Agnelli ci ripensa? Chinè e il suo legale vogliono evitare il processo del 15 giugno

La sentenza di patteggiamento, che ha riguardato la Juventus nell'ambito dell'udienza per la manovra stipendi, ha salvaguardato l'immagine del sodalizio bianconero e di tutti i dirigenti coinvolti. L'illecito contestato è costato ben 718.240 euro, che può arrivare a toccare anche le sei cifre, considerando le ammende, concordate con gli altri "protagonisti" di tale vicenda giudiziaria. Questo ammontare, però, non prevede anche l'assenso di Andrea Agnelli: l'ex presidente della Vecchia Signora ha deciso di non scendere a compromessi con la giustizia, non accettando il tentativo di accordo con il procuratore federale, Giuseppe Chinè.
In assenza di patteggiamento tra le due parti, l'emerito numero uno bianconero darà seguito a quella che è diventata la sua battaglia legale. Tuttavia, i colloqui tra l'istituzione giustizialista della FIGC e il suo legale stanno conoscendo una prosecuzione. Questo è quanto raccolto dall'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, la quale rimarca una linea ben precisa: parliamo della volontà di andare a processo il prossimo 15 giugno.
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