Targia a RBN: "C'è tutto un mondo intorno all'Heysel che dobbiamo raccontare. Ecco quando e perchè è nata l'idea del libro e del podcast"

Targia a RBN: "C'è tutto un mondo intorno all'Heysel che dobbiamo raccontare. Ecco quando e perchè è nata l'idea del libro e del podcast"TUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 29 maggio 2024, 15:59Primo piano
di Matteo Barile

"Cose di Calcio" ha dedicato gran parte della puntata di oggi alla commemorazione delle trentanove vittime dell'Heysel, decedute per gli scontri avvenuti prima della finale di Coppa dei Campioni tra la Juventus e il Liverpool. Per l'occasione il direttore di Radio Bianconera, Antonio Paolino ha introdotto negli studi della propria trasmissione, Emilio Targia. Caporedattore di Radio Radicale, il collega ha anche scritto un libro nel 2015 ("Quella notte all'Heysel", ndr) e ha prodotto un podcast, intitolato "Dentro l'Heysel". Di seguito, proponiamo le sue parole che ci raccontano la genesi di questi due contributi raccontati da chi l'Heysel l'ha vissuto veramente.

"Noi, purtroppo, non possiamo riportare in vita 39 persone. Non possiamo ridare le corrette energie alle famiglie delle vittime, perchè, poi, ci sono un centinaio di parenti che restano aggrappati a quella ferita e ci sono altri cento feriti più tutte le loro famiglie, che hanno avuto danni complicati da raccontare in un podcast. C'è tutto un mondo intorno all'Heysel, che deve dare priorità assoluta a chi ha pagato lo scotto più pesante. Poi ci siamo noi, che abbiamo il dovere di raccontare al meglio quello che successo. Io credo di aver raccontato quanto accaduto. Forse, sbagliando, per pudore mi sono tenuto il tutto dentro per un po' di anni, fino a che non ce la facevo più a vedere libri scritti un po' così in merito alla vicenda da parte di chi non c'era. Non che chi non c'era non potesse scrivere sull'Heysel, ma, se lo si fa, l'approccio deve essere più approfondito. Quindi, nel 2015, decisi di scrivere un libro con la Sperling & Kupfer. Questo libro voleva essere un po' un diario di quello che era successo dentro l'Heysel. Ed è per questo che il podcast è stato chiamato 'Dentro l'Heysel'. Chi non c'era, rimase fuori: chi non trovò il biglietto rimase o chi, come me, era dalla parte giusta del destino è rimasto fuori, ma chi ha sparato delle sentenze spesso volgari e violente, forse capisce qualcosa di più entrando nell'Heysel. Almeno questa è la nostra speranza, siamo ottimisti. Quando ti raccontano anche solo una sola storia di un bambino o di una persona qualunque, allora ci si ferma e ci dice 'fammi capire cosa è successo'. Questo è l'intento: è chiaro che viviamo in un mondo difficilissimo, dove c'è velocità e spesso superficialità e in cui entrare in cose accadute trentanove anni fa è complicato. Però, credo che quello dell'Heysel sia un tema da ricordare assolutamente per rispetto delle vittime. Va ricordato che nessuno pagò tranne l'UEFA, che venne responsabilizzata anche grazie al lavoro della famiglia Lorentini con un impegno condiviso con l'associazione dei famigliari delle vittime dell'Heysel. Da quel giorno l'UEFA ha le responsabilità più pesanti. Il branco era più difficile da colpire".