La Stampa - Koopmeiners e Douglas Luiz in cerca di riscatto in America

L’aereo per gli Stati Uniti non porta solo sogni e merchandising: porta anche zaini pieni di rivincite, gambe pesanti e promesse da mantenere. La Juventus arriva al Mondiale per Club con più interrogativi che certezze. Due, però, sono i volti su cui si concentra la speranza bianconera: Teun Koopmeiners e Douglas Luiz.
Il primo, olandese dal sinistro educato e dalla caviglia tormentata, è uno che a Bergamo faceva il regista, il rifinitore, l’uomo delle punizioni e il rigorista. A Torino, tra tendini capricciosi e rotazioni da mal di testa, ha perso un po’ il filo. Ma adesso Tudor – uno che di centrocampisti se ne intende – lo vuole titolare. Con una richiesta chiara: più gol, più sostanza, meno pause. Quaranta partite sono tante, ma Koop vuole lasciarsele alle spalle. Riprendersi il futuro, uno strappo alla volta.
Douglas Luiz, invece, è una storia brasiliana scritta a singhiozzo. Elegante, forse fin troppo. In Premier sembrava pronto per il salto. A Torino ha incontrato la fatica, la pressione, la concorrenza. E ora, paradossalmente, l’infortunio di Locatelli – che però sarà in tempo per il Mondiale per Club – potrebbe offrirgli la chance della svolta. Con l’Al-Ain, nella notte americana, potrebbe toccare a lui. Lui e Khéphren Thuram: tecnica carioca e fisico francese, samba e box-to-box.
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