Analisi tattica Lazio-Juventus: un occasione persa

La partita dell’Olimpico tra Lazio e Juventus, terminata 1-1 il 10 maggio 2025, lascia un sapore amaro ai bianconeri. Un match in cui la Juventus è riuscita a portarsi in vantaggio con un gol di Kolo Muani e a resistere in dieci uomini dopo l’espulsione per condotta antisportiva di Pierre Kalulu, resistenza crollata solo a pochi secondi dalla fine.
Il gol di Kolo Muani: rapidità e sincronizzazione perfette
Al 51° minuto la Juventus sblocca la partita con una verticalizzazione perfetta. Dopo un giro palla da destra, con Locatelli abbassato sulla linea di Difesa, Weston McKennie, schierato da trequartista nell'1-3-4-2-1 di Tudor, riceve in profondità da Weah sulla sinistra e pennella un cross preciso sul secondo palo. Randal Kolo Muani, con tempismo e precisione, attacca lo spazio tra i centrali laziali e batte Mandas di testa, realizzando un gol che esalta la verticalità e la velocità dei bianconeri.
L’azione è il risultato di un meccanismo ben oliato: giro palla veloce, verticalizzazione immediata e sincronizzazione perfetta tra rifinitore e finalizzatore.
Espulsione di Kalulu: l’errore mentale che cambia la partita
Al 60° minuto arriva la svolta negativa: Pierre Kalulu viene espulso per condotta antisportiva, a causa di un gesto di reazione su Castellanos a palla lontana. Un errore mentale che pesa enormemente sul prosieguo della gara.
Tudor deve quindi riorganizzare la squadra, passando a un 1-5-3-1 più difensivo con baricentro molto basso, puntando a proteggere il vantaggio con un blocco compatto e rinunciando quasi del tutto alle ripartenze.
Confusione e gestione dei cambi: il caso Adzic-Vlahovic
Nel momento in cui la Juventus aveva bisogno di freschezza e lucidità per reggere la pressione della Lazio, la gestione dei cambi ha mostrato qualche incertezza. Adzic, entrato da pochissimo, avrebbe potuto portare dinamismo e capacità di gestione palla, ma Tudor lo sostituisce quasi subito con Dusan Vlahovic, nel tentativo di aumentare centimetri e fisicità in area per gestire meglio i cross nel finale.
Tuttavia, questa scelta non si è rivelata efficace. Vlahovic, entrato per dare peso in area, è rimasto isolato e poco coinvolto nel gioco, senza riuscire a creare pericoli concreti alla difesa biancoceleste o a tenere palla per far rifiatare la squadra.Emblematica in negativo la palla spazzata via dal serbo poco prima del gol del pareggio: un calcione da partita da parrocchia quando uno come lui, soprattutto entrato da poco, avrebbe potuto tenere e provare a far respirare i suoi.
Finale in sofferenza e pareggio inevitabile
La Lazio ha sfruttato la confusione e la ridotta incisività bianconera per alzare il ritmo. La Juventus, schiacciata nella propria metà campo, ha perso progressivamente lucidità e compattezza. Il pareggio di Matias Vecino è arrivato su una conclusione nell'area piccola, dopo un rimpallo in mischia, punendo la gestione passiva e e poco aggressiva del finale.
Conclusione: spunti per migliorare la gestione mentale e tattica
La Juventus ha mostrato capacità di reazione e carattere, ma l’errore mentale di Kalulu, come già successo due settimane prima a Yildiz,e una gestione incerta dei cambi — in particolare la rapida sostituzione di Adzic con Vlahovic — hanno compromesso una vittoria che sembrava ormai alla portata.
Questa partita è un monito sull’importanza della concentrazione e del controllo nervoso nei momenti chiave, oltre che sulla capacità di lettura e gestione tattica delle situazioni di gioco, specialmente nei cambi. Solo migliorando questi aspetti la Juventus potrà evitare di sprecare il regalo fatto dall'Atalanta di Gasperini che, battendo la Roma, ha lasciato la Juventus padrone del proprio destino nelle ultime due giornate.
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