Bucchioni: "Italia, ecco cosa è successo a Spalletti. Gravina dovrebbe andarsene ma..."

A 1 Station Radio è intervenuto Enzo Bucchioni, che ha detto la sua sul caos Nazionale: "Questo è un epilogo triste, per certi versi anche ridicolo e inaccettabile per una federazione come quella italiana. Il nostro movimento calcistico è e resta uno dei più grandi al mondo, ed è stato ridotto in queste condizioni: condizione di idee pari a zero, dal punto di vista operativo e concreto. Non è soltanto la Nazionale a essere in crisi, è tutto il movimento calcistico. Gravina è il responsabile, essendo presidente della FIGC da ormai sette anni. È una situazione che porta inevitabilmente a un crollo finale. E poi che succede? Paga sempre l’allenatore. Ma io non me lo sarei aspettato".
E ha continuato: "Le difficoltà si erano già viste, certo, ma qui perdiamo di vista il calcio e parliamo solo di politica sportiva. L’addio di Mancini era già stato un forte campanello d’allarme, come accaduto ad altri allenatori simili in passato: vado indietro fino a Sacchi, penso sia il capostipite. Mi ricordo le discussioni ai Mondiali del ’94 e poi agli Europei del ’96, finiti male. Parliamo di uomini di campo, che fanno fatica ad adattarsi a un lavoro come quello del commissario tecnico, dove hai due o tre giorni per lavorare con i giocatori. Spalletti non è un personaggio empatico nell’immediato, ha un carattere a volte spigoloso. Deve entrare nel gruppo in pochissimo tempo, e questo non gli è riuscito. Nemmeno il calcio proposto ha convinto. Dopo l’Europeo, Spalletti ha fatto qualcosa che non gli appartiene, cercando un equilibrio con un modulo 3-5-1-1, più conservativo, perché non ha trovato quello che cercava. È andato contro sé stesso. Lui è un allenatore che vuol far giocare a calcio le sue squadre, vuole dominare. E invece, l’ultima Nazionale era di una tristezza assoluta. Forse, dopo l’Europeo, se ci fosse stata una testa pensante in federazione, qualcuno avrebbe potuto chiamare Spalletti, dirgli: ‘Abbiamo sbagliato, ripartiamo da capo’. Invece si è portata avanti questa situazione per inerzia. Poi, il sabato, prima ancora di giocare una partita importante, arriva la decisione: via Spalletti. E allora? Hai già pronto il sostituto? Lo metti in panchina subito?".
E ha concluso dicendo: "Il punto più grave è stato chiedere a Spalletti di non dire nulla, di tenere tutto nascosto. Gravina, in due anni, non ha neanche capito che tipo di uomo sia Spalletti: non è uno che accetta certe cose. Infatti, al primo microfono, ha raccontato tutto, dicendo ciò che Gravina non aveva avuto il coraggio di dire poche ore prima. E ha fatto benissimo. Sono cose inaccettabili. In un mondo normale, le dimissioni sarebbero automatiche. Ma Gravina, invece, conserva sé stesso, se la prende con i giornalisti, ci chiama ‘guardoni’, come se cercare la verità fosse un reato. Quello che mi fa più rabbia è l’atteggiamento generale. Se ci fosse una stampa forte, unita, che pensa al bene del calcio italiano, ci sarebbe una sollevazione: tutti i media, tutti i giorni, dovrebbero dire ‘Gravina vattene’. Ma non succede".
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