A Nantes la Juventus si gioca l'Europa, Allegri una fetta del suo futuro

La Juventus non può fallire a Nantes perché l'Europa League (in attesa dei tribunali) resta l'unica via per la Champions e Allegri è consapevole di giocarsi una parte importante della sua panchina. Dopo la macchia per l'eliminazione ai gironi della Coppa più prestigiosa, sarebbe imperdonabile uscire anche stasera, peraltro contro un avversario tredicesimo nel campionato francese. Il contratto di Max scade nel 2025, ma a giugno si tireranno le somme per capire se voltare pagina, partendo proprio dalla guida tecnica. Nelle ultime ore sono tornati alla ribalta i nomi di possibili sostituti. Per capire il peso di una possibile caduta di Locatelli e compagni, basterebbe ascoltare l'allenatore del Nantes Kombouaré: “Sarebbe ridicolo, la Juve farebbe una figuraccia”. Strategia comunicativa e spensieratezza di chi non è obbligato a vincere e quindi ha i nervi distesi. A differenza di Allegri.

Inutile girarci intorno, l’esito di questo playoff peserà in maniera importante sulla stagione della Juventus, di conseguenza sul suo allenatore. Soprattutto perché la giustizia sportiva non dà certezze, se non la celerità del giudizio a prescindere dall'aver commesso il reato, per dirla alla Torsello. Ragionamento da brividi, ma questo passa il convento. Toccherà al Collegio di Garanzia decidere se cancellare o confermare il -15 per la questione plusvalenze. Poi c'è la manovra stipendi e l'inchiesta Uefa. Insomma, il percorso giudiziario è ancora lungo. Quindi bisogna intanto rispondere sul campo. A partire da questa sera. Restare fuori da tutto a febbraio sarebbe inammissibile. Allegri lo sa e palesa un pizzico di (comprensibile) tensione quando gli chiedono del suo stato emotivo: “Non sono serio, stavo ascoltando. Ho i fari puntati, sembra un interrogatorio di primo grado”. Qualcuno dice che a Nantes servirà la vera Juve. Quale? Lo scopriremo vivendo.