Chiarezza, fermezza, qualche bugia: i primi mesi di Arrivabene alla Juve

Il 30 giugno 2021 veniva ufficializzata la nomina di Maurizio Arrivabene come Amministratore Delegato dell’Area Football della Juventus.
Un ruolo che era rimasto “scoperto” nelle annate precedenti, con Fabio Paratici che aveva sostituito Beppe Marotta come AD ma che era più uomo di campo che di scrivania. Una posizione che il Consiglio di Amministrazione, dopo qualche inevitabile passaggio a vuoto, ha giustamente affidato ad una persona che, oltre ad essere già presente nel CDA, aveva ricoperto quella posizione in passato - seppur in altre aziende - e che avrebbe potuto essere funzionale al nuovo progetto bianconero.
Da quello che vedo, ascolto e leggo si vari mezzi di informazione e sui social network, credo che in molti non abbiano ben chiaro di cosa si occupi l’Amministratore Delegato di un top club come la Juventus.
Ne elenco brevemente i principali, che vanno dal perseguire gli obiettivi aziendali - economico-finanziari e risultati sportivi - dati dalla proprietà alla formulazione di un progetto di crescita del club, dalla supervisione di direttori e vicedirettori della propria area di competenza alle operazioni di calciomercato insieme al Direttore Sportivo.
La scelta di nominarlo AD mi ha colpito positivamente ed in questo primo periodo ho identificato 3 punti chiave della sua figura.
CHIAREZZA - Spesso descritto come persona di poche parole ma diretta e pratica, fin dalla prima presentazione Arrivabene non ha lasciato troppi dubbi su quello che poteva essere il suo operato e le sue - poche - parole pronunciate durante la conferenza stampa. Questi primi mesi in bianconero, peraltro non semplicissimi, ne hanno evidenziato la chiarezza: pochi fronzoli, parole dirette per cercare di non prendere in giro media e tifosi.
Per questo ha ricevuto molte critiche ed in molti lo hanno etichettato come pessimo comunicatore. Critiche, a mio parere, totalmente immotivate: non è preferibile un dirigente che ti “sbatta” in faccia la realtà piuttosto che dispensare effimere illusioni tra i tifosi?
FERMEZZA - Va di pari passo con il punto precedente. Tutta la dirigenza bianconera ha e avrà un compito non propriamente facile, quello di provare a dare la visione futura del nuovo progetto con un occhio sempre più attento agli aspetti finanziari.
Fermezza con la quale, grazie al supporto della proprietà - che per conto mio i tifosi dovrebbero sempre ringraziare - ha anticipato la concorrenza dei top club esteri andando a prendere proprio Vlahovic e Zakaria, giocatori che difficilmente avrebbero indossato i colori bianconeri la prossima estate.
Scelte, intuizioni e decisioni che ha dovuto prendere in prima persona Arrivabene, in linea con il proprio ruolo, sempre presente alla chiusura delle trattative più importanti senza delegare per la conclusione il solo Direttore Sportivo.
Per questo, ad oggi, è stato necessario il “sacrificio” di Dybala (1993) a favore di Vlahovic (2000) - ne ho parlato alcuni giorni fa, CLICCA QUI PER LEGGERE - e potrebbe essere necessaria anche qualche altra scelta impopolare, vedi cessioni e rinnovi dei giocatori in scadenza - qualche stoccata ai calciatori ed ai loro procuratori l’aveva data qualche mese fa - sempre nell’ottica dei quattro pilastri elencati nella recente intervista al Corriere dello Sport: aspetto tecnico, numero di presenze effettive, durata del contratto e valore economico del calciatore.
Fattori, come comprenderete bene, che determinano la sostenibilità economica della società.
QUALCHE BUGIA - Il ruolo di Amministratore Delegato, per ottenere i risultati e gli obiettivi elencati inizialmente, impone anche di dire qualche bugia a fin di bene davanti ai media.
Quando, ad esempio, in conferenza stampa aveva detto che l’aumento di capitale di fine ottobre 2021 non sarebbe servito per il mercato di gennaio, salvo poi acquistare Vlahovic, Zakaria e Gatti.
Il Dr. Arrivabene mi perdonerà, ma una bugia, sempre a fin di bene, l’ha detta anche sul mancato rinnovo di Dybala. In più riprese negli scorsi mesi e nell’ultima intervista del 18 marzo al CorSport, l’AD bianconero aveva dichiarato che nulla fosse deciso e scontato nel rinnovo dell’argentino e che tutto sarebbe dipeso da come si sarebbe posto il giocatore e l'entourage nell'ultimo incontro.
Il risultato finale, come saprete bene, è che Dybala non sarà più alla Juventus dalla prossima estate.
In molti hanno rimproverato Arrivabene per le tempistiche del mancato rinnovo quando mancano 8 giornate alla fine del campionato.
In realtà, proprio per esperienza personale, è vero l’esatto contrario: è stato il momento migliore perché la separazione è arrivata nella sosta per il playoff della Nazionale, impegnata a raggiungere i prossimi mondiali in Qatar ed i tifosi hanno tempo circa due settimane per metabolizzare meglio l’aver perso uno dei giocatori più talentosi attualmente in rosa.
Inoltre, a mio parere, c’è stato un colpo da maestro: sempre per esperienza personale, è abbastanza difficile credere che ci sia stato, lo scorso lunedì, solo un ultimo saluto di circa un paio d’ore con il procuratore e con la persona che gestisce i diritti d’immagine senza aver presentato, almeno precedentemente, un’ultima offerta contrattuale.
Invece, con molta lungimiranza, ha fornito la perfetta “exit strategy” al giocatore e all’entourage: per preservare Dybala negli ultimi due mesi stagionali, per non farlo passare come il giocatore che ha rifiutato un’ultima offerta - al ribasso - per provare ad averlo al meglio in campo e concedere il giusto tributo da parte dei tifosi, ha addossato tutta la “colpa” della separazione alle scelte della dirigenza. Un ultima “carezza” in puro stile Juventus per provare a raggiungere il risultato sportivo di questa stagione. Perché una società, se vuole essere vincente, purtroppo non può ragionare con il cuore. Deve operare scelte, anche dolorose, che possano far continuare i tifosi a gioire per i trofei e ad innamorarsi continuamente e perdutamente della squadra. E questi primi mesi di Arrivabene come AD e del nuovo corso della Juve vanno esattamente in questa direzione…

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