La Stampa - Koopmeiners e Douglas Luiz in cerca di riscatto in America

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di Massimo Reina
fonte La Stampa
A New York non si gioca solo il Mondiale per Club, ma anche la rivincita personale di due mediani con molto da dimostrare.

L’aereo per gli Stati Uniti non porta solo sogni e merchandising: porta anche zaini pieni di rivincite, gambe pesanti e promesse da mantenere. La Juventus arriva al Mondiale per Club con più interrogativi che certezze. Due, però, sono i volti su cui si concentra la speranza bianconera: Teun Koopmeiners e Douglas Luiz.

Il primo, olandese dal sinistro educato e dalla caviglia tormentata, è uno che a Bergamo faceva il regista, il rifinitore, l’uomo delle punizioni e il rigorista. A Torino, tra tendini capricciosi e rotazioni da mal di testa, ha perso un po’ il filo. Ma adesso Tudor – uno che di centrocampisti se ne intende – lo vuole titolare. Con una richiesta chiara: più gol, più sostanza, meno pause. Quaranta partite sono tante, ma Koop vuole lasciarsele alle spalle. Riprendersi il futuro, uno strappo alla volta.

Douglas Luiz, invece, è una storia brasiliana scritta a singhiozzo. Elegante, forse fin troppo. In Premier sembrava pronto per il salto. A Torino ha incontrato la fatica, la pressione, la concorrenza. E ora, paradossalmente, l’infortunio di Locatelli – che però sarà in tempo per il Mondiale per Club – potrebbe offrirgli la chance della svolta. Con l’Al-Ain, nella notte americana, potrebbe toccare a lui. Lui e Khéphren Thuram: tecnica carioca e fisico francese, samba e box-to-box.