Inizia l’era Thiago Motta alla Juventus: ecco cosa cambia

Inizia l’era Thiago Motta alla Juventus: ecco cosa cambia
giovedì 13 giugno 2024, 11:11Editoriale
di Mirko Nicolino
Dopo il tanto atteso annuncio ufficiale da parte della Juve, si apre una nuova pagina nella storia del club bianconero. Anche per i tifosi?

Su Bianconeranews vi ho raccontato per mesi l’iter che ha portato oggi la Juventus ad annunciare Thiago Motta quale nuovo allenatore della Juventus. Per quanto mi riguarda, non avevo bisogno di un comunicato ufficiale per essere sicuro del nuovo progetto tecnico bianconero. Mi era tutto fin troppo chiaro da mesi, perché Cristiano Giuntoli ha voluto fortemente il tecnico italo-brasiliano e lo ha portato a Torino convincendolo con un progetto tecnico sensato. Gli annunci ufficiali, così come le presentazioni, per me ormai sono più che altro show, quel che mi importa di più sono i contenuti.

E questa scelta ha contenuti importanti. Studio Motta da anni e per il dopo Allegri è stato sempre il mio preferito da subito per un semplice motivo: è un allenatore “moderno”, ma allo stesso tempo non ha i paraocchi, ovvero si adatta molto bene alle situazioni, al materiale a disposizione, a tutto ciò che il calcio comporta nella sua quotidianità. Insomma, ha tutto ciò che continuo, non me ne vogliano i diretti interessati, a non trovare in tecnici come Italiano o De Zerbi, bravissimi, ma forse un po’ troppo monotematici in certi aspetti della gestione tecnico-tattica della squadra.

Secondo me Motta è l’uomo giusto al momento giusto. Per certi versi il suo arrivo può essere paragonato a quello di Lippi dopo il secondo ciclo Trap o di Conte dopo i due settimi posti. C’è la stessa voglia di riscatto nell’ambiente Juve e c’è la stessa voglia di emergere di un allenatore che sa di poter fare uno step in avanti importante con e grazie alla Vecchia Signora. Cristiano Giuntoli sta operando sul mercato in entrata e in uscita per cercare di consegnargli la migliore rosa possibile, poi al resto dovrà pensarci il diretto interessato, Posto che i primi attori rimangono pur sempre i calciatori.

Sì, perché qualche sassolino bisogna pur toglierselo ora dalle scarpe. Chi ripete in queste ore “ora finalmente parliamo di calcio”, lascia intendere che fin qui non lo abbia fatto per partito preso, o per una guerra personale contro qualcuno. Allo stesso tempo, si nota un’inversione di rotta soprattutto in alcune frange del tifo social: chi non considerava più giovani gente come Fagioli (23) e Vlahovic (24), ora sottolinea che i 26enni sono giovani, soprattutto perché “è giovane l’idea di chi li allenerà”. Panzane, consentitemi. Da giornalista e anche da uomo di campo, ho sempre fatto un discorso di bravura non di età. Ci sono giocatori pronti a 20 anni, altri che lo diventano a 26-27. Lo sottolineavo prima, lo ribadisco oggi. Non cambio “narrazione” ora solo perché è cambiato l’allenatore. Il calcio è sempre il calcio.

Sin da qualche mese fa, quando ho iniziato a fare il nome di Motta, ho chiesto globalmente responsabilità a chi aveva piacere nel leggermi: diamo tempo al nuovo tecnico e non assaltiamolo al primo pareggio. Allo stesso tempo, smettiamola subito con questa storia delle “macerie di Allegri”. È semplicemente un’altra boutanade (consentitemi il neologismo francese). Qualcuno addirittura scrive: "finalmente torno a respirare". Cioè, il precedente allenatore, con tutti i problemi che esistono nella vita, toglieva addirittura il respiro a qualcuno? A che livello può arrivare l'ossessione per una persona? Questo è un nuovo corso, con il ds finalmente in prima linea davvero, con un nuovo allenatore, con almeno 1/3 della rosa totalmente nuova. E molti di quelli che per alcuni erano intoccabili e emarginati dall’ex tecnico, ora sono stati ceduti o finiti sul mercato senza che quasi nessuno abbia mosso rimostranze.

È iniziata una nuova storia, che è comunque una vecchia storia: la Juventus che fa scelte importanti e spesso impopolari per vincere. Nella storia ci sono stati cicli positivi e cicli meno positivi (Platini dixit proprio in questi giorni). Succede nel calcio come nella vita. Ovviamente, ogni scelta è fatta per tentare di migliorare, a volte si riesce altre meno. Noi osservatori non possiamo fare altro che guardare e giudicare sulla base dei fatti. I tifosi possono emozionarsi e sperare. Perché tutto ciò che rappresenta quei due colori porta con sé i valori dell’unità e della fratellanza. Valori che a volte smarriscono la propria strada, ma che in un modo o nell’altro ritrovano sempre la via di Torino. La via della Vecchia Signora.