Benfica-Juventus 4-3, le pagelle: Iling Junior guida la scossa! Ma Bonucci dov'era?

Benfica-Juventus 4-3, le pagelle: Iling Junior guida la scossa! Ma Bonucci dov'era?TUTTOmercatoWEB.com
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mercoledì 26 ottobre 2022, 00:12Primo piano
di Matteo Barile

BENFICA

Odysseas 6; Bah 6- (Dall’81’ Gilberto s.v.), António Silva 7, Otamendi 6, Grimaldo 6+; Florentino 6,5, Enzo Fernández 7,5; João Mário 7,5 (Dal 94’ Ciquinho s.v.), Rafa Silva 7,5 (Dall’87 Musa s.v.), Aursnen 7; Gonçalo Ramos 7,5 (Dall’87 Neres s.v.); Schimdt 8.

JUVENTUS

Szczęsny 5,5: prende 4 reti. La prima di queste incanala forse in maniera determinante la contesa. E in quell’occasione quel qualcosa di più sarebbe anche stato lecito aspettarselo.

Danilo 5: due terzi di difesa della Juventus naufragano nella calda notte del Da Luz. E, purtroppo, tra i due terzi ci rientra anche lui a pieno titolo. La sbavatura difensiva, che ha portato al terzo gol del Benfica, evidenzia anche il suo contributo: il brasiliano non stringe a sufficienza su João Mário, il quale gode di troppa libertà per andare al traversone. Questo errore da matita rossa offusca la sponda aerea, con cui propizia il momentaneo pareggio bianconero.

Bonucci 4: quello che combina all’alba del 13’ è l'anticamera di un sipario che cala prematuramente sulle già residue speranze di qualificazione dei bianconeri agli ottavi di Champions. Un lancio innocuo dalle retrovie coglie impreparato sia Danilo che il meglio posizionato capitano bianconero. Il 19 contribuisce a creare un’autostrada per Rafa Silva, che, non perdona poco dopo la mezz’ora di gioco. Il tacco del gioiellino benfiquense è una meraviglia per gli occhi, ma l’inadeguatezza nel coprire il “cuore” dell’area è troppo evidente nell’esperto centrale, che non sa letteralmente che pesci pigliare. Specie al 50', quando "disegna" una voragine troppo ghiotta per il centravanti del Benfica, consacratosi in questa serata dal mancato senso dello spazio del viterbese. (Dal 60’ Alex Sandro 5: fa una grandissima fatica a coprire gli ampi spazi, specie quando la linea difensiva si alza per andare a pressare con più vigore i portatori di palla del Benfica. Nel finale di gara, infatti, la squadra di Schmidt attacca quasi sempre dal suo lato.).

Gatti 5: il suo debutto in Champions League non può essere ascritto alle classiche partite da ricordare. Per la verità, l’impatto con il più grande dei palcoscenici europei non è nemmeno tanto malvagio. Il numero 15 fa emergere una certa personalità, che, talvolta, sfocia anche in irruenza. Come gran parte dei calciatori, che hanno cercato di metterci tanta determinazione, finisce per essere rimpicciolirsi dinanzi agli assalti del Benfica, il quale sblocca la contesa grazie al giovane juventino. La sua altezza si è riscoperta non sufficiente per reggere imperiosità di Antonio Silva, che acuisce le colpe di un marcatore ancora forse troppo acerbo. Acerbo e sfortunato, perché la sua torsione aerea non lo aiuta ad “allietare” una serata nera come la sua maglia odierna della Juventus.

Cuadrado 5: il colombiano è lontano dall’essere il “quinto” ideale per Allegri. Questo si dimostra praticamente nullo nell’offendere e nel dare soluzioni offensive al duo d’attacco, schierato e modificato in corso d’opera. Per sua sfortuna, si contraddistingue per essere decisivo per la gara del Benfica, il cui nuovo e definitivo vantaggio viene garantito da una sua imprudenza con il suo braccio. Braccio che decreta il calcio di rigore e, di fatto, scava la fossa per i bianconeri. (Dal 60’ Miretti 6: la sua freschezza atletica rende più elastico e mobile il centrocampo juventino, che mette sotto scacco i dirimpettai di reparto grazie al 20 juventino.).  

McKennie 5,5: il texano è parte di un disastro, che lo rende "attivo" allo scoccare del 50’. Il punto più basso della scampagnata lusitana della Vecchia Signora lo vede parecchio in difficoltà sulla seconda rete, marcata da Rafa Silva. Il mancato schermo sul filtrante verticale di Grimaldo è sottolineato da una sua goffa copertura. Dimostratosi inefficiente nel tenere compatta la fase difensiva dei suoi, prova a farsi perdonare, buttandosi in avanti. Lì trova maggiore soddisfazione, perché riesce a trovare la rete, che rende elettrico il finale di partita. Ciò, però, non basta alla Juve per evitare l’eliminazione e a lui per addolcire una prestazione abbastanza deludente.     

Locatelli 4: domanda secca: si è mai visto in campo questa sera? Assolutamente impalpabile.

Rabiot 5: il francese continua a rispolverare pagine del manuale di utilità al servizio della Juventus. Questa volta la funzionalità del numero 25 si riscopre altamente efficace soprattutto, rinculando sulla poderosa cavalcata offensiva di João Mário dopo appena 5 minuti di gioco. La sua chiusura è un connubio di grandi capacità agonistiche, applicate a buona scelta di tempo nell’intercettazione del possesso casalingo. Questo episodio rimarrà solo un frammento appena scintillante di una partita, in cui si contraddistingue soprattutto in errori di caratura tecnica anche banali.

Kostić 6: è probabilmente l’unico titolare che merita di essere salvato dall’inferno, in cui la Juventus è ripiombata nella nefasta trasferta di Lisbona. Complessivamente meglio nel primo tempo che nella ripresa, il serbo accende i riflettori su di sé soprattutto attraverso un paio di sgasate, che mettono in difficoltà Bah. Il 17 è bravo nell’eludere il suo diretto avversario in almeno un paio di occasioni. I suoi traversoni rappresentano un’opportunità tangibile per Kean e Vlahović, i quali, però, non sfruttano a pieno l’intraprendenza del serbo. (Dal 71’ Iling-Junior 6,5: se Gatti non può essere contento del suo esordio in Champions, il primo approccio dell’inglese al massimo torneo europeo per club è un inno alla spregiudicatezza, fatta di spunti notevoli e concreti. Il già non irreprensibile Bah rischia di distruggere la roccaforte vittoriosa del Benfica per favorire la rimonta di una Juve ai piedi di questo ragazzo. La sua capacità di creare spazi e saperli sfruttare con l'ausilio di grande tecnica innesca le reti del 4-2 e del 4-3, che potrebbero dare il là a un insperato pareggio. Già potrebbero, ma i suoi compagni non sono così incisivi sotto porta.).

Kean 5,5: in un tempo giocato acquisiscono peso due soli momenti: la seconda marcatura consecutiva del numero 18 in questa stagione e il tacco volante a risultato ormai compromesso. Per carità, non è poco, ma la mancata volontà di essere partecipe alla partita è troppo lampante nella versione europea di Kean, che permea la sua performance di momenti abulici per larghi tratti. (46’ Milik 6: il suo apporto non è stato tanto migliore di quello regalato dal classe 2000. Dalla sua, però, emerge in maniera fin troppo lapalissiana quel guizzo tecnico di pregevole fattura, che contribuisce a dimezzare lo svantaggio e a dare un piglio diverso a una squadra abbastanza svuotata.).

Vlahović 5,5: l’unica nota positiva della sua partita è il forte e faticoso contributo, che "sprigiona" in occasione della rete dell'1-1. Il numero 9 rianima la "sua" Juventus, ma l’opportunità di prendersi la squadra sulle spalle non conosce un episodio successivo a questo. Il serbo è vittima di una squadra, che lo supporta poco, e di sé stesso, che non si dà una mano: la conclusione strozzata, con cui prova a pungere verso la porta di Odysseas è il certificato di un ennesimo “vorrei ma non posso”. (Dal 70’ Soulé 5: non avrebbe cambiato nulla ai fini del discorso qualificazione, ma il piatto sinistro, con cui spreca il traversone di Iling-Junior da buona posizione, è un errore capitale. Un errore che rende ancora più amara la sconfitta di questa sera.).

Allegri 5