Milan-Juventus 0-0, le pagelle: ottimi i due centrali, male Dybala

Milan-Juventus 0-0, le pagelle: ottimi i due centrali, male DybalaTUTTOmercatoWEB.com
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domenica 23 gennaio 2022, 23:33Primo piano
di Matteo Barile

MILAN

Maignan 5,5; Calabria 6,5 (Dal 75’ Florenzi: s.v.), Kalulu 6+, Romagnoli 6,Theo Hernández 6; Tonali 6, Krunić 5,5; Messias 5 (59’ Saelemaekers 6+), Brahim Díaz 5,5 (59’ Bennacer 5,5), Rafael Leão 6,5 (Dal 75’ Rebić: s.v.); Ibrahimović 5,5 (Dal 27’ Giroud 5); Pioli: 6.

JUVENTUS

Szczęsny 6,5: i primi venti di Milan-Juventus del polacco non sono contrassegnati da particolari campanelli d’allarme. Poi, al 20’, si accende Leão, che gli spara una mina dai 25 metri. La reattività, attraverso la quale risponde alla conclusione del portoghese, lo sveglia dal torpore, vissuto nella prima metà del primo tempo. Ammirevole il modo riesce a distendersi su di sé.

De Sciglio 6: Allegri, sulla lavagnetta dello spogliatoio, e Cuadrado, sul campo, gli affidano un controllo pressoché totale della catena di destra. E lui si disimpegna con buona abnegazione: un po’ in affanno, quando è chiamato a "sopportare" l’uno contro uno, riesce a riscattarsi nel momento in cui gioca d’anticipo sulle discese, organizzate dal Milan sul suo lato. Agendo in questa maniera, spesso coglie di sorpresa il suo “dirimpettaio” Theo Hernández, mediante il contrattacco sulla corsa con e senza palla. Momento, quest’ultimo, che preferisce nettamente, specie quando è chiamato ad andare al cross, il cui quantitativo si può ascrivere alla categoria "quanto basta". Gara scolastica, ma tutto sommato efficace.

Rugani 6,5: nella sua mattonella di centrale difensivo, situata sul versante di centro destra, è un re. Quando attacca, il Milan sfrutta molto la corsia di sinistra sia con le verticalizzazioni di Brahim Díaz, ordite dalla trequarti juventina, sia con gli strappi esterni dello stesso fantasista spagnolo o del vivace Leão, propenso a proporre traversoni. Malgrado ciò, la reazione scaturita da quella zona di capo, gestita dal 24 bianconero, è di quelle imperturbabili: che sia con interventi aerei o con opposizioni di piatto mancino, Rugani non fa mai tremare la propria retroguardia. La dimostrazione di lettura tattica delle avanzate milaniste è davvero notevole.

Chiellini 7: se prima Ibrahimović e poi Giroud vengono praticamente annullati nel feudo dell'area di rigore della Vecchia Signora, grandi fette di merito vanno anche al capitano della Juventus, più “coraggioso” del suo partner di reparto nell’alzare l’attendista linea difensiva bianconera. Impeccabile nello svolgimento della sua solita e puntuale mansione, c’è un fattore in cui riesce a spiccare in maniera evidente: spesso la prima fase d’impostazione della sparagnina manovra juventina viene impartita dal suo tocco di esterno sinistro, spesso delicato. Prestazione super e, in un certo senso, in barba ai pronostici.

Alex Sandro 6-: continua a piccoli passi l’ascesa verso il concetto di decenza calcistica del terzino brasiliano, che, se non altro, va apprezzato per l’approccio volitivo e un po’ propositivo. Sfoggia una buona qualità atletica nell’affondare in profondità; d’altro canto, però, potrebbe migliorare alcune delle scelte tecniche di cui si è reso protagonista nei novanta minuti di San Siro; i suoi cross sono anche ben calibrati, ma risultano dei regali a Maignan, che non deve fare grande fatica per opporsi. Si migliora, ma la strada da percorrere è ancora tanta.   

Bentancur 6,5: il tempismo perfetto con cui, all’11’, applica il tackle scivolato sulla percussione centrale di Tonali, smorza il precedente errore di smarcamento di Cuadrado sul numero 8 del Milan, che stava armando la bocca di fuoco offensiva dei suoi. Questo episodio è il preambolo e, al contempo, il simbolo di una partita, giocata all’insegna di un'elevata accortezza difensiva, evidenziata, in particolar modo, quando deve intervenire nelle diagonali di ripiego. (Dal 90’ Rabiot: s.v.)

Locatelli 5: l’ammonizione, comminatagli dopo neanche dieci minuti di gioco, condiziona il suo match. Non potendo metterci la gamba in maniera vigorosa, si limita a supervisionare l’andamento del possesso rossonero, quando deve rinculare. Per mettersi in evidenza, si affida, allora, agli sganciamenti offensivi con la palla, interpretando due ruoli differenti: il suggeritore a scavalcare una difesa, quella del Diavolo, a volte troppo alta o lo stoccatore diretto. Non funziona in nessuno dei due casi. (Dal 65’ Arthur 6+: il suo contributo serve a migliorare la qualità della transazione attiva bianconera mediante verticalizzazioni scorrevoli e precise e l'attitudine di schermo rispetto alle offensive milaniste: buoni e utili i suoi interventi in spaccata a spezzare i corridoi di passaggio, che il Milan individua.)

Cuadrado 6+: stando a quanto ammirato nella prima frazione di gioco, è decisamente l’uomo più intraprendente della Juventus: tornato a posizionarsi nel trittico di trequarti, il colombiano si distingue per il modo un po' particolare e poco "classico" di interpretare questo nuovo “abito” tattico: il numero 11 accentra spesso e volentieri il suo raggio d'azione per creare una linea di scarico costante a Dybala. Una situazione che, al 13’ del primo tempo, gli permette anche di creare la situazione più pericolosa della frazione: un diagonale da posizione centrale, che mette relativamente sugli attenti Maignan. (Dal 65’ Bernardeschi 5: subentra, ma toglie alla squadra l’effetto sorpresa, dato da Cuadrado.)

Dybala 5: più che un numero dieci, che deve determinare gli affondi degli ultimi 30 metri, si traveste da semplice smistatore delle poche e sterili transazioni offensive della squadra. Se nella prima parte di gara, riesce a curare e proporre continuativamente una bella intesa, fatta di uno-due dinamici con Cuadrado, nella seconda parte del match si limita ad allargare il gioco, premiando l’avanzata degli esterni, segnatamente quelli che presidiano l’out di destra. La cosa più triste è che non riesce praticamente mai a mirare la porta neanche con lo sguardo. (Dal 90’ Kulusevski: s.v)

McKennie 5,5: la sua imprevedibilità non dà punti di riferimento alla difesa del Milan, ma non dà nemmeno grandi spunti d’attacco alla sua Juventus. Parte spesso da posizione centrale per defilarsi lungo l’esterno a destra; ma, giocando così, si ingolfa in un groviglio di marcature, che lo distanziano parecchio dal bersaglio grosso, difeso da Maignan. Evanescente.  

Morata 5,5: il numero nove di Madama ha vissuto una serata assolutamente abulica; nei primi quarantacinque minuti, l’atteggiamento molto rimesso della squadra lo condanna a una gara di grandissimo sacrificio. Anzi, quasi di annullamento, perché, a dire la verità, la palla non la vede proprio. Nel secondo tempo, la Juve lo asseconda e lo coinvolge maggiormente. Più nel ricucire lo sviluppo del possesso per vie centrali che nel finalizzare, però: da questo punto di vista l’unico sussulto che regala è un colpo di testa schiacciato e innocuo, con cui premia più l’ottima discesa di De Sciglio, piuttosto. Troppo poco presente e pungente. (Dal 74’ Kean: s.v.)

Allegri: 6