Finalmente ci siamo!!!

Finalmente ci siamo!!!TUTTOmercatoWEB.com
domenica 15 maggio 2022, 16:36Editoriale
di Roberto De Frede
La fine di un viaggio è solo l'inizio di un altro. (José Saramago)

È finita. Finalmente ci siamo! La stagione va in archivio: un armadietto di ferro, triste, grigio, dove a tratti il colore sconsolato e impalpabile del fumo cede a quello malato della rossastra ruggine. Un’annata sofferente, in apnea continua, in ansia totale, pregna di dubbi e inquietudini. Ora si comincia a respirare, ma ahimè solo perché non c’è più nulla da raggiungere e da fare… almeno non prima delle ultime due inutili partite di campionato. È un malinconico ossigenarsi, fatto di pensieri e speranze, ma la Juventus non può basarsi sull’attesa fiduciosa, più o meno giustificata, di un evento gradito o favorevole, senza porre basi solide di cemento armato. In assenza di fondamenta l’animo da speranzoso diventa ingannevole, e questo non si deve permettere che accada. Dopo un decennio, il prossimo sarà un campionato con una maglietta solo bianconera, vergine di tricolori e coccarde. Che tristezza. Abbiamo soltanto “vinto” il tagliando per andare in Champions, il famoso quarto posto, illusione di essere tra le grandi d’Europa. Bella soddisfazione… Un tempo in quella posizione si andava al massimo a giocarsi la Coppa Uefa.

Il problema dell’umanità è che gli sciocchi e i fanatici sono estremamente sicuri di loro stessi, mentre le persone più sagge sono piene di dubbi. Nel nostro caso emergono tanti “dubbi e perché” su alcune scellerate certezze del recente passato. La Juventus oggi paga tecnicamente e politicamente (vedi Superlega) le scelte che negli ultimi cinque anni sono state fatte. Da quel maledetto e misterioso intervallo tra il primo e il secondo tempo della finale di Cardiff del 2017 contro il Real Madrid, sino alla mancata conquista del Santo Graal (alias Coppa Italia) di mercoledi sera.

L’ultimo Allegri, quello del quinquennio glorioso, chiedeva una rivoluzione, un ringiovanimento di campioni, e per quanto aveva fatto, poteva permettersi di “chiedere” questo ed altro. Arrivò invece il veterano che avrebbe dovuto risolvere da solo i problemi europei, il signore di tutte le battaglie di Champions, Cristiano Ronaldo, acquistato da Paratici spendendo l’impossibile. Eppure ai quarti tristemente salutammo il torneo, come del resto dolorosa abitudine annuale. Il suo arrivo decretò la rottura con il più esperto direttore sportivo di oggi, Beppe Marotta, lasciato andare nientemeno che all’avversaria di sempre, l’Inter. Una mossa strategicamente folle. Da quel momento non si è capito più nulla. La squadra rimaneva quella che fu, senza essere costruita per CR7 ma con CR7, a causa anche dell'eterna riconoscenza (falsa, di convenienza o vera che sia) verso alcuni giocatori a fine carriera, premiati con rinnovi dai costi insostenibili. Il centrocampo da anni macerato, imbottito di giocatori inutili, lenti, parametri zero ma costosissimi.

La giostra degli allenatori, sintomo di terremoto societario e totale assenza progettuale. Arriva Sarri, il mago, l’Oronzo Canà, il quale già alla stretta di mano contrattuale nessuno più lo voleva. È scudetto. Via Sarri. Arriva Pirlo, l’homo novus, stile juve, giovane. Nonostante passi direttamente dai pulcini del calciobalilla alla serie A, vince la Supercoppa, la Coppa Italia e strappa last minute il biglietto champions. Esonerato senza pietà. Ritorna Allegri dopo due anni di inattività, l’uomo sinonimo di vittoria. Non vince niente. Minestra riscaldata o manna dal cielo? Non si sa ancora, o siamo tutti così presuntuosi da saperlo già cambiando di nuovo, in virtù di un fantomatico progetto? I detrattori dicono che Allegri vince solo con i campioni; gli stessi allora dovranno rispondere cortesemente ad una domanda semplice: chi è che vince con i brocchi?

Un anno malato, come questo ormai archiviato, non può far emettere sentenze immediate, come fatto frettolosamente in precedenza. Alibi a nessuno, ma siamo realisti! Il livornese pensava di avere CR7, e si è ritrovato con Kean dalla seconda giornata! Ma ci rendiamo conto? E dopo una estate intera, era speranzoso di un grande play di centrocampo. Ha sognato sino alla mezzanotte dell’ultimo giorno di mercato, almeno per il ritorno di Pianic, invece si è ritrovato con un discreto Locatelli (ma troppo onerato di diventare il perno principale del gioco…) e un improponibile signor Arthur, antitesi del calcio moderno (ma forse pure passato!), pericoloso addirittura per l’intera squadra. Gli altri del centrocampo evito di nominarli, altrimenti dovrei dire che alla fine Rabiot è stato forse il migliore, o quantomeno indistruttibile: unico a non passare in infermeria! Per alcuni della difesa e dell’attacco una involuzione tecnico-tattica imbarazzante e il tragicomico tira e molla tra società e Dybala durato per l’intero campionato. Il livornese non pensava di dover far fronte a corsie ospedaliere continue: gli infortuni dei vecchi e dei giovani hanno falcidiato l’intera rosa. Il problema è che non sono stati soltanto eventi traumatici seppur gravissimi (Chiesa e Mckennie), ma molti “muscolari” causati dalla scarsa e negligente preparazione fisica. Come è possibile che la Juventus, quando va bene, gioca per sessanta minuti? Ma nessuno ha comunicato allo staff atletico che durano almeno novanta le partite, e nei casi peggiori una mezz’oretta in più la devono mettere in conto? Un tempo era famosa la primavera juventina: si arrivava all’ultima curva freschi come una rosa, disputando finali d’ogni competizione con gli occhi della tigre, sputando sangue per l’intera partita con energie da vendere. Oggi quella stagione non esiste più, è sempre un inverno afflosciato!

Beh signori cari, chi è al centro di questo vortice di certo ci capisce molto poco e commette errori gravi, e Allegri, nell’occhio del ciclone, non ne è esente, nonostante abbia avuto il contentino dalla befana: Vlahovic e Zakaria. Oltre ai nervosismi, nonostante il suo consigliare “calma”, Allegri quest’anno non è riuscito a dare un’entità alla squadra, sbagliando spesso formazione e cambi in corsa, forse anche per carenza del DNA bianconero in tanti uomini, egoisti e poco dediti al lavoro.

L’ultimo guerriero è stato il capitano, Giorgio Chiellini, uno che non si è mai tirato indietro, ha sempre messo la faccia, ha difeso tutti e tutto, combattendo con forza e lealtà per diciassette anni. Non può purtroppo difendersi dall’età che avanza. Grazie capitano, per tutto, con la speranza che nella rosa nasca un nuovo “chiellini” e che possa alzare quanti trofei ha alzato lui; anzi, uno in più, quella coppa famosa dalle grandi orecchie che ad honorem gliela dedicheremo!

Della Varite, malattia provocata da un elettrodomestico politico e di arbitri da 4 in pagella per personalità e competenza ne ho parlato in abbondanza in altri editoriali, e poiché ho consumato l’ultima Maalox grazie a Valeri, la prossima Var-puntata sarà ad inizio campionato, dopo una scorta importante di pasticche.

La società deve decidere in fretta ma con saggezza ed oculatezza, già dopo il triplice fischio contro la Fiorentina, per il bene futuro della Juventus, pensionando alcuni signori che seppur hanno fatto benissimo, il loro tempo probabilmente è scaduto. Gli uomini da scrivania devono parlarsi, dialogare tra loro, ricordando che il dialogo non è un interrogatorio, ma un venirsi incontro. La grandezza e la saggezza dei comandanti è anche quella di avere il coraggio di scegliere chi dovrà comandare al loro posto, o quantomeno di chiamare generali con occhi di lince e astuzia di volpe per allestire un esercito di campioni, non solo di figurine, ma di uominiJuve.  

Come diceva Gino Bartali, gli è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare!

Non proprio tutto. Ci sarà la voglia di rivincita, ci sarà Chiesa, ci saranno quelli sui quali contare per riedificare e soprattutto non ci saranno quelli che del DNA juve non avevano neanche lontanamente idea di cosa fosse. Mancherà Chiellini, ma i suoi insegnamenti rimarranno scolpiti ovunque scenderà in campo la sua Juventus.

Attenzione, le prossime mosse saranno decisive per riavere una Juventus protagonista in Italia e in Europa.

Voi da lassù, nelle stanze bottonate e condizionate da aria fresca, sapete cosa fare, fatelo, non sbagliate.   

Finalmente ci siamo! Speriamo.