Quanto tempo serve ancora per ricostruire questa Juve?

Quanto tempo serve ancora per ricostruire questa Juve? TUTTOmercatoWEB.com
Oggi alle 00:01Editoriale
di Antonio Paolino
La prima amichevole fa registrare intenzioni ma non certezze a meno di un mese dall'inizio del campionato e con diversi giocatori in uscita

Manca meno di un mese all'inizio del campionato, ma i dubbi sulla Juventus restano gli stessi di sempre alla luce di un mercato che non decolla e di conseguenza non migliora il gruppo. Una settimana di lavoro alla Continassa per riallineare una condizione sballata dal Mondiale per club e una adesso in Germania per alzare il tiro e tentare di blindare la squadra dalle troppe voci di mercato che certamente non aiutano a ritrovare quella tranquillità utile per ricominciare. Fuori discussione che il primo pareggio stagionale ottenuto con la Reggiana non fa testo. Diversa sicuramente la condizione delle due squadre, così come la sicurezza in quei mezzi ancora tutti da verificare. Non basta oramai essere solo più una big per poter affrontare a mani basse una squadra di categoria inferiore, ma serve avere almeno una condizione fisica e mentale predominante. Ecco cosa – ancora – manca alla Juventus e cosa forse Tudor vorrebbe che già ci fosse. Tre settimane dalla sfida casalinga col Parma sono il minimo per raggiungere una condizione accettabile e forse neppure sufficiente per far incastrare i vari tasselli del mosaico. La realtà è questa ed è inutile ripetere, per provare a alleviare il dolore, che la Juve è nata per vincere. La cruda verità, oramai, porta a ragionare su un'identità costruita non solo sui ricordi ma soprattutto sulla forza effettiva del gruppo e sulle prospettive temporali di rinascita. Dall'ultimo scudetto in poi sono stati tanti, tra intoppi e errori, i momenti che hanno frenato la crescita anche tecnica del gruppo. Si tratta ora di ripartire senza farsi mettere i piedi in testa per porre rimedio, appunto, agli errori di mercato (e gestione) dell'ultimo anno. E su questo Comolli ha fatto una scelta chiara e precisa che forse lo penalizzerà sul breve e non sul medio periodo.

Squadra – Per un allenatore non deve essere il massimo trovarsi a fare i conti con una realtà come questa. Tudor ha vinto e scoperto come fare per vincere già da giocatore, ma in una Juve ben diversa da questa che ora si trova ad allenare. E sicuramente con ben altre certezze e ben altri giocatori. La forza di un club, nel bene e nel male, passa dai diversi periodi storici e dal tempo necessario per ricostruirne quell'identità. La squadra in Germania dovrà lavorare per allenare i muscoli mentre i dirigenti dovranno trovare le soluzioni per sfoltire numericamente il gruppo e per aggiungerne la qualità che serve. Weah chiuderà a ore il suo ciclo bianconero, e la stessa cosa succederà per Nico Gonzalez appena l'Inter deciderà il da farsi con Lookman. Miretti vorrebbe rimanere, ma finirà al Napoli. Ci sono poi i soliti nodi da sciogliere per Douglas Luiz e Vlahovic. Classiche operazioni da fotofinish, almeno la seconda. Con pochi sorrisi per tutti. Anche per la Juve. In mezzo ci saranno poi i soldi per un centrocampista e per riprendersi Kolo Muani. Insomma una corsa contro il tempo per costruire una Juve più competitiva. Speriamo però non solo per raggiungere un posto champions, anche se è difficile ipotizzare qualcosa di molto diverso. E impariamo a chiamarlo "realismo" e non "pessimismo". E speriamo di ritornare a riabbracciare al più presto la nostra "vera" Juve.