Vlahovic, aria di rottura: niente viaggio in Italia dei suoi procuratori, la Juve valuta la buonuscita

La telenovela estiva non prevede tramonti dolci né aperture di credito. Dusan Vlahovic e la Juventus restano lontani, come due viaggiatori che aspettano lo stesso treno da binari opposti. L’entourage del serbo — riferisce la Gazzetta dello Sport — non ha in programma viaggi in Italia, e non li programmerà finché la distanza tra le parti resterà quella di oggi: ampiamente siderale.
Da tempo, i procuratori di Dusan hanno rifiutato ogni proposta di rinnovo annuale con spalmatura dell’ingaggio, formula che avrebbe permesso alla Juve di muoversi meglio in uscita. Ma da Torino, il direttore generale Damien Comolli è stato chiaro: niente risoluzione. Perché il serbo, ancora a bilancio per una ventina di milioni, rappresenterebbe una svalutazione secca nel conto economico 2024-25. Addio a zero, quindi, impossibile. E pericoloso: significherebbe liberare un attaccante ancora appetibile verso potenziali concorrenti. Il danno, e pure la beffa. Così prende corpo l’idea buonuscita: una cifra simbolica (ma non troppo) da riconoscere al giocatore in caso di cessione, che aiuti Vlahovic a chiudere con la Juve e aprire un nuovo ciclo altrove. Dove, ancora non si sa.
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