SuperLega Story capitolo 7: i motivi taciuti dai media

SuperLega Story capitolo 7: i motivi taciuti dai mediaTUTTOmercatoWEB.com
© foto di Marco Spadavecchia
domenica 3 aprile 2022, 11:00SuperLega
di Franco Leonetti

In tre giorni la SuperLega, nasce, muore rischia di sparire per sempre ma continua ad esistere ancora. Potrebbe apparire un ossimoro questa prima frase, ma vedremo nelle prossime puntate che non è così, anzi esiste una logica corazzata dal contratto sottoscritto, ancor oggi in essere. I dettagli di partenza li conosciamo, una sorta di Lega elitaria che ha trovato la fortissima opposizione di tutte le componenti del calcio. In effetti il disegno iniziale non piace a nessuno, in primis al sottoscritto, ed è proprio la formula ”chiusa” ad aver suscitato strenue opposizioni e attacchi pesantissimi da parte di ogni componente, calcistica, politica, istituzionale. La Uefa, dopo quella tre giorni di fuoco che va in scena tra il 19 e il 21 aprile 2021, atta a distruggere l’avversario, in primis Andrea Agnelli con Ceferin che si distingue per frasi altamente offensive ed inopportune da satrapo del calcio, pensa di aver intascato la vittoria facile. Ma non sarà così.

Va delineato un aspetto rilevante a riguardo delle cifre economiche: la competizione doveva venir sponsorizzata dalla JP Morgan, la banca più ricca al mondo, pronta a mettere sul piatto 3,5 miliardi di euro, da dividere tra tutte le partecipanti. Impegno preso dall’istituto americano al lancio del progetto, abbandonato solo a parole nella bufera terremotante dei tre giorni, ma mai tramontato sullo sfondo, e pronto a scendere in campo, nuovamente, al fianco della SuperLega rivista e corretta nei termini e nei dettagli. Elemento tutt'altro che trascurabile. La stampa internazionale, a riguardo della SuperLega, ha voluto premere sull’acceleratore, distribuendo un’informazione quasi a senso unico, fornendo grande risalto solo ad alcuni punti di grande presa emozionale sui tifosi, il calcio del popolo, le dichiarazioni pestilenziali di Ceferin nei confronti dei club dissidenti, le parole acidissime dei capi di stato, tralasciando, per ovvi motivi di comodo, la vera ragione della nascita del nuovo progetto parallelo, ovvero la sostenibilità del calcio 3.0.

Il patron dei Blancos, Florentino Perez, partiva da un presupposto ben chiaro: il calcio mondiale è in forte crisi e la pandemia non ha fatto altro che velocizzarne la caduta libera. Il Presidente del Real Madrid ammette che la Uefa si stava ingegnando per rinnovare la Champions League, ma la risultanza di questa manovra ritardataria è basata su interventi protratti e posticipati negli anni, senza dare ascolto al grido di dolore levatosi dai principali attori del sistema calcio, e soprattutto poco efficaci. L’idea di fondare una competizione nuova, formata da club conosciuti e ammirati in tutto il mondo è il principio di base della SuperLeague: un torneo di superiore qualità calcistica sposato ad un prodotto d'intrattenimento di grande qualità per i tifosi, ed entrate economiche appannaggio delle squadre partecipanti che possano soccorrere e sostenere i bilanci dissanguati dei club. E diciamola propri tutta, dalla salute dei grandi club mondiali dipende quella dell'intero sistema calcistico. In mezzo, un grande polverone internazionale e domestico, alzato ad arte per condannare senza se e ma il progetto, mischiando tutto in un calderone e dando fiato al correntone che va contro la SuperLega anche se gli argomenti sono parziali o palesemente strumentalizzati e fuori contesto. Un po’ come le prese di posizioni di Urbano Cairo, presidente del Torino, che chiese le dimissioni dei dirigenti dei 3 club coinvolti, rei di aver tradito la Serie A, squadre che con i soldi provenienti dalla SuperLega, avrebbero ridotto ogni anno la Serie A ad una questione tra le big 3, con le altre 17 compagini costrette a guardare. La risposta del presidente della Juventus, Andrea Agnelli rappresenta uno squarcio nel buio, puntato sull’ipocrisia imperante, mista a retorica tanto di moda: "In 80 anni di Serie A è sempre stato così". Risposta dura, magari poco raffinata, ma sfido io chiunque a provare il contrario, basta armarsi di almanacchi.

Ovviamente sull’onda lunga dello sdegno finto o artatamente confezionato, escono pubblicazioni, libri, partono crociate tv ed editoriali, tavole rotonde, dibattiti: è pura caccia all’entità SuperLega, senza che qualcuno si sia degnato di leggere attentamente il contratto, la progettualità e le intenzioni. L’importante è sottolineare, fino allo sfinimento, il binomio soldi-tradimento dei veri valori del calcio (i sogni rubati ai bambini del calcio del popolo). Nulla di più fazioso, falso e tendenzioso.Nella prossima puntata ci addentreremo nell’argomento del contratto della SuperLega, e credetemi, non mancheranno le sorprese, della serie: sarebbe bastato impiegare un briciolo di tempo per leggere e capire che il progetto “separatista” non va additato come demoniaco, quindi da rifuggere a tutti i costi. Ma qui entra in gioco la buona fede e i tantissimi interessi da difendere da parte di molti se non di tutti o quasi.

Alla prossima domenica