Tra spaventi e sofferenze si va in Champions - Le contropagelle di Marco Sanfelici

VENEZIA -- JUVENTUS 2 A 3
DI GREGORIO 7,5 Becca un goal di stinco dopo 1 minuto e mezzo, ma non si fa condizionare. Anzi, un paio di minuti prima del rigore decisivo, tiene la Juve in corsa con una grande deviazione su un tiro di Yeboah. Il più pericoloso per lui è Savona che gli impedisce di evitare il pareggio lagunare ad inizio ripresa.
KELLY 6 Ci mette tanto, ma tanto mestiere. Se li trova tutti lui, Zerbin, Yeboah e compagnia “calciante”. Vanno a velicità doppia, ma non sfondano. Segno che Lloyd non demorde. A Venezia comunque deve aver capito cosa significhi il motto “fino alla fine”.
SAVONA 5 Anche meno. Che cosa sia venuto in mente al mister a schierarlo al centro della difesa fa parte di quei reconditi misteri dell’universo. Da Bremer a Savona pare di assistere al blackout capitato in Spagna non troppo tempo fa. Pronti via, straperde un paio di duelli a metà campo contro Fila, “desapareciso venexian” e dal secondo nasce l’azione dello svantaggio. Il calvario continua anche dopo che Tudor lo sposta laterale, correggendo la follia iniziale. Non aggiungo altro.
ALBERTO COSTA 6 Va in rete subito dopo il vantaggio dei padroni di casa, ma la “longa manus” del V.A.R. annulla per un tocco di braccio su un rimpallo, dovuto alla mancanza di tempo per provvedere all’amputazione dell’arto. Poi, sono “bote da orbi” con i giocatori arancioneroverdi. Tudor capisce l’angoscia del portoghese e lo sostituisce in tempo. (RENATO VEIGA 6,5 Altra stoffa al centro e di Fila si perde il...filo. Kike Perez non pervenuto)
NICO GONZALEZ 5 Patisce la presenza di Cico sulla sua fascia. Il tragico è che non si immagina un piano B e continua a cercare la zolla di terreno in cui essere libero, non trovandola. Anche Tudor lo sprona al guizzo, ma appena ci prova, il tiro rompe un vetro della facciata del Danieli. (WEAH S.V. Negli ultimi minuti serve sostanza)
LOCATELLI 8 Capitano, mio capitano. Di gran lunga il migliore, di gran lunga lo juventino più “vero” della truppa. Lotta tutto il tempo contro chiunque, contro ogni ombra che si palesi, contro sorte e destino. Si assume la responsabilità di battere un rigore da 60 milioni di valore, lo realizza e va a festeggiare in mezzo al suo popolo. In questo modo si scrivono le pagine dell’epopea bianconera. Capitano, mio capitano.
THURAM 7 Come è bello, mentre in progressione lascia tutti dietro di sé… Elemento insostituibile e da riconfermare alla grande. Prova anche a concludere andando al tiro, ma le gambe venete si moltiplicano e ribattono. Sicuramente il miglior acquisto dell’era Giuntoli.
CAMBIASO 5 Ce l’hanno cambiato come a Napoli si cambiano i computer con le piastrelle, dentro i pacchi. Corre, slalomeggia e va regolarmente a sbattere contro il muro, salvo complicare la vita a qualche compagno con una serie di passaggi corti e malcalibrati. Unico merito: la rimessa in gioco che lancia Yildiz verso il primo pareggio. Non è più lui, dove è finito? (McKENNIE 6 Tocca forse uno o due palloni, ma gli avversari si accorgono che ora c’è un duro perché duro è il gioco)
CONCEICAO 7 Gioca con la squadra, dentro alla squadra. Bandite le azioni fini a se stesse, ma Cico cerca sempre la superiorità numerica e mette a dura prova la difesa veneta. Si sposta spesso da una fascia all’altra, aumentando la pericolosità. E su uno spostamento si presenta in area fintando a sinistra, prendendo in contro tempo Nicolussi Caviglia che lo stende. Rigore solare anche se a Venezia è notte. Ed ora largo ai malpensanti che accuseranno Nicolussi Caviglia di servilismo pro Juve. Cico esce con i crampi e qualcosa vuol ben dire (GATTI S.V. Per avere uno in più sui colpi di testa…)
YILDIZ 7 Alla fine della gara, il turchino, privo di energia, è in preda anche lui ai crampi. Non dà solo tutto, ma anche qualcosa di più, come quando nei minuti finali, si fa 50 metri in ripiegamento per schermare un passaggio destinato all’area. Gran goal per il pareggio, partita di corse e cose essenziali. I fronzoli si devono lasciare nell’armadietto della Continassa.
KOLO MUANI 6,5 Approfitta alla maniera delle punte astute di uno svarione difensivo e porta la Juventus in vantaggio, ribaltando lo score. Non è adatto alle battaglie frontali e gira al largo, preferendo l’aggiramento. Nell’azione che precede il pareggio lagunare, si trova girato mentre gli arriva un pallone da sbattere in porta e chiudere la partita. Prova a segnare con un’improbabile deviazione e la palla va sopra la traversa. Sul rovesciamento di fronte, per la regola “gol mangiato gol subito”, il Venezia pareggia. Dà il suo contributo e fa venire il rammarico di come avrebbe potuto essere la stagione con un paio di punte da subito e non da gennaio. (VLAHOVIC S.V. Corre e rincorre gli avversari all’avvio dell’azione. Entra per questo e questo fa)
TUDOR 7 Mi dovrebbe spiegare Savona difensore centrale e tanto che ci siamo, anche perché toglie spazio a Nico, costringendolo a giocare in porzioni di campo in cui l’argentino si annulla da solo. Pazienza, questo è il momento di ringraziarlo per la disponibilità che ha concesso alla Juventus, sapendo che potrebbe non bastare per la riconferma. E’ il momento di elogiare un professionista che ha la Juve nel cuore e che ha calato tutto il suo sapere calcistico al servizio dell’obbiettivo nella disperazione più buia. Certo di non allenare una squadra fortissima, ma nemmeno un’accozzaglia di brocchi, fa tutto il possibile per far emergere la determinazione a dimostrare il proprio valore. A parte la trasferta di Parma, tutte le altre gare sono disputate con onore e orgoglio, “tappando un buco nero” in cui il mister “per caso e pretese” precedente a lui, aveva cacciato la storia di uno dei club più prestigiosi di sempre. Ora la palla passa alla società e se ne vedranno gli sviluppi. Nell’immediato, leggasi mondiale per club, e nel futuro, per il prossimo anno, cioè. Intanto con il quarto posto si possono porre le basi per una prossima stagione di ben altra consistenza e le prospettive restano degne del blasone juventino. Dopo la parentesi del mondiale, sapremo che cosa ci riserva il futuro, a partire dal ridisegno dell’organigramma societario, passando per l’allenatore e la rosa che va di molto migliorata. Non c’è niente da festeggiare, ma poteva andare peggio e così sia.
Marco Edoardo SANFELICI
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