Le teorie di Max e la Juventus che verrà....

Le teorie di Max e la Juventus che verrà....TUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 1 giugno 2022, 15:50Editoriale
di Vincenzo Marangio

La tanto attesa intervista esclusiva di Barzagli ad Allegri, confezionata da Dazn, è andata finalmente in onda e ha svelato, per chi sa leggere tra le righe, tanti aspetti interessanti di ciò che non ha funzionato in questa stagione e come ci si muoverà per crescere e migliorare. Scelgo di partire dalla scelta di Allegri: perché Juventus e non Real. La decisione ha tutto il sapore di una sfida che si trasforma in garanzia per il mondo Juventus: "tornare qui per me significava tanto, ho voglia di riportare questa squadra a dominare in Italia e fare molto bene in Europa". Eccolo il certificato di garanzia per le prossime stagioni, un certificato di garanzia che però dovrà appoggiarsi ad un prodotto funzionante altrimenti, come avviene nella quotidianità di tutti noi, si rispedisce indietro e si cambia, di nuovo. Ma ci sono validi motivi per credere che l'anno prossimo sia quello del raccolto...

Prima di tutto, pur ammettendo con onestà che la stagione è stata deludente e che le responsabilità sono anche del tecnico, bisogna avere la stessa onestà di riconoscere che per un allenatore fermo da due anni, che torna a capo di una squadra profondamente cambiata nello spirito, nell'identità e nello spogliatoio, ci vuole necessariamente un anno di semina, per conoscersi e riconoscersi. Già, riconoscersi. Lo stesso Allegri nella sua chiacchierata con il suo ex pupillo Barzagli ha ammesso "sono cambiati tanti aspetti del calcio in questi anni, uno di questi è il coinvolgimento sempre più frequente del portiere, e questo aspetto ha finito con il deresponsabilizzare i calciatori che, invece di cercare soluzioni, si sono abituati a rifugiarsi nel portiere e questo aspetto non va bene. Bisogna tornare a prendersi responsabilità e cercare e trovare soluzioni, guardando avanti". Una risposta implicita a quelli che vedevano Allegri come responsabile principale della rinuncia al gioco. 

I passaggi importanti sono stati quelli relativi alla qualità della rosa, dei campioni, dello spogliatoio e dei leader. Ed è qui che la Juventus sta lavorando per il prossimo futuro. Allegri parla di giocatori che devono portare personalità, ricordandosi di quei centrocampisti di "incredibile qualità e personalità" come Khedira, Vidal, Pirlo, Marchisio e Pogba. Già, Pogba. Il francese è sempre più vicino al rientro in bianconero e spetterà a lui e Di Maria aiutare la squadra a crescere in personalità, aiutare a far sbocciare i talenti e le potenzialità dei Locatelli, Miretti, Vlahovic e lo stesso Chiesa, a trasformare un germoglio in un fiore. Al resto dovrà pensarci naturalmente anche Allegri, uscendo dal torpore di due anni di inattività che hanno pesato sulle idee del tecnico livornese che ribadisce il concetto del "corto muso" e della fase difensiva come aspetto preponderante, ma consapevole che bisogna proporre qualcosa e che se non si è vinto neanche uno scontro diretto si è sbagliato qualcosa. 

L'ultimo aspetto su cui torno, spiega le strategie dell'allestimento della squadra di quest'anno: "alla fine sono i campioni a decidere e ci si ricorda sempre dei campioni. Non si parlerà mai del gioco del Real Madrid ma dei campioni del Real Madrid". Servono campioni per la personalità, per il carattere, per il carisma e soprattutto per la qualità. Dopodiché anche Allegri dovrà riaccendere e riaccendersi per mantenere la promessa  e riportare la Juventus avanti a tutti in Italia e scalare l'Europa.

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