve tornare a vincere, con strutture moderne, talenti giovani, scouting accurato e una gestione oculata delle risorse. Ma attenzione però: non basta essere sostenibili, la Juve deve essere protagonista, sempre. La creatività di Spalletti, l’ossessione per la vittoria, la gestione strategica del personale, lo scouting capillare e la valorizzazione di talenti sono strumenti di un unico obiettivo: riportare la Juventus al vertice. Ma occorre qualcosa in più e se davvero si vuole tornare a vincere, la proprietà deve fare sacrifici veri, concreti, e non pensare solo a pianificare bilanci e spostare cifre da una voce all’altra.

Serve un piano di investimenti mirato, intelligente, capace di individuare i giocatori giusti che facciano la differenza sul campo, non solo sulla carta. Serve audacia nel mercato, capacità di non tirarsi indietro davanti a cifre che, per il bene del club, devono essere spese per costruire una squadra competitiva subito, senza timori. La Juve, come scritto prima, non è un’azienda: non si misura soltanto in utili o perdite. La Juve è amore, passione, vittorie, notti europee che accendono il cuore dei tifosi. E se la società vuole rispettare la sua storia e chi la segue in ogni angolo del mondo, deve capire che gestire con prudenza non significa rinunciare, ma avere il coraggio di investire dove serve, di programmare sul campo e non solo dietro a una scrivania. In fondo, la Juve può continuare a vivere solo se resta protagonista, se non abbassa mai lo sguardo. Perché qui non si parla di numeri, di grafici, di rendiconti. Qui si parla di calcio vero, di vittorie che lasciano il segno, di una squadra che deve continuare a essere la Juve: in vetta, sempre.