Ecco a cosa serviva davvero la "carta segreta". Stavolta la proprietà della Juventus è furiosa

Ecco a cosa serviva davvero la "carta segreta". Stavolta la proprietà della Juventus è furiosa
mercoledì 15 marzo 2023, 16:00Editoriale
di Vincenzo Marangio

Tanto tuonò che piovve. Sono settimane che evidenzio come la vicenda sulle plusvalenze sia venuta, piano piano, allo scoperto per quello che era veramente: una battaglia contro la Juventus, un modo per togliere serenità a squadra e ambiente e allontanarla il più possibile dalla zona Europa per togliere l'imbarazzo a Ceferin di trovare un'altra via (difficile da individuare) per estromettere il club bianconero dalle competizioni europee il prossimo anno. Perché, uscendo da ogni equivoco, la volontà è questa dal momento in cui è ricominciato il braccio di ferro tra SuperLega e Uefa, nonostante l'uscita di scena dai quadri dirigenziali bianconeri di Andrea Agnelli. Ma, nonostante sentenze uniche nella storia a campionato in corso e senza prima permettere al club accusato di difendersi, la Juventus ha guastato e sta guastando i piani di qualcuno.

Già, perché probabilmente quel "qualcuno" parlando con un altro "qualcuno" avrà pensato che sottrarre tutti insieme quindici punti alla Juventus la mandasse talmente fuori strada da farla lottare seriamente per non retrocedere, il tempo necessario per far scappare gli altri club più in alto possibile e creare un solco talmente ampio da impedire al club bianconero di agganciare l'Europa anche nel caso in cui (inevitabilmente) quei quindici punti gli fossero stati restituiti. Il piano sarebbe stato perfetto a patto che la squadra colpita da una "giustizia" scellerata non fosse stata la Juventus. Allegri, tanto criticato, e anche giustamente, per il gioco poco europeo che è costato l'uscita più amara della storia dalla Champions, era tuttavia l'uomo giusto al momento giusto

Il tecnico livornese ha fatto da allenatore e psicologo, estraniando il più possibile la squadra da tutto quello che le accadeva intorno, indirizzando le attenzioni sul campo da usare come terreno di riscatto, come altra carta da mettere in mano alla società per andarci comunque in Europa. Con o senza quei quindici punti, con o senza altri punti di penalità, con o senza altre folli e ingiuste decisioni delle istituzioni italiane . E la Juventus, complice anche il passo maldestro di chi la precede, quell'intento lo sta perseguendo, perché senza ancora quei quindici punti si trova a due punti dalla zona Europa League e a 10 dalla zona Champions. Questo per quanto riguarda il campionato, perché nel frattempo i guerrieri di Allegri, i reduci perlomeno, hanno davanti un'altra strada, meno lunga ma più tortuosa: quella dell'Europa League. In tal senso sarà importantissimo intanto superare l'ostacolo Friburgo e affrontare altre 5 partite per entrare in Champions alzando l'Europa League sotto il cielo di Budapest. E sarebbe l'apoteosi.

Ma veniamo alla carta segreta. A cosa serviva? Perché la Juventus la cercava con tanta ostinazione? E il fatto di non aver trovato riferimenti espliciti alla Juventus nel suo interno pregiudica la difesa della Juventus? Il disegno è molto più ampio di quanto non lo si possa guardare in superficie. Il punto di partenza è la certezza che la difesa della Juventus abbia già tutte le argomentazioni utili per smontare un castello di accuse poggiato su una norma che non esiste e con prove demolibili una per una. Trovare un riferimento preciso alla Juventus in questo famoso carteggio tra Figc e Covisoc, sarebbe stato soltanto un ulteriore jolly in più da giocarsi per fare scacco matto con le date che avrebbero invalidato i documenti presentati dall'accusa per la ricusazione. In mancanza di un chiaro riferimento alla Juventus nelle suddette carte, l'impugnazione che la Figc ha fatto nella persona del suo Presidente Gabriele Gravina, non è stato altro che un assist ulteriore per la Juventus che, rivolgendosi legittimamente al Tar per avere una documentazione che l'accusa avrebbe fatto meglio a fornire immediatamente, ha creato un precedente che toglie potere alla giustizia sportiva italiana così com'è strutturata e gestita: da ora, si potrà rivolgersi alla giustizia ordinaria per richiamare all'ordine una giustizia sportiva che ha scambiato l'autonomia con una sorta di dittatura giuridica in cui si emettono sentenze prima di riscontrare colpe con la scusa della necessità di una tempistica diversa. Ovviamente il Tar (Tribunale Amministrativo) prima, e il Consiglio di Stato poi, hanno subito ricondotto tutto sotto l'ordine giuridico naturale delle cose, imponendo all'accusa di fornire alla difesa tutti gli strumenti che essa aveva per difendersi. 

Fonti estremamente attendibili raccontano di un John Elkann su tutte le furie quando è venuto a sapere dell'impugnazione a firma di Gravina di una decisione del Tribunale Amministrativo osteggiando la consegna della documentazione alla difesa della Juventus. Continuo a pensare che i quindici punti verranno restituiti e che, per evitare danni maggiori vista l'assurdità di una sentenza che ha danneggiato la Juventus, sugli altri filoni dell'inchiesta si favorirà un patteggiamento che si definirà con una multa con diffida alla Juventus senza più intaccare la sfera sportiva. Con la Juve regolarmente in Europa e cresciuta, nel frattempo, nello spogliatoio.

Si diventa invincibili in mezzo alle tempeste.