Il Tar strizza l'occhio alla Juventus. La doppia sfida dei bianconeri in questa stagione

Il Tar strizza l'occhio alla Juventus. La doppia sfida dei bianconeri in questa stagioneTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 8 marzo 2023, 16:30Editoriale
di Vincenzo Marangio

Il Tar del Lazio strizza un occhio alla Vecchia Signora, un ammiccamento che consente alla difesa della Juventus di accedere al carteggio tra Covisoc e Figc, fino ad ora rimasto secretato e che può essere fondamentale per l'annullamento dei 15 punti di penalità inflitti ai bianconeri nel mezzo di questa stagione. La nota 10940, tenuta sotto chiave dalla Procura, oltre a non condannare le plusvalenze, ritenendo impossibile stabilire un valore oggettivo dei calciatori, retrodaterebbe (in quanto datata 14 aprile 2021) alcuni documenti portati dall'accusa che, a questo punto, sarebbero fuori tempo limite e quindi non più validi in sede di accusa. Una piccola ma significativa battaglia.

Quella che sta affrontando la Juventus quest'anno è una guerra. Cominciamo col dire questo, senza inutili parafrasi. Il club bianconero è stato messo nel mirino dall'Uefa e a seguire dalla FIGC e, quindi, dalla Giustizia Sportiva e così via. E non c'entrano la differente velocità esecutiva tra la Giustizia sportiva e quella ordinaria, lo dimostra la diversa gestione tra pena inflitta in anticipo alla Juventus per la presunta violazione di una norma che non esiste, e la squalifica tolta a Mourinho perché prima bisogna fare i giusti approfondimenti. Ormai è evidente che se una faccenda riguarda la Juventus, si va con il pugno di ferro, se riguarda altri club si chiude un occhio. E avviene anche per questioni più banali: gli epiteti rivolti a Kostic dalla curva dello Spezia sono sempre accettabili, la tifoseria juventina, invece, viene punita, imbavagliata e impossibilitata persino ad introdurre nello stadio coreografie pittoresche e non offensive. Laddove, nello stesso stadio, è concesso agli ospiti nell'apposito settore. La spiegazione che ti daranno? La Digos di Torino ha giurisprudenza sul tifo bianconero, le altre Digos sui settori ospiti. Anche qui due pesi e due misure. 

Davanti all'ennesima sintesi dello scenario cui è sottoposta la Juventus in questa stagione, capirete bene che più di un presidente serve un giurista, più di un amministratore delegato serve Perry Mason, più di un allenatore serve uno psicologo e più dei giocatori servirebbero dei robot. E, più o meno, in casa Juve ci si sta organizzando in questo modo: un CdA tutto tecnico, un allenatore con pieni poteri di gestione dello spogliatoio difendendolo da tutto anche da sè stesso e dei giocatori che provano a far leva sull'orgoglio. Ma, alla fine, i giocatori non sono neanche uomini, nella maggior parte dei casi sono ragazzi, schiacciati dal peso di una maglia che vale tanto, mortificati da una giustizia perlomeno iniqua, consapevoli che per ogni 10 passi fatti te ne proveranno a togliere 11 e che anche se stai facendo un capolavoro vista la situazione attuale, agli occhi dei tifosi vieni giudicato come se nulla stesse accadendo. E invece la frustrazione nello spogliatoio ha generato lacrime di frustrazione.

Fortunatamente, però, la maggior parte dello stadio ha capito il momento e ha tirato fuori la voce e tutti gli strumenti possibili per far sentire la propria vicinanza alla squadra, ma qualche voce stonata c'è sempre. Poche, per la verità. Davanti a quei pochi ci ha pensato lo stesso Allegri, dito indice sul naso, a zittirli chiedendo vicinanza in questo momento e rimandando i giudizi alla fine, comprendendo la situazione nella quale si sta lavorando. Contestare è sempre lecito, capire il momento è un obbligo da parte di chi ama e ha sposato la Juventus nella gioia e nel dolore. Ma per davvero.

Nel frattempo le Istituzioni calcistiche italiane si trovano nello sbando più totale, davanti ad un calcio che sta perdendo credibilità non perché è stata punita la Juventus ma per l'anomalia della colpa addotta, della sentenza comminata e incoerenza della gestione di un'inchiesta piena di falle e fondata su norme non ancora esistenti.