Il primo vagito di Moise Kean
E' uno splendido pomeriggio di Maggio, nei viali e sotto i portici della "dotta" Bologna si respira aria di primavera, insaccati, e grande Juventus. Siamo reduci dal sesto titolo in sei campionati, il terzo consecutivo degli splendidi attori guidati e diretti dal regista Massimiliano da Livorno. Da li a due settimane dovremo volare oltre manica, ci aspetta la partita dei sogni, la partita troppo spesso degli incubi. Ma torniamo alle cose belle; Signora in biancozebrato, che maglia. Allegri presenta questo undici: Audero, Lichsteiner, Barzagli, Benatia, Asamoah, Khedira, Marchisio, Sturaro, Cuadrado, Dybala, Higuain. Partita divertente da subito, il pubblico incita e si diverte, i felsinei vogliono chiudere in bellezza il loro campionato e al 52° giro di lancetta ci schiaffeggiano con Taider. Ma questa Juve porta dentro se il sacro fuoco del fino alla fine, sempre affamata, sempre "cattiva".
La banda Max non ci sta e con la Joya da un paio di metri restituisce lo schiaffo, ma il cazzotto deve ancora venire. Novantaquattresimo minuto: Miralem la butta in area, un ragazzino di 17 anni nato nel vercellese si fa spazio tra i grandi, la Costa d'Avorio gli scorre dentro e tifa per lui, ma quella palla non scorrera'. Moise la prende di testa, la butta dentro e corre impazzito sotto la sua gente, Moise oggi e' un ragazzo felice. Quelli del Toro che per primi lo avevano scoperto, un po' meno.
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