L'incredibile lezione del professor Giordano, l'uomo che ama la Juventus da 70 anni e piange e si emoziona ancora per lei

L'incredibile lezione del professor Giordano, l'uomo che ama la Juventus da 70 anni e piange e si emoziona ancora per leiTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 20 settembre 2023, 17:16Editoriale
di Vincenzo Marangio

Prima di ieri pomeriggio avevo un'idea precisa dell'editoriale da scrivere, avrei voluto essere ancora una volta l'anima positiva e spiegarvi, contrapponendomi a Santarelli, perché, a parer mio, la Juventus può puntare allo scudetto. Ma poi tutto è cambiato. Non nella sostanza, ma nell'emotività. Tutto è cambiato quando su Radio Bianconera, durante "2 in bianconero", è intervenuto a sorpresa con me e Ale il professor Giordano, l'uomo che sabato scorso, entrando nell'Allianz, si è lasciato andare ad un pianto liberatorio per l'emozione provata nel trovarsi in mezzo ad una "comunità" che ha sempre amato, a guardare i giocatori che indossano una maglia che ama da oltre 70 anni. Quel pianto, condito con un "grazie" allo steward che gli indicava dove prendere posto, è stato ripreso da un tifoso e rilanciato sui social. Ci ha messo poco a diventare virale, ma è stato come un bellissimo arcobaleno in un luogo, quello dei social, buio e pieno d'odio. 

Ne parlavamo oggi in trasmissione io e Ale, poi, all'improvviso, leggiamo un messaggio che recitava più o meno così: "se volete contattare quel signore, si chiama Giordano, vi ascolta ma non saprebbe come contattarvi, se volete questo è il suo numero provate a contattarlo". Io e Alessandro, alla prima pausa, ci guardiamo e decidiamo di provare a chiamare per capire se quel numero è proprio di quel signore di cui parlavamo e che aveva emozionato tutti, emozionandosi, nell'Allianz. Era proprio lui, il signor Giordano e si dice felice di intervenire. Lo chiamiamo in diretta e comincia un'inaspettata lezione di umanità, rispetto, passione e amore. Ci racconta che il pianto, appena entrato nell'Allianz, è stato di felicità, si sentiva a casa pur non conoscendo personalmente nessuno ma voleva bene a ciascuna persona fosse lì. Come una comunità, un'unica grande famiglia. E mentre lo racconta piange, perché quando s'invecchia, forse, è come se si tornasse anche un po' bambini: si vivono le emozioni a fior di pelle, la cattiveria non attecchisce e c'è voglia di amare incondizionatamente.

Non avrebbe mai provato rabbia verso l'allenatore, o il presidente; non avrebbe inveito contro l'arbitro o insultato tifosi avversari, il professor Giordano aveva semplicemente voglia di emozionarsi per la maglia di una squadra che ama da 70 anni, di sostenerla e applaudirla davanti a qualsiasi risultato perché per lui "è questo il senso dello sport". Proteggendola da quei "farabutti" che l'attaccano in tutti i modi perché, in fondo, "ne invidiano la storia". E questo concetto lo dice con tanto orgoglio, l'orgoglio di chi ama in modo puro. Capite bene perché questa volta proprio non mi va di raccontarvi perché secondo me la Juventus può ambire allo scudetto sin da quest'anno, e non perché non lo penso ma perché credo che oggi il professor Giordano, barese ottantenne ex docente universitario, ci ha voluto ricordare che per emozionarsi non servono condizioni e che una sconfitta o una delusione non potrà mai sporcare un amore vero e profondo. No, oggi non vi parlerò della luce che vedo fuori dal tunnel che dura da oltre un anno, perché non vedo proprio il tunnel. Ho solo voglia di emozionarmi e ricordarvi che quelle lacrime che sono scese a ciascuno di voi, ascoltando le parole di Giordano che si emozionava anche in diretta, svelano un sentimento che abbiamo dentro, ci ricordano che sappiamo amare e abbiamo voglia di farlo e che in fondo abbiamo voglia di amare più di quanto possiamo aver bisogno di arrabbiarci.