Spalletti può vincere lo scudetto? La storia della Serie A dice che..
Una settimana fa Luciano Spalletti ha parlato chiaro: «La Juventus deve ambire allo scudetto». Parole nette, ma anche un invito a confrontarsi con la Storia, perché vincere dopo un cambio in panchina non è mai scontato. In quasi un secolo di Serie A, ci sono stati pochi episodi in cui una squadra ha conquistato il titolo affidandosi a un tecnico subentrato, e ognuno di questi racconta qualcosa di unico.
Si comincia dal 1934-35, quando la Juventus stava vivendo il suo Quinquennio d’Oro. Quattro scudetti consecutivi, una squadra quasi perfetta, ma anche un ricambio generazionale inevitabile. Carlo Carcano, l’allenatore dei successi, venne allontanato per motivi personali e a metà stagione prese il suo posto Carlo Bigatto, bandiera bianconera. La squadra non tremò: con Bigatto al timone, la Juve conquistò il quinto titolo consecutivo, scrivendo un capitolo che ancora oggi i tifosi ricordano come simbolo di resilienza e continuità.
Qualche anno più tardi, nel 1938-39, il Bologna dovette affrontare un cambiamento più doloroso. Il suo tecnico Árpád Weisz fu costretto a lasciare l’Italia a causa delle leggi razziali. La società richiamò Hermann Felsner, veterano dei tempi d’oro degli anni Venti, e con lui la squadra proseguì il cammino interrotto, conquistando lo scudetto con due giornate di anticipo. Anche qui, il cambio in panchina fu dettato da circostanze esterne, ma il risultato fu lo stesso: vittoria e continuità di progetto.
Nel 1942-43, il Torino affrontò invece una crisi tecnica che sembrava insormontabile. La squadra arrancava, i risultati non arrivavano, e la dirigenza decise di sostituire l’allenatore András Kuttik con Antonio Janni. Da quel momento la squadra cambiò marcia, rimontando e vincendo il campionato. Con quel cambio di guida tecnica vennero gettate le basi del Grande Torino, quello leggendario, che iniziò la sua era leggendaria subito dopo la fine della II Guerra Mondiale.
Poi arrivò la tragedia di Superga, nel 1948-49, quando l’intera rosa del Torino perse la vita in un disastro aereo. Non ci fu un cambio tecnico convenzionale: la squadra, ormai leggendaria, fu sostituita dai ragazzi del vivaio, e la FIGC proclamò il Torino campione d’Italia in memoria delle vittime. Una vittoria imposta dal lutto, che dimostrò quanto il calcio sia parte della Storia e della memoria collettiva.
Negli anni Cinquanta la storia si fece più surreale. Nel 1952-53, la Juventus si trovò al centro di tensioni con il tecnico Carver. Dopo un breve interim di Combi e Bertolini, in dicembre arrivò il danubiano Sárosi, e con lui la squadra ritrovò equilibrio e continuità, tornando allo scudetto.
Poi, nella stagione 1954-55, il Milan guidato da Béla Guttmann era primo in classifica quando il club decise di esonerarlo. La squadra finì il campionato sotto Hector Puricelli e vinse lo scudetto. Guttmann lasciò l’Italia, e qualche anno più tardi al Benfica, secondo la leggenda, lanciò una maledizione:«Da qui a cento anni nessuna squadra portoghese sarà due volte campione d'Europa e il Benfica senza di me non vincerà mai una Coppa dei Campioni!». La maledizione sembra essersi avverata, dato che il Benfica ha perso tutte le finali europee a cui ha partecipato dopo quell'evento. Una storia che mescola calcio, destino e superstizione.
Infine, il caso più emblematico del dopoguerra: la stagione 1970-71, l’Inter di Herrera partiva male e, dopo il derby perso, la società affidò la squadra a Giovanni Invernizzi, tecnico delle giovanili. Con lui i nerazzurri rimontarono le rivali e conquistarono lo scudetto, l’unico esempio recente di titolo vinto da un tecnico subentrato in Serie A.
E oggi? Spalletti prende il testimone in una Juventus che vuole tornare in vetta. La storia mostra che vincere dopo un cambio non è la regola, ma non è impossibile. Da Bigatto a Invernizzi, da Superga alla Juve di Sárosi, i casi sono rari e segnati da coraggio, emergenza o genio tattico. Ma un'altro dato è da considerare, nessuna squadra, da quando sono stati introdotti i 3 punti per vittoria ( stagione 1994/95) è riuscita a vincere lo scudetto con un cambio in panchina in corsa.Spalletti sa che la sfida è enorme: riportare la Vecchia Signora al vertice richiederà equilibrio, leadership e quella continuità che, storicamente, ha sempre fatto la differenza.
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