Una Juve diversa: quando manca la brillantezza, resta la testa

La trasferta di Verona non ha regalato alla Juventus la quarta vittoria consecutiva, ma ha lasciato una sensazione diversa rispetto al passato. Il pareggio per 1-1 al Bentegodi non è stato accolto con entusiasmo, complici un rigore quantomeno discutibile concesso all’Hellas e una mancata espulsione di Orban che ha pesato sull’andamento della gara. Episodi che, sommati a una prestazione non scintillante, avrebbero potuto trasformarsi nell’ennesima trappola.
Eppure, questa volta, non è andata così. In altre stagioni – come la scorsa, ad esempio – una partita del genere avrebbe potuto trasformarsi in una sconfitta, con la squadra incapace di gestire nervosismo e difficoltà. Invece la Juventus di Tudor ha mostrato un atteggiamento nuovo: pur con limiti tattici evidenti e un gioco che ha faticato a trovare sbocchi, i bianconeri hanno mantenuto lucidità, portando a casa un punto che vale la vetta momentanea della classifica.
Il dato più incoraggiante non è quindi il risultato in sé, ma la crescita mentale della squadra. La Juventus non ha perso la testa di fronte a episodi contrari, né ha ceduto alla confusione del momento. Questo equilibrio, unito alla solidità caratteriale che si sta costruendo, rappresenta forse il segnale più importante di questo avvio di stagione.
La brillantezza tornerà – è fisiologico attenderselo – ma intanto resta la certezza che oggi la Juve sappia resistere anche quando la partita prende una piega storta. Ora non resta che sperare che anche la bilancia degli episodi arbitrali si riequilibri, perché il cammino resta lungo e la testa dovrà andare di pari passo con le gambe.
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