Juve cambia rotta o finisce male: Spalletti è stato chiaro
La Juve di Spalletti stenta a decollare dopo l'esordio vincente. A Firenze terzo pareggio consecutivo, Champions compresa. E già non può più sbagliare in Italia e in Europa.
Alla Juve cambia il maestro, ma la musica è la stessa. L'arrivo di Spalletti, con l'esodio vincente a Cremona, sembrava potesse aprire una nuova era. Invece la squadra ha accumulato tre pareggi di fila: Sporting di Lisbona, Torino e Fiorentina. Risultato a parte, la X maturata al Franchi ha palesato un'involuzione sotto il profilo del gioco: poche idee, tanti errori gratuiti, squadra sottotono, ad eccezione di qualche elemento, leggi Vlahovic. I fantasmi del recente passato tornano prepotenti. Nel post gara di Firenze, significative le parole di Spalletti: “Non bisogna dire dobbiamo, ma vogliamo vincere”. Il cambio del verbo è fondamentale e ha il sapore di un avviso ai naviganti. Torna d'attualità l'aspetto legato alla mancanza di un leader e in generale scarseggia la personalità.
Siamo quasi alla fine di novembre e la Juve si trova già con le spalle al muro in Champions League. Tre soli punti in quattro gare, al momento fuori dai playoff, con altrettante da disputare. La trasferta in casa del Bodo somiglia molto ad un ultimo treno. Se i bianconeri tornassero dalla Norvegia a mani vuote, sarebbe finita, o quasi. Potrebbe non bastare nemmeno il pareggio per entrare tra le prime 24. Le restanti gare sono contro Pafos, Benfica e Monaco: sulla carte abbordabile, non per la Juve di oggi. Uscire anzitempo sarebbe un bagno di sangue economico: lo scorso anno l'incasso totale superò i 70 milioni di euro, malgrado la sconfitta ai playoff. Sul fronte campionato, la squadra è fuori dalle prime quattro. Anche in questo caso, sarebbe un problema di natura economica non partecipare alla prossima Champions. Un altro aspetto rilevante è legato ai nuovi acquisti della Juve. A Firenze, ancora una volta nessuno di essi era nella formazione titolare, Openda e David entrati solo a due minuti dalla fine. Spalletti come Tudor: bocciato il mercato di Comolli. Momentaneamente.
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