Ravanelli: "Vialli un leader. Quando la Juve mi cedette rimasi male"

Fabrizio Ravanelli ricorda Vialli e il momento in cui la Juve decise di cederlo. Queste le parole dell'ex attaccante bianconero, ora dirigente del Marsiglia, a La Gazzetta dello Sport: "Gianluca era il mio idolo. Mi piaceva come giocava e la grinta che ci metteva, era un leader, mi ispiravo a lui. Nella Juve diventammo compagni di squadra e di camera. Manca tantissimo a tutti, penso spesso a lui.
Insieme vincemmo al Champions del 96', formavamo una grande coppia, pressavamo come dannati". Ravanelli poi ricorda quando fu ceduto, nello stesso anno del trionfo di Roma, come del resto Vialli: "Era la strategia di mercato della società di quegli anni, diretta da Moggi, Giraudo e Bettega. Cedettero Gianluca e me, come Paulo Sousa, e poi avrebbero fatto lo stesso con Bobo Vieri, Boksic, persino Zidane.Le scelte rano studiate, individuavano i sostituti con largo anticipo e di solito non sbagliavano. Quanto a me, non dico che mi sentii tradito, ma ci rimasi male, questo sì. Venni colto di sorpresa, non ebbi il tempodi riflettere e in poche ore mi ritrovai al Middlesbrough.Con il senno di poi,forse avrei dovuto oppormi, far valere il contratto che avevo, ma andò così".
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