Mughini attacca la Juve: “Non è più degli Agnelli né degli italiani. Cambi nome”

Quando Giampiero Mughini parla di Juventus, lo fa sempre da innamorato ferito. La sua fede bianconera non l’ha mai nascosta, ma questa volta l’editorialista non usa mezze misure. Intervistato da Il Foglio, lancia una provocazione che sa di scossa tellurica: "La Juventus dovrebbe cambiare nome. Era la squadra degli Agnelli e degli italiani. Oggi non è più né l’una né l’altra".
Parole dure, che vanno oltre la cronaca calcistica e toccano corde più profonde. Per Mughini, la Juve di oggi non ha più quell’identità che la rese simbolo di un’Italia operosa, popolare e industriale al tempo stesso: "Forse è tutta la Serie A che dovrebbe cambiare nome. È una metafora formidabile dell’Italia. I ragazzini non giocano più a palla nei cortili, stanno sui social con il telefonino. Altro che calcio". Il suo non è solo un attacco al club, ma un grido di disillusione verso un Paese che non riconosce più se stesso. La Juventus diventa così, nelle sue parole, il riflesso di un’Italia smarrita, che ha perso il gusto delle cose semplici: la palla in strada, il fango sulle ginocchia, la passione pura. Da sempre uomo di cultura prima ancora che tifoso, Mughini spoglia la Vecchia Signora del suo mito e la consegna a un presente senza radici, quasi a dire che non basta la maglia a reggere un’eredità secolare. Un atto d’accusa e insieme una malinconia: quella di chi, guardando il calcio di oggi, cerca ancora la Juve di ieri.
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