Tudor senza filtri: "I giovani di oggi? Leader rari, poco empatici, troppo egoisti"
Si è parlato di futuro, leadership e personalità nella conferenza stampa di Igor Tudor alla vigilia di Lazio–Juventus. Il tecnico croato ha offerto un ritratto sincero della sua squadra, affrontando anche i temi più delicati con la schiettezza che lo contraddistingue. Alla domanda su quanti campioni manchino alla Juve per tornare grande, Tudor ha chiarito senza esitazioni: "Campioni? Adesso questa domanda non c’entra con il momento, le analisi si fanno dopo".
Però campioni spesso fanno rima con leadership, e lì il tecnico croato ha spiegato come il gap generazionale pesi oggi per molte squadre,e dunque anche sul suo gruppo: "È vero, ormai è chiaro a tutti che è una questione generazionale: la personalità che avevamo noi, quelli della mia generazione era totalmente diversa. Quando valuti un giocatore guardi prima alle sue qualità, poi se ti porta anche personalità, quella vera, allora è come trovare oro. In queste nuove generazioni è una cosa un po' più rara. A volte questo aspetto puoi migliorarlo, altre no".
Ma nella sua Juventus ci sono già segnali di leader? "Locatelli ha personalità e c'è sempre. Perin c'è sempre anche lui. Thuram in futuro può diventarlo. Yildiz lo è per modi di fare, impegno e qualità. Vlahovic ha personalità e peso, anche David è uno giusto che fa le cose per bene. In realtà ognuno deve tirar fuori qualcosa". Tudor ha poi allargato lo sguardo al contesto generale: "Tornando al tema generazione: ognuno fa il confronto tra la propria e quelle più giovani. In generale, vedo un mondo sempre con meno empatia e più egoismo". Un’osservazione che non suona come una critica sterile, ma come un tentativo di spiegare perché il talento, nello sport, da solo non basta: le squadre, sottolinea Tudor, hanno bisogno di personalità capaci di guidare e motivare.
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