La Juve e il calcio italiano piangono un altro campione: addio a Gianluca Vialli

La Juve e il calcio italiano piangono un altro campione: addio a Gianluca VialliTUTTOmercatoWEB.com
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venerdì 6 gennaio 2023, 10:28Primo piano
di Daniele Petroselli

Dopo una lunga battaglia, Gianluca Vialli non ce l’ha fatta. A 58 anni il campione bianconero si è dovuto arrendere a quel tumore al pancreas che lo aveva attaccato nel 2017 e contro il quale ha combattuto come un leone per tutti questi anni. Lo aveva definito “un ospite indesiderato”, “un compagno di viaggio che avrei evitato volentieri”, parole che ha scelto con cura per dare un messaggio a tutti quelli che sono nelle sue condizioni per vivere queste fasi non come un evento drammatico ma per dare forza e comunque. Stavolta però la malattia ha preso il sopravvento, e tutto è successo in maniera repentina, in giorni già tragici per lo sport italiano, che ha dovuto dire addio prima a Sinisa Mihajlovic e poi a Mario Sconcerti e Pelé.

Quando l’ex bomber, attraverso il sito della FIGC, ha annunciato una pausa dal ruolo di capo delegazione degli azzurri, si era capito che purtroppo l’ospite era tornato a farsi sentire. A Londra sono state ore di ansia e alla fine, circondato dall’affetto dei propri cari, Gianluca se n’è andato, lasciando il cuore spezzato non solo alla sua famiglia ma a milioni di tifosi che da anni lo hanno accompagnato in questa sua con messaggi di incoraggiamento.

UN CAMPIONE MAI TROPPO CELEBRATO

Nato a Cremona, quinto e ultimo figlio di una famiglia di origine trentina, Vialli ha tirato i suoi primi calci all'oratorio di Cristo Re, al villaggio Po della sua città nativa, ma è nel vivaio del Pizzighettone che emerge, prima di essere preso giovanissimo dalla Cremonese per mezzo milione di lire. Il suo esordio tra i professionisti arriva in maniera precoce nella stagione 1980-1981, in cui ottiene 2 presenze nel campionato di Serie C1. Da lì con i grigiorossi è una lunga cavalcata fino alla Serie A, dove arriva da ala. Solo dopo avviene la trasformazione da bomber puro, con quella Sampdoria che nel 1984 lo ha preso per lanciarlo definitivamente. E Vialli non ha deluso, diventando in breve tempo l’idolo e il simbolo del popolo blucerchiato, formando con Roberto Mancini una coppia formidabile. Fino al 1992 conduce il club di Genova a risultati incredibili: tre Coppe Italia, uno Scudetto, una Supercoppa e una Coppa delle Coppe.

Poi arrivò il passaggio alla Juventus per 40 miliardi di lire, all'epoca la cifra più alta mai spesa al mondo per un calciatore. Gianluca insieme a Roberto Baggio, Fabrizio Ravanelli e all’emergente Alessandro Del Piero, andò a formare un reparto d’attacco tra i più forti d’Europa, ma quanta fatica all’inizio. E’ con Marcello Lippi che esplode definitivamente, diventando un vero leader, trascinando i bianconeri nel 1996 a quella Coppa dei Campioni che ancora oggi è l’ultimo grande trofeo vinto dalla Vecchia Signora. Proprio quella finale di Roma fu l’ultima apparizione di Vialli con la maglia della Juve, prima della sua nuova avventura in Premier League con il Chelsea, del quale nel 1998 divenne a sorpresa tecnico e giocatore allo stesso tempo. In tanti furono scettici, ma alla fine fece ricredere tutti, trascinando il Chelsea alla vittoria di Football League Cup, Coppa delle Coppe e Supercoppa europea. Tre trofei che ne sancirono la fine della carriera di giocatore, ma continuò quella di allenatore, prima di passare poi a quella di commentatore tv e dirigente.

UN COMBATTENTE NATO

Tra le sue ultime imprese quella degli Europei del 2021. Voluto fortemente dal suo compagno di battaglie e amico Roberto Mancini come capo delegazione della nazionale italiana, con il suo esempio e carisma è stato uno degli elementi determinanti nel gruppo che ha trionfato a Wembley. E in quell’abbraccio con Mancini dopo l’ultimo rigore parato da Donnarumma nella finale contro l’Inghilterra c’è tutto Gianluca Vialli, un uomo coraggioso, capace di imprese incredibili, in campo (celebri le sue reti spettacolari) e fuori.

Un uomo che ha saputo emozionare i tifosi italiani con il pallone ma anche con le parole. In una delle sue ultime apparizioni tv con Alessandro Cattelan, aveva descritto in maniera lucidissima la sua situazione ma anche la sua vita negli ultimi anni: “Oggi so che ho il dovere di comportarmi in un certo modo nei confronti delle persone, di mia moglie, delle mie figlie perché non so quanto vivrò. Quindi ti dà questa opportunità di scrivere le lettere, di sistemare assolutamente le cose. Ho imparato che la malattia non è esclusivamente sofferenza. Ci sono dei momenti bellissimi. La malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, ti può spingere anche più in là rispetto al modo anche superficiale in cui viviamo la nostra vita. La considero anche un’opportunità. Non ti dico che arrivo fino a essere grato nei confronti del cancro, però non la considero una battaglia. L’ho detto più volte. Se mi mettessi a fare la battaglia col cancro ne uscirei distrutto. Lo considero una fase della mia vita, un compagno di viaggio, che spero prima o poi si stanchi e mi dica ‘Ok, ti ho temprato. Ti ho permesso di fare un percorso, adesso sei pronto’. Cerco di non perdere tempo, di dire ai miei genitori che gli voglio bene. Mi sono reso conto che non vale più la pena di perdere tempo e fare delle stronzate. Fai le cose che ti piacciono e di cui sei appassionato, per il resto non c’è tempo”. Ed è questo il più grande insegnamento che ha lasciato a tutti. Grazie ancora di tutto, Gianluca Vialli, campione per sempre.