Juventus-Real Madrid 0-1, era già tutto previsto (cit. Riccardo Cocciante) - Le contropagelle di Marco Sanfelici

DI GREGORIO 8: Portierone perfettamente adatto a queste stagioni bianconere. Un goal o due li prende sempre, ma inanella una serie strepitosa di parate da fare invidia a portieri del passato come Boranga, ad esempio, Garella e compagnia “parante”; il versante cioè opposto alla tradizione di estremi difensori pronti ad intervenire raramente, ma in modo decisivo. Anche questo è un segno inequivocabile dei tempi di “vacche magre”. Comunque, finché para, va più che bene.
KALULU 5: Trepidante e incerto con costanza. Vero è che continua la gara fino in fondo nonostante un infortunio che lo limita, ma il risultato non è granché e questo giudico. Comunque, Vinicius è il peggior cliente che possa capitare. Si perde Gonzalo Garcia, concedendogli un agevole testata e Real in vantaggio.
RUGANI 5,5: Il prodotto dell’ultimo raschiamento del fondo del barile. Oltre, c’è la disperazione. Ad ogni buon conto disputa un incontro senza infamia e senza lode, al netto di quella respinta ciccata davanti a Di Gregorio, andata a buon fine in assenza di avversari. (GATTI S.V. Entra alla ricerca di un colpo di testa nell’area madrilena, se ci si andasse…)
KELLY 5,5: Il “braccetto” con le infradito. Che detta così potrebbe anche sembrare una nota di encomio, se non fosse per le volte che arriva per secondo sulla palla e quelle altre in cui respinge alla C.d.C. riconsegnando la palla ai blancos. Si immola alla causa e si resta in 2 in difesa, piove sul bagnato (KOSTIC 5: Ci hanno rimandato indietro un ex giocatore)
ALBERTO COSTA 6: Si trova a gestire un match tutto in difesa e con poca gloria. Ci mette la grinta, l’applicazione, la volontà: il risultato non è eclatante, ma non meno di tanti altri compagni.
LOCATELLI 5,5: Passa la prima mezzora a guardare gli altri giocare, incidendo come le ali di una farfalla nello spostamento d’aria. Si rifà verso la fine del 1° tempo sostenendo le incursioni di Thuram. Ripresa con tanti patemi e sacrificio continuo nel contenimento. (McKENNIE S.V. Si distingue per un retropassaggio col Real in avanzamento. Da autentico “volpino”)
THURAM 6,5: Di gran lunga il migliore dei bianconeri di movimento. Continuo nelle incursioni, costante nella potenza espressa, spesso al limite dell’area avversaria alla ricerca di un compagno per triangolare. Non è colpa sua se fa la fine di Diogene con la lanterna in mano.
CAMBIASO 5,5: Gioca una quantità di palloni enorme, costretto da un’asimmetria endemica nello schieramento juventino. Alcuni sono giocati bene, altri meno.
Patisce spesso il pressing di Alexander-Arnold, ma è uno degli ultimi a mollare.
FRANCISCO CONCEICAO 5: Non incide come suo solito, anche se Huijsen deve usare le maniere forti per tenerlo a bada, con l’aiuto di Fran Garcia. Subisce una vergognosa esibizione del “mister 60 milioni” che dopo essere stato saltato, lo raggiunge proditoriamente con materiale organico sparato dalla bocca. Da vero esempio per le generazioni future.
YILDIZ 6: Per la prima mezzora, nella quale mette Kolo davanti a Courtois, per una rete “mangiata” che grida vendetta, delizia pubblico e tifosi con giocate di alto livello. Poi scompare del tutto, fino a consigliare alla panchina di sostituirlo. Lui protesta, ma comanda Tudor, nel bene e nel male. (KOOPMEINERS 4,5: Ai titoli di coda di un film in cui compare come calciatore. Forse tra alcuni anni qualche studente dell’ISEF (o similia) si laureerà con una tesi sul mistero Koop)
KOLO MUANI 5: Neanche male tutto considerato, ma l’errore all’inizio della gara, solo davanti a Courtois, dopo aver vinto il duello con Ridiger, è un errore grave e che macchia pesantemente la prestazione. Pallonetto sbagliato e palla fuori sopra la traversa. Magari vincerebbe il Madrid ugualmente, ma un poco di paura se la prenderebbe ed invece…
TUDOR 5,5: Fa un bel lavoro circa lo schieramento e la messa in campo. Poi però, ai primi segni di forcing realista, mentre la squadra subisce quasi passivamente, non è in grado di trovare qualche buona idea. Fa discutere la sostituzione di Yildiz, anche se il turchino non dà segni di vitalità nel parto verde. E la Juve arretra, fino ad entrare in area e non uscirne più fino al vantaggio subito. Non gli si può imputare la netta differenza di panchine e di obbiettivi tra le due compagini. Ma un pizzico di reattività in più del solo ripiegamento passivo, sì. Ha il merito di aver gestito entro quanto possibile l’avventura americana. La Juventus esce rafforzata nelle intenzioni e forse ha un quadro più esauriente delle cose da fare per alzare prestazioni e qualità di esse. Tudor sarà tenuto a non dilapidare il bottino di esperienza e di scelte derivanti. L’introito soddisfa le casse della società e rimpingua le non tanto segrete aspettative dei tifosi per una nuova stagione più soddisfacente. Che sia l’anno 1, dopo una serie infinita di anni 0 e che finalmente si ritorni a non considerare una sconfitta di misura come uno scampato pericolo. La storia si sta rivoltando nei meandri del tempo.
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