Zappi (AIA): "Arbitri come pubblici ufficiali? Vinto battaglia di civiltà ma non basta"
A TMW Radio Antonio Zappi, presidente dell'Associazione Italiana Arbitri (AIA), ha parlato della modifica del Codice Penale, che ha equiparati i fischietti ai pubblici ufficiali: "Abbiamo vinto una battaglia di civiltà ma non abbassiamo la guardia perché non elimineremo automaticamente la violenza. Adesso ci concentreremo sull'aspetto tecnico, a luglio con le nomine ci sono da decidere gli allenatori della squadra del futuro, c'è da curare l'aspetto tecnico della stagione sportiva che sta per iniziare. I nostri organi tecnici hanno contratti biennali, compreso Rocchi, quindi il designatore rimane confermato".
E sulla prossima stagione ha detto: "Sono due i temi che vorrei sottolineare: il rapporto con gli allenatori che dovrà rimanere dialogico e disponibile nell'ottica di un rapporto aperto e corretto, quanto più di scambio ai limiti delle possibilità sul terreno di gioco. Ma c'è un limite e troppo spesso si oltrepassano i confini dialettici che noi non accettiamo più. Non tollereremo che a bordo campo si generi nervosismo. L'altro tema è che vorrei un calcio con sempre meno simulazioni, serve una linea di confine tra scene teatrali e conseguenze naturali di un contrasto. Vedo calciatori che tentano di indurre in errore l'arbitro e questo fa parte di un'inciviltà che non fa bene al movimento. Mi piacerebbe che qualche arbitro sappia leggere meglio la situazione così da perseguirla in modo più efficace. Dal Var non si torna indietro".
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