Alberto Costa via per 20 milioni? Un errore che la Juve non può permettersi

Se hai un bravo terzino, giovane, di prospettiva e con la testa sulle spalle, in una squadra che da anni fatica a trovarne uno di ruolo, la prima cosa da fare non è venderlo. È mettergli attorno una squadra vera. E invece si parla — con insistenza, fin troppa — di una Juventus pronta a cedere Alberto Costa allo Sporting Lisbona per 20 milioni, cifra che in un mercato postmoderno vale più o meno come una doppia cifra su FIFA Ultimate Team.
Facciamo due conti, ma senza calcolatrice. Costa è arrivato pochi mesi fa. È giovane, ha mostrato personalità, corsa, senso della posizione. E soprattutto: ha margini. Ora, vista la carenza in organico in quel reparto e la difficoltà a repereire giocatori più forti in quel ruolo a poco prezzo, perché privarsi di uno dei pochi elementi funzionali al progetto? Per 20 milioni, poi. Una cifra che non ti cambia la vita. Ti sistema il bilancio? Forse. Ma il bilancio non crossa, non chiude sul secondo palo, non fa diagonali su un’ala inglese in contropiede. Il bilancio non segna. E nemmeno fa assist.
A meno che — e qui si apre il se del ragionatore — non si riesca a spuntare almeno 30 milioni, con la consapevolezza di reinvestirli subito in qualcosa che abbia gambe più veloci e piedi più fini. Sempre a destra, dove servirebbe un titolare, oppure a sinistra, spostando Cambiaso a destra. Ma anche lì, non è un’operazione che si improvvisa con la valigia di Costa ancora mezza piena. Il punto è sempre lo stesso: non si può costruire cedendo. Altrimenti si rimane lì, nell’eterno ritorno dell’anno zero. A guardare le rivali che programmano, comprano, migliorano. E intanto tu vendi, ti arrangi, rimedi. Finché un giorno scopri che anche quelli bravi, appena arrivati, hanno imparato la lezione: se sei giovane e giochi bene, prima o poi ti mettono sul mercato. Allora il punto non è Costa. Il punto è che, per vincere, qualcuno bisogna tenerlo.
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