Gazzetta, Capello: “Juve, l’inizio è tosto. Tudor? Parte forte solo se lo aiutano”

Se fosse ciclismo, l’inizio della Juventus sarebbe una tappa con due GPM e un arrivo in quota, dove si respira poco e le gambe fanno male. Fabio Capello, che di salite se ne intende, lo dice chiaro alla Gazzetta: “Non è di sicuro un inizio in discesa”. Il calendario non fa sconti, e nemmeno i sogni.
Ma Tudor, croato di poche parole e molte notti insonni, parte con qualcosa che i suoi colleghi delle big non hanno: conosce la squadra. Non dovrà imparare i nomi, i difetti, le insofferenze. Sa già chi guarda storto e chi corre anche quando non deve. Un vantaggio non da poco, in un calcio dove il tempo non si allunga nemmeno con il recupero. E poi c’è il Mondiale per club. Non è poco. Arrivi da lì con il petto in fuori e l’idea, magari ingannevole, che la stagione sia già iniziata. Capello lo chiama “onda”, e sa che può portarti lontano o lasciarti con la faccia nella sabbia.
C’è però un ma. Anzi, c’è sempre. “È chiaro che una mano deve arrivare dal mercato”, dice Don Fabio. E qui il discorso diventa generale, ma colpisce Tudor più degli altri. Perché chi parte bene ma poi resta a corto di fiato, rischia di cadere al primo strappo. E non basta conoscere la squadra, se poi ti manca chi può cambiarla. Il calcio non è mai semplice. Ma certe salite si fanno solo con le scarpe giuste e qualcuno che, dal finestrino dell’ammiraglia, ti lancia una borraccia. Tudor aspetta la sua.
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