D'Aniello a RBN: "L'Heysel era uno stadio fatiscente e quasi senza sicurezza, la situazione precipitò subito"

D'Aniello a RBN: "L'Heysel era uno stadio fatiscente e quasi senza sicurezza, la situazione precipitò subito"TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Pietro Mazzara
mercoledì 29 maggio 2024, 17:38Primo piano
di Alessio Tufano
Il flautista e cofondatore dei Modena City Ramblers, presente la sera della tragedia, ha raccontato la propria esperienza ai microfoni di Radio Bianconera

Franco D'Aniello, membro dei Modena City Ramblers, è intervenuto oggi nella puntata che “Cose di Calcio” ha dedicato al ricordo delle vittime dell'Heysel in quanto testimone oculare di quell'immane tragedia: “È un giorno di riflessione per tutti e per me che ero presente proprio nel settore Z, in maniera particolare. Ero con un amico e un altro suo amico, posizionati ad una ventina di metri dalla rete divelta, e paradossalmente l'essere più vicini agli inglesi ci ha forse salvati, perchè eravamo lontani da quel muro contro cui molti morirono schiacciati. Rimpiango che nessuno abbia pagato per questa storia, confermando la sensazione che lo stadio sia una zona franca e uno sfogatoio delle furstrazioni delle persone. Sono passati anni prima che tornassi allo stadio".

D'Aniello torna quindi con la memoria a quella maledetta giornata: "Solo dopo scoprimmo che quel pezzo di curva Z non doveva essere nemmeno messo in vendita, perchè doveva fare da cuscinetto tra i tifosi del Liverpool e quelli della Juventus. Noi fummo felicissimi di trovare i biglietti ai tempi, ma arrivati lì ci accorgemmo da subito che lo stadio era fatiscente, con gli ingressi in alto e una piccola porta di legno che si apriva sugli spalti. Un paio d'ore prima della partita sono entrati gli inglesi e la situazione già dall'inizio apparve fuori controllo. A dividere le due tifoserie c'era una rete da pollaio che venne divelta immediatamente, e a garantire la sicurezza c'erano giusto due o tre poliziotti. Quando la situazione precipitò noi fuggimmo verso il campo e scavalcammo la rete sotto la tribuna, capitando direttamente nell'ufficio della UEFA. A quel punto un rappresentate della UEFA provò a mandarci via da lì ma ricordo che io nella disperazione lo minacciai con la pompa di un idrante. Come tornammo a casa? Appena fuori dallo stadio c'era un vialone con case che affacciavano su entrambi i lati, dei signori ci ospitarono in casa per la notte e il giorno dopo il fratello di uno degli amici che era con me venne a prenderci con la macchina".