Qualificati e prolifici - Le contropagelle di Marco Sanfelici

JUVENTUS - WYDAD CASABLANCA 4 a 1
DI GREGORIO 6,5 Si riscatta nel finale rispetto all’uscita a metà strada che consente a Lorch di accorciare le distanze, con una paratissima su colpo di testa di Moufi sul 3 a 1 e, dopo il rigore di Dusan, una deviazione bassa su tiro di Aziz ki entrato da poco e solenne dormita di tutta la squadra su corner.
KALULU 6 Fa parte di quella schiera di giocatori che non si elevano perentoriamente dalla media, ma anche che non lesinano mai il loro supporto. Diligente e pulito a destra, pronto a dettare lanci e passaggi.
SAVONA 5,5 Contribuisce alla grande alla “pisciata” solenne di tutta la difesa, piazzata alla “viva il vice sindaco”, nella rimessa in gioco che libera Lorch al tiro dell’ 1 a 2. E’ del tutto ovvio che Savona stia al ruolo di centrale, come chi scrive a quello di docente universitario di chimica fisica nucleare. Sta lì per necessità e in fondo non sfigura, se solo se ne tiene conto.
KELLY 6 Terzo elemento di una linea di difesa da film gotico (avete presente Nosferatu? Più o meno). Se la cava con applicazione, meglio non pensare a coloro che lo hanno preceduto nella storia del ruolo alla Juve…
ALBERTO COSTA 6 Partita molto più bloccata rispetto a quella d’esordio mondiale. Il centrocampo marocchino ha una base assai più solida dei volenterosi emiratini. Eppure Alberto si fionda appena può e raddoppia ad ogni tentativo di attacco sulla fascia destra juventina. Al 70° entrano le truppe pesanti e lascia il campo (LOCATELLI 6,5 Finalmente si ritorna a vedere recuperi e anticipi, oltre ad un colpo di tacco alla Socrates a liberare Cambiaso sulla sinistra. Blinda il risultato, dando sostanza alla terra di mezzo)
McKENNIE 5 Non ci capisce granché da subito, fuori tempo su un paio di palloni e sul secondo, graziato da un arbitro honduregno che dimentica con facilità i cartellini. Il primo è ancora più velenoso, dato che libera Lorch davanti a Di Gregorio, ma il marocchino ciabatta fuori. E son trascorsi solo 60 secondi. Tocca in tutto 3 palloni in 45 minuti e spesso osserva i compagni a giocare. Tudor lo sostituisce, perché una serata storta può capitare, senza fare drammi (KOOPMEINERS 5 Tanto valeva tenere dentro l’americanino. Brancola per il campo tirando ad indovinare il ruolo e di posto giusti. Certo è che mediano basso, tenuto a fare filtro, è la tomba di ogni tentativo a ridargli un pizzico di dignità tattica)
THURAM 7 Esegue la percussione che porta Yildiz al tiro del vantaggio e sono appena passati 6 minuti, continua a martellare la prima linea avversaria e in una qualche misura contribuisce al raddoppio portando via due uomini a Cambiaso al limite dell’area. Nella ripresa si butta dentro un sacco di volte demolendo le difese del Wydad. Non conosce la paura, teniamocelo stretto.
CAMBIASO 7 Eredita la fascia da capitano all’uscita di McKennie. Propizia il gran goal di Yildiz con palla all’incrocio. Cerca di chiudere sullo sbilanciamento collettivo che apre la porta al goal dei marocchini. Si vede negato una giusta rete su corner da un palo dispettoso e continua fino alla fine a cercare l’entrata in area lateralmente. Una delle migliori prestazioni da quando sembra recuperato agli standard di prima infortunio.
FRANCISCO CONCEICAO 6 Più fumo che arrosto, ma il fumo basta a spaventare mezza difesa avversaria, che provvede al raddoppio sistematico. Non gli viene permesso di invadere l’area di rigore con le sue scorribande. E quando ci riesce, lo fanno saltare per aria, ma l’arbitro “maya” fissa il sole e il V.A.R. va a carburo. Prende botte in continuità, tanto nessuno dice niente. (NICO GONZALEZ S.V. Una giocata in tutto, troppo poco)
YILDIZ 8 Segna 3 reti, anzi no 2 e mezza. Una deviazione invero decisiva sul primo tiro gli nega l’appropriazione molto debita del pallone della gara. Segna intorno al 20° una rete che è la consacrazione all’Olimpo dei grandi 10 della Juve. Controllo di sinistro e botta di destro sotto l’incrocio da appena fuori area. Spettacolo. Come pure la palla che ricevuta attraverso un passaggio illuminante di Kolo, controlla, fa sedere il portiere ed insacca di giustezza sul secondo palo. E il costo del biglietto sembra del tutto irrisorio. (GATTI S.V. per la standing ovation riservata a Kenan e un po’ per evitare brutte sorprese sui traversoni)
KOLO MUANI 5,5 Partita “rancina” per lui. Un tentativo di rovesciata nel 1° tempo e un gran passaggio profondo per il 3° goal di Yildiz. La squadra non sempre è capace a supportarlo, ma di suo ci mette l’immalinconirsi che traspare dai suoi occhioni neri. (VLAHOVIC 6,5 Venti minuti di rincorse alla profondità. Dapprima con un dritto per dritto verso la porta del Wydad, anticipato all’ultimo e poi con un’azione prolungata a difesa della palla con “coricamento” subito in area. Rigore e realizzazione con rincorsa e finta. Per farlo sorridere, basta così poco…)
TUDOR 7 Seconda partita al mondiale per club e seconda vittoria a larghe tinte. Il Wydad sembra una squadra che è in possesso di un’idea di gioco e di individualità non certo eccelse, ma di caratura sufficiente per pensare ad una gara vera. La Juventus non si presta più a inizi da terrore e momenti iniziali densi di distrazioni assortite. Due partite e due sblocchi dello score veloce, mettendo gli incontri sulla giusta strada. Una volta in vantaggio la squadra non molla e cerca il raddoppio ottenendolo. Non subisce scrolloni psicologici su eventuale goal avversario, anzi ricorre di nuovo la rete con convinzione. Roba che, anche soltanto 3 mesi fa, sarebbe parsa una gentile concessione degli dei del pallone. La cambiata prospettiva è tutta merito di Tudor e della sua costante azione di liberazione dalle sovrastrutture delle menti dei suoi ragazzi. Ovviamente le squadre affrontate fin ora non sono il gotha internazionale, ma tutto ha un valore se lo si raggiunge. Altrimenti una squadra come la Juve sarebbe condannata alla polemica permanente. Andiamo ad incontrare lo squadrone di Guardiola con le carte in regola e forse con due risultati su tre a favore. Agli ottavi già ci siamo ed economicamente si può già pensare ad un difensore in acquisto. In fondo si è al mondiale per portare a casa delle “opportunità”, come dicono quelli che se ne intendono.
Marco Edoardo SANFELICI
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