Bravo Comolli, nessun ricatto e una Juve competitiva

Comolli ha messo a disposizione di Tudor una Juve competitiva, tenendo presenti le possibilità legate al momento societario e alle esigenze di bilancio. In buona sostanza è stato smentito chi pensava ad un direttore generale in affanno, costretto a sottostare alle imposizioni degli altri club, vista la necessità di acquistare determinati giocatori. Niente di tutto questo. L'emblema Kolo Muani. Il Psg aveva cambiato atteggiamento negli ultimi giorni, pretendendo l'obbligo di riscatto, per un'operazione totale sui 60 milioni di euro. Troppi. Il manager francese dopo aver chiesto invano ai parigini di venirgli incontro sulla modalità e sul prezzo, ha mollato la presa e nell'ultimo giorno ha virato su Openda. Niente ricatti, dunque. Da capire se il belga sia o meno da Juve, ma questo vale per chiunque sbarchi alla Continassa. Nico Gonzalez doveva andare via e così è stato. Operazione propedeutica all'arrivo di Zhegrova. Il kosovaro sembrava diretto a Marsiglia, già si parlava di Comolli beffato, invece vestirà bianconero. Un acquisto elogiato da diversi addetti ai lavori ed ex calciatori, da ricordare quanto fece impazzire i difensori bianconeri nell'ultima Champions League. Unico timore la questione fisica. L'ex Lille è tornato in campo da poco, dopo una lunga assenza per il problema agli adduttori.
Sta diventando addirittura una vicenda quasi da film sentimentale quella legata a Vlahovic. Ormai dalla fine della passata stagione, il serbo era connotato come partente, per qualche tifoso un traditore, comunque valigie pronte, destinazione Milan. Sta venendo fuori invece una bella storia di calcio, a prescindere da come la si pensi sulle qualità del centravanti e rispetto ai tanti soldi in ballo. Intanto secondo gol consecutivo da subentrante, contro il Genoa decisivo per la vittoria. Poi l'atteggiamento di Dusan, determinato in campo e di nuovo in sintonia con i tifosi. Molti dei quali lo avevano già scaricato, salvo poi perdonarlo e applaudirlo di nuovo. Del resto quando le cose vanno bene, tutti salgono sul carro. Isolarsi da quanto stava accadendo attorno a lui è stata la sua arma vincente. Certificata dalle parole: “Normale si parli di me, ma io penso al campo e mi alleno al massimo, provando a risolvere le partite”. Come dargli retta.Tudor sicuramente sta lavorando bene sulla testa del ragazzo. Ma bravo anche Comolli che di fatto rappresenta la società sotto il profilo sportivo, a fargli capire che in caso di permanenza, non sarebbe stato ai margini. Anzi, a disposizione dell'allenatore. Per il momento ha lo status da subentrante, ma se continui così potrebbe acquisire di nuovo la titolarità. Ora addirittura si parla di possibile rinnovo. Sarebbe la ciliegina sulla torta da parte del dg bianconero.
Non bisogna dimenticare l'arrivo di Jonathan David, il riscatto di Conceicao, le cessioni Mbangula, Weah, Douglas Luiz, quella di Savona, Djalo' e lo scambio Joao Mario-Alberto Costa, quest'ultimo forse di natura prevalentemente economica, ma con il saldo positivo in favore della Juve. Comunque sia, il mercato è la prima occasione per valutare il lavoro di Comolli. Ovviamente in modo parziale. Voti non ne mettiamo, ma è lecito parlare di giudizio positivo, fermo restando che si può sempre migliorare. Vale per tutti. Va ricordata una cosa fondamentale: il dirigente francese ha dovuto operare in una situazione non semplice, frutto di alcuni errori commessi da chi l'ha preceduto. E comunque tenendo ben presente la regola numero uno: sostenibilità (dettata dalla proprietà e dal Fair Play Finanziario), preservando però la competitività. Ora non resta che aspettare le risposte che i nuovi acquisti daranno sul campo, come sempre giudice supremo. Nel frattempo, Comolli merita un applauso.
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