Parola d'ordine non accontentarsi: la Juve è una cosa diversa

Uscita a testa alta o certificazione di un livello non eccelso è il dilemma riguardante la Juve. Perdere solo 1-0 contro il Real Madrid tutto sommato è accettabile. Ci mancherebbe. Ma dopo un primo tempo in cui ha dominato un sostanziale equilibrio, è venuta fuori la superiorità dei Blancos, certificata dai numeri. Gli spagnoli hanno effettuato 21 tiri, contro i 6 della squadra di Tudor. Se non ci fossero state le di 10 parate di Di Gregorio, di cui almeno 4 decisive, racconteremmo un'altra storia. Del resto, se dovessimo fare un bilancio di tutto il Mondiale per Club, forse il segno non sarebbe così positivo. Le prime due gare sono state vinte contro avversari oggettivamente mediocri, poi la figuraccia con il Manchester City, quindi la sconfitta di ieri. Bisogna mettersi d'accordo su quale sia l'ambizione della Juve: accontentarsi dello status quo o tornare a competere per vincere qualche trofeo? Immagino la seconda.
La cosa importante è la mentalità: fermo restando che bisogna contestualizzare, nella storia bianconera non trova diritto di cittadinanza "a testa alta": o si vince, oppure si fallisce. E' un concetto da trasferire nella testa dei giocatori e questo compito spetta a Tudor, esperto in materia, visto che la maglia bianconera l'ha indossata per tanti anni. Senza dubbio sarà decisivo anche il mercato. Jonathan David non basta, questo è chiaro. Si parla di un altro colpo pesante e risponde al nome di Osimhen. Se arrivasse il nigeriano, il reparto offensivo farebbe un upgrade importante. Poi bisogna capire cosa succederà con Kolo Muani e Vlahovic. Reparto offensivo a parte, la Juve necessita poi di due top,uno per la difesa, l'altro per il centrocampo. Insomma, almeno un giocatore di livello per reparto. Tutto questo però è legato anche alle uscite. Per investire servono i soldi delle cessioni. Qui scopriremo la bravura di Comolli.
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