L'ingiustizia sportiva impedisce alla Juventus di tenere vivo il campionato

L'ingiustizia sportiva impedisce alla Juventus di tenere vivo il campionatoTUTTOmercatoWEB.com
mercoledì 25 gennaio 2023, 09:26Editoriale
di Vincenzo Marangio

In attesa delle famose motivazioni continua a parlare il campo che avrebbe consegnato, al termine del girone d'andata, un secondo posto inatteso ma strameritato alla Juventus. I bianconeri si troverebbero adesso a 38 punti in classifica, comunque lontani dal Napoli dal quale erano stati comunque largamente battuti, ma quella di Allegri sarebbe stata l'unica credibile rivale per la capolista, almeno stando a vedere il cammino delle milanesi. 

Onestamente ho sempre creduto poco nell'Inter di Simone Inzaghi, squadra che si esalta nelle finali ma senza continuità in un lungo cammino; non mi aspettavo questo crollo netto del Milan ma oggettivamente i rossoneri stanno dimostrando che nella passata stagione hanno fatto un miracolo ma non avevano e non hanno reali basi su cui lavorare per aprire un ciclo. Le romane si contenderanno insieme all'Atalanta un posto in Champions ma appena si alzano le aspettative storicamente crollano. L'unica che ha stupito oggettivamente tutti per continuità è il Napoli, ma ancora una volta tutti avrebbero sottovalutato e stavano sottovalutando la Juventus....

 Ci hanno pensato Procura e Giustizia sportiva a togliere al campionato l'unica squadra capace di provare l'impossibile, di dare appeal ad un campionato che sta perdendo sempre più interesse. Aspettando le motivazioni che diranno chi ha sbagliato e consapevoli che la dirigenza, anzi, l'ex dirigenza bianconera ci ha messo anche del suo per rendersi attaccabile da chi non vedeva l'ora, è abbastanza chiaro che la Juventus sia l'unica squadra a conoscere il significato della parola "continuità", l'unica ad avere una rosa con campioni capaci di sovvertire tutto, di cambiare la storia internamente e nel campionato, l'unica che avrebbe fatto davvero mercato. Già, mercato. Ma non quello della compravendita di giocatori che in Italia sta diventando sempre più una chimera, un mercato di rafforzamento interno. Nessuna delle prime in classifica può permettersi di dire di essere lì senza aver mai praticamente giocato con calciatori del calibro di Pogba e Vlahovic

Il grande rammarico e l'enorme rabbia nasce da questo: avere la possibilità di giocare un intero girone di ritorno con una squadra che potrà schierare contemporaneamente Pogba, Di Maria, Vlahovic, Chiesa, Milik, senza dimenticare Kostic e il recupero di Cuadrado, senza trascurare tutti i valori costruiti in casa e non poterlo fare per inseguire lo scudetto e blindare la Champions. Ma questo è il grande rammarico anche del calcio italiano. L'errore enorme di aver deciso di scegliere ancora una volta come capro espiatorio l'unica squadra che porta reali valori e appeal ad una Serie A che sta morendo insieme ad una (in)giustizia sportiva che conferma la sua poca credibilità e istituzioni calcistiche incapaci ad affrontare nel modo giusto e meno dannoso possibile le crisi del nostro calcio. Perché chi sbaglia, se ha davvero sbagliato, deve pagare ma sempre in proporzione all'errore e, soprattutto, la legge deve, dovrebbe, essere uguale per tutti.