Tudor torna in difesa: "Al mio arrivo la squadra era in un buco e anche profondo"

Ha provato a difendersi Igor Tudor in conferenza stampa, quando gli hanno chiesto se fosse soddisfatto di quanto fatto in questo periodo. Neanche due mesi di lavoro dal suo insediamento al posto di Thiago Motta, verso cui il tecnico della Juventus ha sempre dimostrato grande rispetto, non commentando quanto fatto in passato o commentando lo stato della squadra al suo arrivo. A distanza di due giornate dalla fine del campionato ecco che invece un piccolo sassolino sceglie di toglierselo dalla scarpa: "La squadra ha dato sempre tutto quello che poteva, visto che quando sono arrivato io era nel buco e anche profondo. A volte lo dimentichiamo, ma non abbiamo avuto Gatti mai, Koopmeiners mai, Yildiz per due partite. Abbiamo giocato due volte un tempo con un giocatore in meno: non sono cose banali. Nel complesso abbiamo fatto un ottimo lavoro: abbiamo avuto tre vittorie in casa, fuori abbiamo giocato con tre concorrenti diretti. La partita di Parma è stata giocata nell’ambito di due trasferte, con un uomo fuori: secondo me non abbiamo meritato di perdere.
Io dopo tutte le gare ho sempre avuto una sensazione positiva. Poi è chiaro che bisogna sempre essere esigenti, che la Juve deve sempre vincere. Ora vedo una squadra più consapevole delle proprie qualità, più vogliosa, più viva, più battagliera, con un gioco espresso a livello ottimo tante volte.
Poi io vorrei che si giocasse 90 minuti calcio champagne, ma non si può sempre fare. Bisogna capire i momenti, della stagione e della gara, capire cosa può fare la squadra. Non ci sono partite facili sulla carta, non esiste nel mio modo di pensare il calcio. L’allenatore è sempre uno psicologico, sia individuale che di gruppo. Deve guardare chi ha davanti. Se hai davanti Chiellini, Buffon, Bonucci o gente di esperienza con cinque scudetti dietro parli in un modo. Quando hai una squadra diversa parli in modo diverso".
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