Sempre più padroni del nostro destino - Le contropagelle di Marco Sanfelici

Juventus – Udinese 2 a 0
DI GREGORIO 6 “Pronto, Di Gre? Attento che tiro basso e...in bocca” Il cellulare del nostro portierone squilla 3 volte in 90 minuti e basta. Se poi non prende un bel voto, non è colpa sua.
ALBERTO COSTA 6,5 Ala destra aggiunta, nella prima frazione, frutto del dialogo con Conceicao che accorcia sistematicamente per favorire l’inserimento del terzino. Va anche alla conclusione ma con risultati alquanto approssimativi. Ripresa di posizione, di fronte al tentativo dell’Udinese di rendersi pericolosa.
RENATO VEIGA 7 Non mi è dato sapere se Veiga resterà la prossima stagione, ma se così fosse, rientrando Bremer, avremmo una coppia centrale di assoluto valore europeo. Durante la gara il portoghese svolge un compito di difficile svolgimento: “Come ti annullo Davis” Il giocatore di colore friulano non riesce a girarsi mai e il numero dei suoi tiri verso la porta juventina è pari a zero.
KELLY 6,5 Altro acquisto gennarino che sta lievitando. La personalità aumenta e con essa, la padronanza del palleggio, la gestione della fascia sinistra bassa, l’uscita tempestiva ad alleggerire la pressione avversaria.
NICO GONZALEZ 6,5 Dentro il gioco, Nico dà sempre l’impressione che arrivi a 30, ma non faccia mai 31. Rotea in tutte le parti del campo con generosità, ma con poco costrutto, come dicono quelli colti. Finisce sempre ogni partita con la maglia a brandelli, segno che non si tira indietro e questa sua caratteristica viene premiata. Sradica un pallone dai piedi di un difendente avversario, lo controlla e lo scaglia con violenza alla destra di Okoye. Goal di fondamentale importanza, ma il “vorrei ma non posso” nel resto della gara non si cancella.
LOCATELLI 7,5 Il gioco della Juventus; il fulcro di ogni azione; il faro sul porto che illumina la notte. E’ il giocatore che verticalizza di più in tutto il campionato e si vede contro l’Udinese. Non c’è azione che non parta da lui e che con lui non assuma subito la parvenza della ricerca della profondità. Se ci si aggiungono anche i recuperi e i raddoppi, si deve concludere che attorno a lui va costruita la Juve del futuro.
McKENNIE 6 Il solito guerriero che non lesina colpi nei duelli, fino a dover uscire per una caviglia dolorante. Non è la sua migliore gara, ma lo spessore che cala in campo è comunque funzionale ad avere la supremazia in mezzo al terreno di gioco. Qualche sbavatura tra tanta quantità, non è superman. (DOUGLAS LUIZ S.V. Una decina di minuti in cui tocca sì e no una mezza dozzina di palloni)
CAMBIASO 6 Certe volte parte palla al piede e sembra che gli altri siano spacciati, come quando a metà primo tempo si fa tutta la metà campo friulana e conclude con un tiro deviato in corner. Poi, nello stretto, magari in mezzo al traffico, cade e ricade nel vizio di fare il fenomeno che così tanti punti ci è costato da Lecce in avanti. Anche stavolta perde un pallone velenoso sullo 0 a 0 a sinistra dell’area di rigore amica e buon per lui e per noi che gli udinesi non ne approfittino. (WEAH 6 Cambio che sa tanto di tutela preventiva. L’americano spinge ma non graffia, partecipa però anche lui alla vittoria e a pieno titolo)
CONCEICAO 6,5 Trottolino amoroso che trottolina, trottolina, trottolina, ma non concretizza. Per carità, è una spina nel fianco della difesa udinese e la corsa si sviluppa con costante velocità. Di aria ne muove tanta. Il fatto che comunque resti inserito nel gioco, gli va riconosciuto con una sufficienza abbondante. (ADZIC S.V. Davvero poco o niente)
YILDIZ 6,5 Rispetto al mulinar di gambe di Cico un po’ fine a se stesso, il turchino cala in campo anche una sagacia tattica non comune in giocatori della sua verde età. Copre spazi enormi e rincula spesso a fare densità di fronte agli attacchi avversari. Forse meno efficace nei 16 metri, ma nel primo tempo quasi da solo fa opera di sfondamento dello sbarramento difensivo congegnato da Runjaic. Serve a Dusan la palla del raddoppio con perfetta scelta di tempo. (MBANGULA S.V. Cambio per prevenire qualsiasi contrattempo, a Venezia Kenan sarà fondamentale)
KOLO MUANI 6 Cerca di trovare lo spazio giusto in mezzo ad un’area di rigore che assomiglia alla densità del traffico di Tokyo nelle ore di punta. Talvolta si abbassa per trovare sponde buone. Fa insomma un duro lavoro di centravanti votato alla manovra. La porta resta un miraggio (VLAHOVIC 7 Entra come se non ci fosse, ahimè, un domani. Servito al bacio da Yildiz, scaraventa in porta un sinistro tanto violento quanto può essere un pallone carico di tutte le occasioni belle che non si sono realizzate)
TUDOR 7 La formazione iniziale dà subito a prima vista la sensazione di essere concepita in funzione della ricerca della vittoria. Perchè Tudor sa bene che alla Juve vincere è essenziale, ciò che non ha capito l’apprendista stregone che lo ha preceduto. L’Udinese a tratti ha dato del filo da torcere e la gara non è sembrata affatto semplice. L’obbiettivo della qualificazione nella prossima Champions League è però dirimente e ciò basta per insistere fino a regolare gli avversari. La squadra è concentrata, attenta e, tolti un paio di colpi di tacco nocivi, limita i palloni persi in modo gratuito. Segno che il lavoro sulle menti sta dando frutto. Manca solo un tassello per poter dire che Tudor ha portato a termine la missione a lui affidata. La trasferta di Venezia, nell’ultima giornata di questo campionato pieno di rimpianti e di recriminazioni, in casa juventina, non concede ancora una volta altro che un risultato: la vittoria. La truppa bianconera ci arriva con una buona situazione psicofisica. I lagunari dovranno scoprirsi per centrare i 3 punti che potrebbero anche non bastare, lasciando spazi che andranno sfruttati attentamente e con spietata freddezza. Siamo ad un passo, fallire sarebbe pura follia.
Marco Edoardo SANFELICI
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