Tether, l’equivoco dei tifosi della Juve: “Cacciate i soldi!” Ma non dipende da loro
“Quando cacci il grano?” – È la domanda ripetuta fino allo sfinimento dai tifosi juventini sotto ogni post di Paolo Ardoino, CEO di Tether, colosso delle stablecoin e da poco secondo azionista della Juventus con il 10,12% del capitale. Ma la risposta, oggi, è arrivata forte e chiara: “Non possiamo contribuire se non ci è permesso dalla società”.
Già, perché per qualcuno Ardoino è diventato il nuovo Al-Khelaifi, pronto a comprare Mbappé col portafoglio cripto e a installare fontane d’oro nella Continassa. Peccato che non funzioni così. E a ricordarlo è stato lui stesso, spiegando che Tether non è stata nemmeno invitata a partecipare all’aumento di capitale da 15-110 milioni annunciato un mese fa. Tradotto: "siamo qui, con i soldi pronti, ma non ci fanno sedere al tavolo".
Ecco quindi il cuore del malinteso. Alcuni tifosi sembrano convinti che basti un tweet, un bonifico o una buona intenzione per cambiare il destino della Vecchia Signora. Come se bastasse bussare alla porta del fantomatico “Signor Exor” con un borsone di milioni per entrare nel salotto buono del potere bianconero. Ma la Juventus non è una colletta tra amici: è una società privata controllata da una holding, Exor, che detiene oltre il 65,3% delle quote. E come ogni società seria, decide chi, come e quando far entrare nuovi soci o capitali.
Per capirci, è un po’ come dire a un giornalista: “Hai scritto un bell’articolo, perché non te lo fai pubblicare su Tuttosport?”. Come se bastasse infilare la bozza sotto la porta del “Signor Tuttosport” e aspettare la gloria. Così funziona per certi tifosi della Juve, atterrati da Marte col sogno che basti avere i soldi per comandare. Peccato che non sia Tether a decidere. È John Elkann. E fino a prova contraria, l’ultima parola su ogni mossa strategica – inclusi allenatore, investimenti, diritti e capitali – spetta a lui e alla sua famiglia.
Intanto Ardoino resta lì, tifoso innamorato e investitore frustrato, col suo bagaglio di criptomilioni e una voglia matta di dare una scossa. Ma finché non ci sarà un’apertura formale da chi comanda davvero, il suo sarà solo un posto in tribuna. E noi continueremo a leggere tweet e a rispondere con meme e richieste assurde. La verità? Alla Juve, oggi, nessuno è povero ma tutti sono fermi. E finché non ci sarà una linea chiara su proprietà e visione, nemmeno lo scettro digitale di Tether potrà trasformare questa crisi in oro.
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