Andersinho Marques a BN: "Juve, Bremer è il tuo leader silenzioso. Lui è l'unico difensore che sa già a memoria come marcare i suoi avversari"

Andersinho Marques a BN: "Juve, Bremer è il tuo leader silenzioso. Lui è l'unico difensore che sa già a memoria come marcare i suoi avversari"TUTTOmercatoWEB.com
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martedì 26 luglio 2022, 09:05Primo piano
di Matteo Barile

Non è passata nemmeno una settimana da quando la Juventus ha messo le mani su Gleison Bremer. I 41 milioni di euro più 8 di bonus, che la Vecchia Signora ha sborsato per battere la concorrenza dell’Inter e per strapparlo al Torino, simboleggiano la forte volontà della dirigenza bianconera di puntare sul difensore brasiliano. Grandi esborsi comportano grandi responsabilità e aspettative, ma, qualora il plenipotenziario juventino dovesse avere anche solo un dubbio sulla tenuta dell’ex numero 3 granata, questo viene spazzato via dalle parole di Andersinho Marques. Il direttore di MondoSportivo Brasil ha tracciato un ritratto di questo ragazzo, il quale è già maturo al punto giusto per affrontare e sostenere le pressioni di un palcoscenico così importante come quello della Juventus. Juventus che non poteva puntare su giocatore migliore per colmare i vuoti, lasciati dalle partenze di Chiellini e de Ligt

Che tipo di giocatore è Gleison Bremer?

È un tipo di giocatore con ancora grandi margini di crescita, ma possiamo considerarlo già un top player nella sua posizione, perché riuscire a essere il miglior difensore centrale della Serie A nel 2022 non è cosa da poco se si considera che ha giocato nel Torino. Questo non vuol dire che il Torino non sia una squadra importante, ma lo sapete bene, che riuscire a vincere questo premio con le squadre un pochino più “basse” in classifica è molto difficile. Lui ha fatto sempre molto bene a livello individuale negli ultimi anni. È cresciuto veramente tanto da quando è arrivato in Italia. Io glielo dicevo: 'ti dicono la parola "temporeggiare" Sai cosa vuol dire? E io glielo spiegavo. Dopodiché ha cominciato a studiare i suoi avversari coi video e adesso è uno dei pochi giocatori, non dico solo in Italia, ma forse anche nel mondo che prima della partita sa già a memoria come giocano i suoi avversari, che deve marcare”.

Il Torino ha avuto due difensori brasiliani dalle belle speranze: uno è Bremer, l’altro era Lyanco. Secondo te in cosa Bremer è riuscito a dimostrare di essere più forte di Lyanco, sopravanzandolo nelle gerarchie?

Sono due bravi giocatori, ma la costanza di Bremer, la sua pazienza, soprattutto quando non giocava, nel non fare polemica, di fare silenzio e di essere pronto quando era stato chiamato in causa è stato il suo vantaggio. Il suo primo anno è stato molto difficile: ha giocato poco. E, quindi, magari, un brasiliano, che è un po’ testardo, non sarebbe rimasto, non avendo pazienza nell’aspettare il suo momento. Secondo me, questo è il Bremer che tutti conoscono: un ragazzo tranquillo, sereno, concentratissimo che ha un obiettivo e lo porta a termine, senza far parlare di sé. Se si presta attenzione alle sue partite, non ha mai litigato con alcun attaccante. Di solito i difensori forti stanno lì a litigare e provocare. I grandi attaccanti raramente sono riusciti a segnare e ad avere la meglio su Bremer nell’uno contro uno. Bremer ha una gran voglia di imparare, tant’è che lui parlava sempre con i suoi allenatori, con cui si consultava per capire dove e come migliore. Questa sua umiltà di voler crescere ogni giorno l’ha portato ad essere oggi in una grande squadra”.

Dalla tua descrizione si evince che Bremer sia un “leader silenzioso”. Credi sia la definizione giusta per etichettare Gleison Bremer?

"Sì, lui è classico “leader silenzioso”. Secondo me è una definizione perfetta per Gleison Bremer, perché se si andasse a chiedere ai suoi ex compagni, tutti sono contenti di e per lui. Poi, magari, i tifosi sono arrabbiati per la questione che lui è andato alla Juventus dal Torino. Tuttavia, i tifosi devono ricordarsi che il signor Bremer - e utilizzo il termine "signor" , perché tale è stato in questo senso - tra un anno poteva andare via a zero; ma lui ha rinnovato il contratto per riconoscenza nei confronti del club, che lo ha fatto crescere molto in Italia. Poi quei soldi che il Torino ha incassato dalla Juventus potevano non arrivare; adesso, però, i granata possono fare un buon mercato. Quindi, secondo me, i tifosi intelligenti devono dire grazie”.

Prima ha parlato di attaccanti che, contro Bremer, hanno fatto fatica a segnare. Lui ti hai mai confidato di aver avuto un po’ di “difficoltà” nel marcare un particolare attaccante. Se sì, di chi si tratta?

"Un difensore avrà sempre difficoltà nel marcare un attaccante, perché, come lui studia gli attaccanti, gli attaccanti studiano i difensori. Magari degli attaccanti di una squadra più piccola può riuscire a superarlo. Può capitare: lui non farà sempre bene. Gli auguro di sbagliare il meno possibile e che possa aiutare la sua squadra a prendere meno goal. Ma, essendo un difensore, prima o poi, un attaccante lo supera. Quindi non c’è una definizione di attaccante in tal senso. Noi brasiliani, quando giochiamo a calcio, non abbiamo paura, perché, per noi, è un divertimento pagato molto bene. Possiamo parlare di concentrazione raddoppiata piuttosto per provare a sbagliare il meno possibile. Il miglior difensore, per me, sbaglia il meno possibile nella difensiva. Poi, là davanti, la sua squadra segna e siamo tutti contenti. La paura non esiste a questi livelli”.

Ha un modello di difensore a cui si è ispirato e continua a ispirarsi nel corso della sua carriera?

La settimana scorsa lui ha dichiarato di vedere sempre le partite di Chiellini. Tra l’altro, il numero 3 che ha preso non è un caso, secondo me. È il suo erede. Non sto paragonando Bremer con Chiellini, sia chiaro: tuttavia, c’è tanta strada da fare per diventare Chiellini. Nonostante ciò, per me, è sulla strada giusta per diventare un grande leader di questa squadra. Secondo me, la Juventus ha fatto un ottimo investimento”.

Quale allenatore ha avuto un impatto decisivo nella crescita di Bremer? Quanto Allegri potrà essere importante per fargli fare il fatidico salto di qualità, che gli servirà per essere uno dei centrali più forti a livello internazionale?

"Lui ha sempre dichiarato di aver imparato un po’ da ognuno. L’ultima tappa l’ha condotta insieme a Juric e lui è uno che vuole spingere tanto con le sue squadre. Anche se da difensore, Gleison prendeva palla da dietro e diventava l’uomo sorpresa in avanti. Su Allegri, in tanti mi hanno fatto la domanda: “Riuscirà a giocare in una difesa a 4 e non solo a 3?” Io rispondo dicendo che Bremer ha iniziato a giocare a 4. Non è una sorpresa per lui tornare a giocare a 4. È un difensore completo. Ci è già stato prima che lui arrivasse ed era ancora giovanissimo. Con Allegri può crescere ancora di più. E dico di più: ogni volta che intervengo in una radio brasiliani o in alcuni programmi brasiliani, chiedo sempre a chi mi ascolta come mai Bremer non sia nel giro della nazionale verdeoro. Parliamo del miglior difensore brasiliano negli ultimi due anni in Europa”.

Bremer ha sempre detto di sognare la nazionale brasiliana, però ha anche detto, in un’intervista rilasciata a ESPN Brasil, che, qualora dovesse essere chiamato dalla nazionale italiana, lui non direbbe di no. In questo momento, quali tra le due nazionali pare più in vantaggio nel poter permettere a Bremer una carriera internazionale da questo punto di vista?

Partiamo dal presupposto che non si è ancora riuscito a capire un fattore: la questione legata al passaporto italiano. Bremer non ha il passaporto italiano ancora. Sua moglie Debora sta facendo ancora la pratica per il suo passaporto italiano. Dopo che arriverà il passaporto italiano della moglie, anche lui dovrebbe riuscire a prendere il suo passaporto attraverso il matrimonio con Debora. Ma le tempistiche saranno lunghe. Io, però, gli auguro che possa andare al Mondiale con il Brasile. Ogni bambino brasiliano, quando nasce e cresce, ha come primo regalo un pallone. E il sogno di ogni bambino brasiliano è quello di giocare con la casacca verdeoro. Se poi questa cosa non succede e dovesse arrivare la cittadinanza italiana, lui aprirà le porte, se gli altri non lo chiamano. Ma ora non può essere convocato per l’Italia”.