Riparte il processo Last Banner, ecco tutte le tappe della vicenda

Il Processo Last Banner ripartirà con il processo di appello, dopo la sentenza di primo grado che è stata emessa il 20 ottobre 2021: il prossimo 26 ottobre ci sarà la prima udienza del processo di appello, dove alcuni ultrà della Juventus, si difenderanno dalle accuse a loro rivolte e, tramite i loro legali, cercheranno ribaltare la sentenza di primo grado. Ripercorriamo adesso tutte le tappe della vicenda.
30 settembre 2020, prima udienza del processo. Gli ultrà della Juventus nel dettaglio sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio, violenza privata ai danni di alcuni tifosi e violenza privata nei confronti della società bianconera ricattata per avere biglietti delle partite all’Allianz Stadium e gestirne poi il bagarinaggio e controllare il merchandising.
Il club bianconero ha già comunicato che destinerà ogni eventuale indennizzo in beneficenza
A coordinare l’inchiesta i procuratori Patrizia Caputo e Chiara Maina, dopo che la stessa Juventus denunciò i capi dei gruppi ultrà. Nel corso dell’udienza preliminare dello scorso giugno erano già arrivate una condanna, tre assoluzioni, tre patteggiamenti e due proscioglimenti.
20 ottobre 2021, la sentenza di primo grado. Sei condanne e sei assoluzioni hanno chiuso oggi in tribunale a Torino il processo Last Banner sulle pressioni esercitate dagli ultrà sulla Juventus.
La più alta, 4 anni e 10 mesi, è stata inflitta a Gerardo Mocciola, detto Dino, indicato come il leader dei Drughi, per il quale la procura aveva chiesto oltre 13 anni di reclusione. Da una prima lettura del dispositivo si ricava che i giudici hanno in parte ridimensionato le tesi della pubblica accusa. Secondo la procura, nella stagione 2018-2019 la tifoseria organizzata bianconera esercitò pressioni illecite sulla Juventus per non perdere una serie di benefici e agevolazioni.
I giudici hanno riqualificato molti dei capi d'accusa da estorsione a tentativo di estorsione. Per Domenico Scarano la condanna è a 3 anni e 3 mesi di reclusione; per Salvatore Cava 2 anni e 4 mesi; per Sergio Genre 2 anni e 6 mesi; per Umberto Toia un anno e sei mesi; per Giuseppe Franzo un anno e due mesi. La Juventus e alcuni dirigenti bianconeri che si sono costituiti parte civile hanno ottenuto il diritto a un risarcimento e a provvisionali che in totale ammontano a 53 mila euro
Inflitti anche i Daspo
Daspo da 2 a 5 anni per i sei tifosi condannati oggi pomeriggio a Torino al termine del processo Last Banner. In particolare, per Gerardo Mocciola, Salvatore Cava, Domenico Scarano e Sergio Genre e' stato deciso il divieto di accesso per 5 anni in impianti sportivi italiani e all'estero. Due anni di daspo, invece, per Umberto Toia e Giuseppe Franzo.
19 Aprile 2022, le motivazioni della sentenza. Una "strategia estorsiva volta a indurre i vertici della Juventus a modificare la propria politica in materia di biglietti ai gruppi ultras". Di questo sono stati riconosciuti colpevoli alcuni leader della tifoseria organizzata bianconera condannati a Torino lo scorso 20 ottobre al termine del processo Last Banner. E' quanto scrive il tribunale nelle motivazioni della sentenza con cui per la prima volta in Italia è stata riconosciuta l'associazione per delinquere nel contesto delle tensioni negli stadi di calcio.
Gli episodi contestati risalgono alla stagione 2018-19.
Secondo i giudici lo strumento principale di pressione degli ultrà era il cosiddetto "sciopero del tifo", assicurato "imponendo ai tifosi ordinari, se del caso anche con la minaccia e l'intimidazione, di non cantare o addirittura di non esultare ai gol della squadra"; condotte che per il tribunale sono riconducibili al reato di violenza privata.
Nelle conversazioni intercettate si fa riferimento alla necessità di "fare guerriglia" per garantire la compattezza della curva. Il tribunale si è anche soffermato sulle "condotte estorsive" portate avanti ai danni dello Slo (supporter liason officer) della società, Alberto Pairetto, e di altri dirigenti bianconeri.
Adesso si ripartirà con il secondo grado di giudizio e ci sarà da verificare anche i tempi processuali che, qualora dovessero andare per le lunghe - caso che spesso accade nella giustizia italiana- potrebbere portare alla prescrizione dei reati di cui sono accusati gli imputati.
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Aut. Lega Calcio Serie A 21/22 num. 178