Non punterei su Milinkovic Savic. Benvenuto Giuntoli, bello sentirti anteporre il gruppo alle individualità

Non punterei su Milinkovic Savic. Benvenuto Giuntoli, bello sentirti anteporre il gruppo alle individualitàTUTTOmercatoWEB.com
domenica 9 luglio 2023, 13:37Il tackle di Andrea Bosco
di Andrea Bosco

Direi che con le critiche alla Juventus e ad Elkan io mi fermo qui. Tanto ormai è passato il pensiero che la Juventus "ha fatto bene a patteggiare" e conseguentemente a baciare le pantofole di Ceferin e Gravina. Colpevole e colpita (lei e lei sola) per educarne cento. Ho provato inutilmente a scuotere le coscienze. Questo calcio e questa giustizia sportiva hanno ammorbato anche le anime più pure. Mi fermo qui anche perché (nonostante la mia fiducia in Elkann sia ormai pari allo zero) mi sembra giusto valutare, con quello di Allegri, il lavoro di Giuntoli. Dal quale non mi attendo miracoli, ma cose sagge. Tra queste, a mio modesto parere, da evitare gli eventuali acquisti di Berardi e di Milinkovic Savic. Due calciatori che pare siano nei desiderata di Allegri. Mi spiego: entrambi sono ottimi calciatori. Ma se entrambi a 28 anni ancora non hanno lasciato, uno il Sassuolo e uno la Lazio, un motivo ci dovrà pur essere.

Potrei citare i ripetuti flop a livello di Nazionale quando sono stati impiegati. Ma sarebbe ingeneroso: in Nazionale può capitare di fallire. Piuttosto, se un Psg, un Real, un Bayern, un  o un Chelsea non ne hanno mai chiesto i servigi una ragione con evidenza c'è. Potrebbe essere il costo elevato: Sassuolo e Lazio hanno sempre sparato (e ancora sparano) cifre notevoli. Ma più ragionevolmente è facile che la valutazione sia stata tecnica. Ora: è vero che entrambi alzerebbero il tasso qualitativo (non esaltante) dell'attuale Juventus. Ma è anche vero che uno costa 30 milioni e il secondo 40. E il serbo a febbraio del prossimo anno, essendo in scadenza di contratto, può essere (eventualmente) preso a zero. Infine, per quanto riguarda Milinkovic Savic, una eventuale cessione di Rovella (Lotito e Sarri lo vorrebbero) mi farebbe irrigidire nei confronti di Giuntoli. Visto che lo considero molto bravo, ha in primis il dovere di stoppare le richieste di Allegri (la squadra la deve fare Giuntoli, Max Allegri deve allenare quello che gli viene messo a disposizione) e in secundis di tutelare il patrimonio Juve. Rovella è giovane e può solo crescere. E' un regista, ruolo scoperto alla Juve che Milinkovic Savic non potrebbe ricoprire. Per concludere, come ho già scritto, a me pare che Pogba e Milinkovic Savic assieme mal si sposerebbero. Persino se tra i due a centrocampo ci fosse un Pirlo. Tra l'altro, ipotizzando che Pogba torni ad essere Pogba, dove lo collocherebbe Allegri Milinkovic Savic visto che ha fatto fuoco e fiamme per poter trattenere per un'altra stagione Rabiot? Nessuno dei tre è un regista. Nessuno dei tre ha i tempi del metodista. A meno di non chiedere a Pogba di provarci. Paul Pogba avrebbe dovuto lavorare sulla posizione a Manchester per risultare rifinito nel ruolo. Non l'hai mai fatto e adesso è tardi, probabilmente , nonostante il giocatore abbia qualità fuori dal comune.

E' morto Luisito Suarez, aveva 88 anni. E' stato uno dei grandi della storia del calcio. Arrivò all'Inter dal Barcellona. Giocava mezzala di punta. Helenio Herrera lo trasformò in un regista sfruttando nell'Inter che vinse tutto di Angelo Moratti, le invenzioni di Mario Corso, fantasista anomalo che per caso portava sulle spalle numero 11 e le qualità tecniche ed agonistiche di Giacinto Facchetti il primo terzino-ala della storia calcistica italiana. Suarez aveva una capacità eccelsa: sapeva calciare preciso anche a 40 metri di distanza "in corsa". Uno dei fondamentali più difficili del calcio. Alla mia veneranda età a 20 metri, da fermo, riseco a calciare preciso ancora oggi anche io. Ma calciare in corsa, con la testa alta, "vedendo" dove finirà il compagno che attacca lo spazio e recapitandogli il pallone dolcemente sui piedi, è privilegio di pochissimi. Suarez sapeva anche far gol. Ma la sua grandezza, fu proprio quella di sapersi mettere al servizio della squadra ricevendo i palloni recuperati dai Tagnin e dai Bedin, lavorandoli e facendoli successivamente fruttare. Quella Inter giocava- si diceva – in contropiede. Non era vero. La verità era che avendo un Suarez in squadra, Herrera poteva permettersi – grazie alle capacità difensive di Sarti, Brugnich, Guarnieri e Picchi di avere il metodista Suarez libero di costruire, togliendo agli avversari almeno un tempo di gioco. E quando (specie nei primi tempi della sua esperienza milanese) Suarez si prendeva qualche "libera uscita" ci pensava capitan Picchi a farlo rientrare velocemente nei ranghi davanti alla difesa . Se n'è andato un monumento del calcio. Purtroppo le sue qualità non si insegnano: bisogna nascerci. Da parte mia condoglianze alla famiglia. E una grande tristezza nel cuore. Fu uno splendido avversario della Juventus. E vederlo giocare a calcio una delizia per gli occhi. Nei miei limiti, confesso che - benché il mio modello fosse Boniperti - aspiravo a diventare non dico come Suarez, ma simile a lui. Ma come ho scritto è maledettamente difficile calciare in corsa a trenta metri. A meno di non avere i piedi di Luisito. Oggi di giocatori come Suarez non ne nascano più. Purtroppo.

E' arrivato Giuntoli e ha rivelato di essere sempre stato "juventino”, rampollo di una famiglia juventina. Clamore a Napoli, i "tafani" hanno esternato "disgusto". Tradimento? Siamo alla follia. Giuntoli, durante la sua permanenza a Napoli ha fatto bene. Ha scovato giocatori semisconosciuti che hanno fatto la fortuna (economica e tecnica) del suo presidente. Non si è mai reso protagonista di polemiche. Si è segnalato per garbo e misura. Solo gente con la testa piena di segatura può urlare al "tradimento". L'idea che un direttore sportivo (al pari di un calciatore o di un allenatore) possa essere una proprietà dei tifosi è semplicemente ridicola. E' arrivato Giuntoli e ha detto una cosa che mi è piaciuta, vale a dire che conta il gruppo, non il singolo. Gruppo non significa solo spogliatoio. Significa, allenatore, dirigenti, proprietà. Tre giovani lombardi hanno inventato un "sistema" di analisi dati che ha rivoluzionato il mondo del calcio. I tre hanno spiegato che fra quanti utilizzano la loro piattaforma c'è anche Luciano Spalletti. Eccolo lo “studio" al quale Max Allegri non si è sottoposto. Uno studio che ha contribuito alla conquista dello scudetto partenopeo. I tre hanno anche rivelato che inizialmente l'invenzione era stata proposta alla Juventus. Due colloqui, pacche sulle spalle, poi non se ne fece nulla. Immagino che qualcuno a Torino oggi si stia mangiando le mani.

Per la serie facce di bronzo (per non dire di peggio) ecco l'ultima uscita di Gabriele Gravina. Auspico che in breve tempo "ci facciano sapere" quali provvedimenti a livello continentale verranno presi per il dossier Juventus. Come "ci facciano sapere"? Il vicepresidente dell'Uefa che si rivolge alla medesima come ad un soggetto "terzo" ? Nessuno ha mai chiarito (Ceferin per primo) per quali meriti e quali motivi Gravina sia diventato il suo vice. Ma alla luce di tanti fatti accaduti negli ultimi mesi la risposta appare abbastanza semplice.

Tommaso Pellizzari è un collega del "Corriere della Sera" che stimo. Non lo conosco personalmente ma mi ritrovo nelle sue analisi calcistiche,  anche in qualità di ospite a Sky da Alessandro Bonan. Sabato sul Corriere, Pellizzari ha scritto un bel pezzo su Lula, il presidente del Brasile che privo di cortesia istituzionale, si è lagnato in una intervista (nel suo paese) della cucina del presidente della Repubblica, Mattarella. Come farebbe un qualsiasi avventore sui social, deluso dopo una serata in un ristorante stellato . "Ho mangiato male e poco" ha detto Lula. Forse l'ex sindacalista Lula è uno che ai buffet si ingozza come un Trimalcione. Non contento, Lula ha sparato a zero anche sulla scelta della Federazione Brasiliana di affidare la selecao dal 2024 a Carlo Ancelotti. Come se Mattarella mettesse in dubbio le qualità di Guardiola nel caso (assolutamente improbabile) che Gravina affidasse al tecnico iberico la guida della Nazionale attualmente nelle mani di Roberto Mancini.
Mattarella mangia in modo sobrio, la sua educazione non gli permetterebbe mai di insultare la cucina d'altri (specie quella di un capo di stato), ama il calcio ma rispetta il lavoro altrui, specie se quel lavoro ancora non è iniziato . Quindi mi ha sorpreso l'invito di Pellizzari a evitare di infierire su Lula. Il presidente brasiliano si è dimostrato nelle due occasioni (la prima soprattutto) un macroscopico cafone. Anni prima si era dimostrato politicamente fazioso, negando da presidente in carica l'estradizione del pluriomicida, Cesare Battisti . "Fu un errore" ammise successivamente Lula. Un errore è stato anche quello di invitarlo a cena al Quirinale. Per certa gente basta un fast food.