La Juve ha scelto di cambiare, l'allenatore di non fare un passo indietro

La Juve ha scelto di cambiare, l'allenatore di non fare un passo indietroTUTTOmercatoWEB.com
lunedì 5 giugno 2023, 22:19Editoriale
di Antonio Paolino
L'ultimo turno di campionato manda la Juve in Conference e accentua le divergenze interne sulla scelta di confermare Allegri

Il filo sottile del ragionamento fatto da quelli che lavorano “fuori” dalla Continassa – facilmente individuabili e non esplicitamente citati da Allegri a fine partita – avrebbe preso consistenza anche solo in caso di pareggio con l'Udinese. Un magro punticino non sarebbe bastato per garantire il fatidico quarto posto sul campo e il miglioramento della classifica rispetto alla stagione precedente. Il gol di Chiesa a metà della ripresa ha regalato l'ultima gioia sportiva di questa stagione, ma allo stesso tempo ha complicato le modalità per voltare pagina come da copione scritto ormai da tempo in società, o da quelli – appunto – fuori dalla Continassa. E l'indiziato numero uno resta Calvo, l'uomo più operativo da quando si è consumata l'ultima pagina della gestione Agnelli. Coincidenza neppure troppo casuale. Solo Allegri conosce a fondo le contraddizioni con le quali è stato costretto a convivere e che, ieri a fine campionato, ha rivendicato con ancora più orgoglio e rabbia, mettendo però in luce le forti divergenze interne che lo riguardano.

Posizioni – Gli uomini della Continassa, appunto, darebbero continuità e ripartirebbero l'anno prossimo dal tecnico livornese. Tra mille difficoltà, Allegri e la squadra non potevano fare meglio di quello che hanno fatto, ovvero raggiungere il più che significativo terzo posto sul campo. Di diverso avviso, invece, gli altri uomini operativi del club delusi comunque per una stagione amara e senza trofei. «Sarà un'annata che ci ricorderemo anche per gli errori commessi tentando di recuperare posizioni in classifica – ha detto uno sfibrato Allegri – ma adesso è tempo di aspettare le decisioni dell'area tecnica». E questa risposta ha marcato ancora di più la distanza di vedute e di prospettive tra le parti in causa e legate formalmente per altri due anni. Senza possibilità di buonuscita o rescissione. A meno che qualcuno non bussi alla sua porta o che gli si versi le mensilità tenendolo in naftalina per i prossimi due anni. Soluzione estrema che permetterebbe però il cambio di panchina con un profilo di buona prospettiva e di basso costo. Per non continuare a restare sulle montagne russe dell'incertezza sarebbe bene però che le risposte arrivassero presto, chiare e decise. Per tutti, tifosi compresi. E prima che l'Uefa decida la probabilissima esclusione dalla Conference dell'anno prossimo. A quel punto il cerchio si chiuderebbe per davvero. Ma senza ammetterlo pubblicamente, con un lungo sospiro di sollievo. Magari non l'unico della proprietà.